Nella Capitale, queste parole non vanno neanche sussurrate. Sarebbe sacrilego anche solo pensarle. Eppure, qualcuno dovrebbe avere il coraggio di scandirle, chiare chiare: Francesco Totti, ormai, sta facendo il male della Roma. Prima che mi insultiate, datemi il tempo di spiegarmi. Dunque. Sono profondamente grato a Totti, per quello che ha dato al nostro calcio. Lo dico da tifoso avversario, senza piaggeria alcuna. Ma, da esterno, non posso che notare un'anomalia preoccupante: Roma è una città più tottista che romanista. (Badate bene: anche gli juventini amavano e amano alla follia Del Piero, ma a Torino viene prima la squadra, poi il giocatore, chiunque egli sia. Differenza sostanziale) Dalle parti del raccordo anulare, però, "c'è solo un Capitano". E tutto il resto è noia. L'amore (soffocante) per Totti sta uccidendo la Roma e i suoi allenatori, uno per uno. "T'azzardi a mettere in discussione la storia daa Roma? Quella è la porta, vai a rompere li coj*** da n'artra parte!". Spalletti fa otto vittorie consecutive? Ai tifosi non può frega' de meno: quello che interessa loro, è salvare il soldato Francesco. E avanti così, a testa bassa. Al diavolo El Shaarawy che pare rinato, Salah che sembra un fenomeno, Nainggolan cercato da mezza Europa, Florenzi Capitan Futuro e compagnia danzante. Nella mente e nel cuore, c'è solo Er Pupone. Da qualche parte ho letto questa frase: "Totti è il figlio straviziato di una lupa dalle centomila mammelle". Sono d'accordissimo. Totti avrebbe potuto lasciare il calcio da leggenda assoluta. Invece sta chiudendo la carriera nel peggiore dei modi. Si sente forte e inattaccabile perché "protetto" strenuamente e incondizionatamente dal suo esercito di adoratori. Ma più si alimenta il mito del Capitano intoccabile, più si impedisce alla Roma di crescere! È questo che dovrebbe capire Totti. La smetta di tenere in ostaggio una squadra, una tifoseria, una città. La lasci andare. Perché sì, signori: una Roma senza Totti può esistere. E il primo a doverlo capire, è proprio lui.