Stefano Pioli non solo è un GRANDE allenatore ma è soprattutto un UOMO VERO.
Interpellato a fine incontro -come Joao Pedro, Mazzarri e Bennacer- sulle cause della rissa a fine partita, avrebbe potuto scantonare come purtroppo fatto dai due calciatori e dal suo collega.
Pioli non ha evitato la domanda e ha denunciato senza ipocrisie gli insulti razzisti a Maignan, causa scatenante della baruffa finale tra i calciatori delle due squadre.
Sono sempre dell'avviso che il pubblico degli stadi -quando ha questi comportamenti- cerchi solo l'offesa senza secondi fini, altrimenti non si spiega come non si sono mai verificati analoghi episodi nei confronti dei calciatori di colore che militano nella squadra isolana e di cui -guarda caso- proprio Joao Pedro fa parte. Quindi non mi sorprende mai il comportamento di queste frange di pseudo tifosi i cui cori verso gli avversari che hanno la pelle nera hanno lo stesso peso di quelli rivolti a ogni altro calciatore di cui si chiama in causa a sproposito la mamma, la moglie o la sorella.

Semmai nella vicenda di ieri sera alla Domus Arena stigmatizzo in generale l'incomprensibile reazione dei calciatori rossoblù nei confronti dei colleghi rossoneri; soprattutto non comprendo la mancata manifestazione solidale a Maignan e Tomori giustamente offesi e risentiti verso tale frangia di pubblico e comunque rimasti ampiamente nei limiti di una reazione lecita e razionale.
Il malinteso senso di appartenenza ha giocato un brutto scherzo a Joao e compagni che sostanzialmente hanno trasmesso una errata immagine di condivisione delle ragioni da cui avrebbero invece dovuto chiaramente discostarsi.

Ancora più incomprensibile non averlo fatto a mente fredda (persino dopo i chiarimenti nel frattempo ricevuti) nelle dichiarazioni del dopo partita, soprattutto da parte di chi -mi scuso della ripetizione- dovrebbe comprenderne le motivazioni e condividerne lo sdegno come appunto Joao Pedro.