Secondo quanto raccontato dalle parole incise sulla Sacra Bibbia, Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, mettendo a disposizione di quest’ultimo tutto il suo immenso creato: dalla terra al mare, passando per fiumi, laghi e montagne, nessun confine gli era stato precluso, eccezion fatta per un ormai “celebre” albero da frutto a cui non avrebbe mai dovuto avvicinarsi. La leggenda narra che a causa della tentazione indotta da un primordiale serpente, il giovane ed ingenuo Adamo spinto dalla curiosità della consorte Eva, oltre che dal proprio desiderio di conoscere quale segreto vi si nascondesse, scelse di commettere quell’imprudenza che da lì in avanti viene riconosciuta al mondo come “peccato originale”.

Infatti per quello che si evince dalle scritture, quell’errore si rivelò fatale per i due coniugi, i quali furono costretti ad abbandonare le meraviglie del giardino dell’Eden: come si sia evoluta la specie umana da quell’episodio ricco di mitologia dai molteplici significati, crediamo di saperlo bene, ma forse conosciamo soltanto alcune delle dinamiche relative alla nostra esistenza.

Al giorno d’oggi si dice che Dio perdoni l’uomo per i suoi peccati e per gli errori che commette, che sia premuroso con i suoi figli come cerchiamo di esserlo noi sulla terra: eppure in quel momento scelse di non concedere ad Adamo ed Eva una seconda possibilità, senza lasciare intendere ripensamento alcuno.

Effettivamente il percorso evolutivo della nostra specie ha coinvolto in parti più o meno omogenee anche il modo di interpretare la religiosità: si è passati da una divinità intransigente e selezionatrice ad un largo concetto religioso che predica accoglienza e carità, trovando nella povertà e nei gesti semplici la chiave per la felicità, oltre che per la salvezza eterna. Lo stesso modo di approcciarsi a Dio, oggi è molto cambiato, evidenziando peraltro che una quantità sempre maggiore di giovani e meno giovani sceglie di non dedicarsi più in tali pensieri: questione di fede insomma, che non può coinvolgere le tanto acclamate parole “giusto” o “sbagliato”.

Senza dilungarmi eccessivamente su suddette questioni teologiche, vorrei collegarmi al tema del rapporto che si instaura invece tra uomini e donne: assumendo come inconfutabile verità che Dio abbia deciso di affidare all’essere umano sembianze simili alle proprie, e che quest’ultimo non abbia un sesso ben definito, poiché non credo che sulla Bibbia vi sia riportato il contrario, perché dagli albori della storia l’uomo fa nascere in sé un pregiudizio nei confronti della donna?

Tra queste due variabili dell’umanità esiste davvero una differenza come qualcuno crede? O si tratta soltanto di una questione legata alla loro differente anatomia?

Per dimostrare che non sto alludendo ad aria fritta, scelgo di richiamare un episodio accaduto recentemente nel mondo dello sport, il quale almeno in teoria, dovrebbe garantire pari opportunità ad ognuno, in un clima di assoluto rispetto: qualche tempo fa in Ecuador, durante una partita amichevole tra vecchie glorie del calcio sudamericano, viene realizzato un video in cui un arbitro donna estrae un fazzoletto per asciugarsi la fronte, piuttosto che il cartellino giallo nei confronti di un calciatore reo di aver commesso un fallo. La scena in sé divertente e piacevole diventa ben presto virale, sia per la gag realizzata, ma anche e soprattutto per la presenza di Fernanda Colombo, donna dalla bellezza non indifferente, valore aggiunto che spesso anche senza il proprio volere costringe gli occhi a convergere su una tale graziosa figura: lei, ormai ex arbitro ritiratasi dai campi di calcio nel 2017, è oggi un’importante giornalista sportiva, a prova del fatto che quando si vive con una passione nel cuore si cerca di far di tutto pur di continuare a respirarne il profumo.

Sembrerebbe così limitarsi a tale leggera vicenda la popolarità di quest’ultima, apprezzatissima sul web oltre che dal vivo, ma purtroppo esiste anche dell’altro che ha coinvolto la sua esperienza nel mondo dello sport: non sono mancate infatti le proposte indecenti rivoltole attraverso vari canali social, in cui le si proponeva un secondo impiego come escort, che secondo le parole del proponente, pubblicate dalla stessa Fernanda in un post su Instagram il 30 giugno di quest’anno, le avrebbe permesso di guadagnare molto denaro. Che abbia rifiutato senza neanche pensarci su due volte è ormai di dominio pubblico, ma viene spontaneo interrogarsi sinceramente su vicende del genere, tristi e malsane oltre ogni aspettativa.

Tornando dunque al precedente discorso, sorge in automatico chiedersi se l’essere umano si sia davvero evoluto o se ha soltanto perso il pelo, mantenendo intatto il vizio: inoltre tale questione si allarga in un contesto in cui circostanze del genere si verificano ogni giorno, seguendo modalità e dinamiche ben più gravose e irreversibili, in cui piuttosto che una persona adulta dalle idee ben chiare in zucca, il soggetto converge verso ragazzine dalla facile persuasione.

In una società come quella odierna in cui si discute spesso di pari opportunità e abbattimento dei pregiudizi non può esservi spazio per ostacoli come i suddetti, i quali devono essere definitivamente abbattuti, oltre che aggirati da coloro che li riscontrano durante il proprio cammino: il percorso che passa anche attraverso la sempre maggiore rilevanza del calcio femminile nel mondo è già iniziato, ma deve necessariamente coinvolgere tutte le forze disponibili, a partire dalla considerazione di ognuno di noi.

Aggiungo inoltre che coerentemente con tali concetti, non può tanto meno negarsi l’esistenza della volontà mai celata da parte di qualcuno di mettersi in mostra attraverso la propria immagine: che ognuno sia libero di esibirsi come preferisce, senza però allargare il fenomeno alla totalità degli individui, nella speranza che presto o tardi l’essere umano riesca ad evolversi definitivamente.