Prima ancora di essere allenatori, giocatori, giornalisti o tifosi si deve essere umani. Umani nell’affrontare la vittoria e la sconfitta con la medesima dignità ed educazione.
Molti di noi tifosi più “stagionati” sono stati abituati a personaggi come Peppino Prisco che faceva del sarcasmo un’arma meravigliosa, a personaggi come Facchetti o Simoni (e Ranieri, no?) che si sono sempre contraddistinti per gentilezza ed educazione. Non cito Mourinho per non cadere nello scontato.
Educazione e onestà intellettuale che sono sinonimo delle persone intelligenti, che sanno elaborare le sconfitte con l’analisi obiettiva dei propri errori. E anche coraggio. Sì, il coraggio di corrispondere alla stampa la verità. Non come abbiamo sentito su Eriksen (ad esempio), professionista educato e disponibile che entra sempre per giocare pochi minuti, come un pivello qualsiasi, per poi dire alla stampa giudicate voi.

Ebbene sì, sig. Conte, noi giudichiamo lui come altri suoi pupilli (Vidal su tutti!) che lei difende sempre, anche davanti a imbarazzanti evidenze. Noi abbiamo avuto giocatori fantastici nella loro “normalità” (Pasinato, Bianchi, Cruz, Ganz, Pazzini...) che ancora ricordiamo con affetto per la pazienza e l’educazione che li ha contraddistinti.
Se prorio lei non ritiene Christian Eriksen un fenomeno, di sicuro si staglia in quell’universo dei giocatori che sono da Inter per professionalità ed educazione! Sorvolando sugli aspetti tecnici (io non faccio l’allenatore e non quadagno un milione al mese!) mi accontenterei di umiltà e umanità.
Quella che è mancata e manca a lei, egregio mister Antonio Conte.
Con onestà, Antonio Fanelli