Mentre tutto il mondo corre verso una tecnologia che renderà senza ombra di dubbio il calcio più asettico, dove i miliardi rendono i calciatori piccole (o grandi) aziende e dove le tv vogliono solo strizzare il più possibile i tifosi con spezzatini d lunedì a lunedì con svariate piattaforme e abbonamenti incomprensibili... io... io penso che per salvare il calcio dobbiamo prendere la direzione opposta e ora se permetterò ve lo spiego.

Pensate a cosa accadrebbe se ogni giocatore fosse legato al club d'appartenenza per tre anni nei quali non potrà trasferirsi e a partire dal primo contratto da firmare solo a 16 anni.
Pensate a un tetto d'ingaggi che non superi mai i 5 milioni l'anno, senza bonus o procuratori e con classi di merito nel mezzo. Ad esempio al raggiungimento di uno step carriera il calciatore partita dai 16 quindi fino si 19 con uno stipendio di 200 mila euro l'anno.
Gli stipendi saranno divisi in classi da 200 fino a 5 milioni ma potranno aumentare solo ogni tre anni e non andranno ad offerta ma a obbiettivi raggiunti, esempio: Chiesa nella Fiorentina prendeva 200 mila euro scaduti i tre anni tutte le squadre si faranno sotto con offerte, ma nessuna dovrà essere economicamente più alta della fascia in cui il giocatore si trova che avrà raggiunto in conseguenza di trofei vinti, di presenza o di convocazioni.
Quindi mettiamo il caso che prendesse dai 19 ai 22 anni un milione e mezzo, secondo voi dove andrebbe?
Senza ombra di dubbio una squadra che lotta in Europa o che ambisca allo scudetto gli permetterebbe di aumentare nei prossimi tre anni il suo ingaggio ma allo stesso modo il cuore giocherebbe un ruolo importante nella scelta quindi tutti i club potrebbero avere grandi giocatori, tutti i giocatori avrebbero la possibilità di giocare nel club del cuore o della propria città e in definitiva con i diritti tv spalmati in equità totale ogni squadra potrà vincere il campionato dando vita a tornei epici, equilibrati e memorabili.

Alle volte la via della semplicità è la più difficile da prendere perché gli interessi economici sono tanti e forti ma sognare un mondo del pallone libero e equo... in fondo... non costa nulla.

“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!”
PAULO COELHO