Agosto 2018 -  Tuoro sul Trasimeno -  Giardini del Rondò - Evento del Centenario Grande Guerra
Tratto dalle parole dello storico Marco Cuzzi del suo libro "Dal Risorgimento al Mondo nuovo"

"Il 5 Maggio 1915, pochi giorni prima dell'entrata dell'Italia nella Grande Guerra Gabriele D'Annunzio  tenne sullo scoglio genovese di Quarto dal quale erano partiti i Mille di Garibaldi un fiammeggiante discorso di esortazione alla belligeranza. L'orazione del poeta-soldato fu anche una grande manifestazione di unità del "patriottismo massonico" se è vero che vi assistettero i rappresentanti di ben 400 logge liberomuratorie nazionali, alla testa delle quali vi erano i più alti dignitari".

 "Allora... chi avesse qualche storia da raccontare.... non abbia timore...si accomodasse sul palco... questa bella platea è ansiosa di ascoltare gli aneddotti legati ai ricordi dei vostri nonni..." "....io...Prof. Marini....io  - alzandomi da una delle ultime sedie poste attorno alla scultorea fontana del rondò - avrei da raccontare un ricordo della Grande Guerra....me lo raccontò quando ero ragazzo mio nonno Virgilio..."   "...oh...Massimo... ma noi ci conosciamo....prego accomodati...ti ascoltiamo con piacere!" 
Era il relatore dell'evento, il Professor Vincenzo Marini valente docente di Diritto ed Economia Politica agli Istituti Superiori del Bresciano e grande esperto della Storia legata alla Grande Guerra, ad invitarmi sul palco ove l'organizzatore del centenario commemorativo della Prima Guerra Mondiale Sig. Antonio Matani mi passava gentilmente il microfono.       

"Amici compaesani... 
mi chiamo Massimo e sono nipote di Virgilio P.,....qualcuno tra voi se lo ricorderà come l'ultimo artigiano a produrre carri agricoli trainati dai buoi...ebbene una sera di tanti anni fà mi raccontò questa storia che lo vide coinvolto nell'ultimo anno della Grande Guerra quando si trovava al fronte tra gli altopiani del Carso. In una notte buia e fredda dell'inverno del 1917 il Comandante del suo plotone chiese che si facessero avanti tre volontari per effettuare una missione in avanscoperta superando nottetempo il confine spinato delle linee austro-ungariche onde cercare di creare un varco adatto per sorprenderli nel sonno, ed aggiunse che qualora non si fosse offerto nessuno avrebbe dovuto lui medesimo sobbarcarsi l'onere della scelta per formare quel plotone di ricognizione. Ebbene nonno Virgilio fu il primo a rompere gli indugi, seguito da un altro commilitone, umbro anche lui, nativo di Assisi, e infine dopo qualche tentennamento si unì un toscano... un certo Pietro era nativo di Poggibonsi. Verso la mezzanotte il piccolo plotone, Comandante in testa e trio umbro-toscano dietro si avventurò camminando carponi lungo il filo spinato nemico e dopo aver percorso diversi centinaia di metri sempre con la pancia a terra e non aver trovato nessun varco nel filo spinato, il Comandante diede l'ordine a Virgilio di tagliare con le cesoie il filo spinato. Nonno lo fece istantaneamente ed in pochi secondi tutti e quattro si trovarono sul suolo nemico avanzando in ordine sparso....quando a causa della fitta oscurità ed alla nebbia che cominciava ad alzarsi... Pietro toccò con il piede un barattolo vuoto provocando inavvertitamente un rumore...seguì in un tempo brevissimo come un lampo seguito dal tuono....una raffica di fuoco...il drappello fu costretto ad indietreggiare e ripercorre  di corsa il tragitto a ritroso...e nella corsa verso le nostre linee Pietro fu colpito fortunatamente solo ad un braccio...ma lo spavento fu tanto!....beh...ragazzi avrei terminato la storia, però a renderla più importante è il fatto che qualche decennio dopo quel Comandante di Fanteria sul Carso divenne Presidente della Repubblica Italiana, il suo nome era Sandro Pertini!"

Seguì un lungo, scrosciante applauso, non pensavo che a distanza di un secolo quell'episodio vissuto da nonno Virgilio portasse ad un simile impulso di "patriottismo"....tutti quei miei compaesani che continuavano ad applaudire ....me?!....mio nonno?! ......il bravo Prof. Vincenzo ?!....oppure Pertini?!....o semplicemente un'Italia che.... non c'è più!?!....o magari c'è, a volte, e con il medesimo scrosciante applauso...ma solo di fronte ad una Tv...con la nostra Nazionale impegnata magari contro la Germania e alla fine uscente pure vittoriosa....e forse, solo allora, sarebbe rimasto in quell'unico frangente sportivo che ci consente, anche se per soli 90 minuti, di risentirci spavaldamente nazionalisti, Italiani, orgogliosamente patriottici, come veri, autentici, eterni eroi.

La serata era stupenda, caratterizzata da una luna piena che splendeva in un cielo terso e stellato con il suo riflesso speculare sulle acque del lago Trasimeno, la visione è quella di una pittoresca cartolina notturna con  Castiglion del Lago alla nostra destra fino a Passignano sulla nostra sinistra, ed un luccichio ammassato più somigliante ad una polvere di stelle, forse è la via lattea stessa, e in questa indescrivibile maestosità fanno da sfondo, come in un lontano paesaggio presepistico, le tenue luci delle tre isole in mezzo al lago con i delineati contorni delle colline del Trasimeno sovrastate in alto dalla artistica Città della Pieve, rendono tutto il paesaggio simile ad un fiabesco, incantato villaggio in festa. E in Agosto proprio di feste si parla a Tuoro sul Trasimeno, nel suo tipico "Ferragosto Toreggiano".

Tutti gli anni nelle due settimane antecedenti Ferragosto si celebra a Tuoro questa manifestazione organizzata dalla Pro Loco piena di eventi storico-commemorativi relativi alla celebre battaglia del Trasimeno avvenuta nel 217 a.C. nel corso della seconda guerra punica e dove l'esercito romano al comando del Console Caio Flaminio subì ad opera di Annibale il Cartaginese e dei suoi elefanti una delle più rovinose sconfitte della sua storia, proprio nel luogo ove sorge ora il paese di Tuoro, a quei tempi bagnato dalle acque del lago Trasimeno. Tito Livio, lo storico narrante le gesta di allora, scrisse che oltre 15.000 soldati romani trovarono la morte nelle acque del lago in quel luogo, a soli 2 km di distanza da Tuoro che poi venne denominato, dal colore che allora assunse l'acqua, località Sanguineto. La storia, le vicissitudini, i combattimenti tra i due eserciti nonchè i rituali successivi alla sepoltura di quelle migliaia di soldati sono poeticamente descritte da uno scrittore del posto il Dott. Giorgio Fantini, nel suo libro edito qualche decennio fà: "Tra l'armi e l'ossa arate" .

Nel frattempo in un mercatino di bancarelle allestito tra le viuzze del paese, il mio nipotino Matteo, allora aveva 5 anni, aveva indossato un costume da soldato romano con tanto di elmo, scudo e spada, e si è messo a duellare con un suo amichetto vestito con un costume da cartaginese, e dopo lunghe e contorte spadacciate e scudate Matteo è riuscito ad abbattere il suo piccolo avversario cartaginese. La sua esultanza è quì immortalata nella scheda memoria del mio smartphone...e quando voglio godermi due minuti di relax....credetemi...non c'è tonico migliore che vedere quei due piccoli spadacciarsi in quel modo... è veramente piacevole e divertente!!

La festa prosegue con la cena nella piazza del paese tra piatti tipici umbri e buon vino rosso dei colli del Trasimeno. Poi verso le 10 inizia il clou della festa, il torneo più celebre per storia ed attrazione del Ferragosto Toreggiano: "La corsa delle bighe" una sorta di piccolo "Palio di Siena".  Le 4 bighe in gara dipinte con la livrea e gli stemmi rionali rappresentano i 4 rioni del paese di Tuoro e cioè: Colonna, Trasimena, Malpasso e Valle Romana. La gara consiste nel percorrere, con la biga spinta da 8 ragazzi, gli ultimi 100 mt. finali della Via di Sant'Antonio, una strada in forte salita che conduce al centro della piazza del paese. La gara tra i 4 rioni avverrà in 2 manches, il vincitore sarà il rione la cui somma delle 2 manche avrà ottenuto il miglior tempo. Il Presidente della Pro Loco proclamerà il rione vincitore, e quell'anno toccò al Malpasso ed il Sindaco di Tuoro consegnò al Caporione l'ambita Coppa del vincitore della Biga. Seguono scene simili alla vittoria di una Champions League tra bagni di spumante, fuochi di artificio e quant'altro che oggi..... così come siamo messi....credo,  purtroppo con mio grande dolore, di non poter più rivedere.

Si son fatte quasi le 2.30 di notte, molti volontari sono indaffarati alla pulizia delle strade, alla chiusura dei tavoli e delle panche approntate per la cena, quando da dietro il palco del Rondò che aveva ospitato l'evento storico della Grande Guerra vedo uscire il suo Patron Antonio Matani ed il Prof. Vincenzo Marini, mi vengono incontro, c'è ancora un bar aperto in piazza e ci accomodiamo per prenderci un caffè. Tutti e tre ci scambiamo complimenti a vicenda per le presentazioni, per le storie, per gli interventi.... ma ora che il centenario della Grande Guerra è passato... cosa più festeggeremo?!.....ci lasciammo così con un buon caffè ...ma con un po' di amaro in bocca....usciti noi anche quell'ultimo bar chiudeva le serrande.....proprio come oggi....tutti i bar sono chiusi!! 
Cari Antonio e Prof. Vincenzo... ho tanta nostalgia di quell'Agosto 2018... ma non è che ...magari nell'Agosto del 2021 ci potremmo ritrovare qui, stesso palco, stesso Rondò, stessa Luna e stesso evento... a festeggiare la vittoria su di una Guerra...sì ...anche questa Mondiale...la Guerra vinta, anche se come in tutte le guerre, con migliaia di lutti contro questo vile, ipocrita, subdolo Corona Virus! 
L'esperto in materia di guerre lo abbiamo quì con noi, il grande Prof. Vincenzo, l'organizzatore è l'indomito Sig. Antonio e potremmo tutti brindare dopo un solo anno alla nostra più importante vittoria, il ritorno alla nostra vita, e magari sollevando i calici sotto il cielo sereno e stellato di Tuoro sul Trasimeno!


Un abbraccio

Massimo 48