Triste a dirsi, anche quest'anno il finale di stagione del Milan sembra la copia carbone di quelli vissuti nel recente passato.
La sconfitta di ieri contro il Torino ci autorizza ufficialmente a deporre ogni speranza di disputare la prossima edizione della coppa che conta  perché, sebbene la matematica ancora non ci condanni, a coloro che sperano di raggiungere il quarto posto rispondo dicendo che un miracolo quest'anno è già accaduto, se pensiamo che a cinque giornate dalla fine del campionato questa squadra inguardabile si trovava ancora posizionata in zona  Champions. Se la fortuna sará così parsimoniosa con noi nel concedendoci il bis francamente nolo so so, ma personalmente stento a crederci. Non ci resta dunque che concentrarci sull'unico obiettivo rimasto ovvero, l'Europa League, traguardo tutt'altro che scontato se si mettono a confronto le recenti prestazioni del Milan con quelle mostrate dalle avversarie candidate a qualificarsi per la suddetta competizione.
Sembrerà poi sarcastico, ma vi giuro non lo è, tirare un sospiro di sollievo per non essere a rischio retrocessione, perché con Rino in cabina di regia tutto è possibile, e questo lo sanno bene anche i tifosi del Benevento.

In questo articolo, peró, non spenderó nemmeno una parola per commentare lo scempio visto all'olimpico. Mi limiterò a ribadire che nel posticipo di ieri il Milan è riuscito a mostrare in campo tutti, ma proprio tutti, gli errori che una squadra non dovrebbe commettere per poter vincere una partita. Ritengo inoltre preoccupante la conferma della panchina di Gattuso fino al termine del campionato, non tanto per i danni che potrá ancora fare, ma per il timore che la famiglia Singer abbia confuso il Milan con una qualsiasi associazione dilettantistica.
Come spesso accade in questi casi,  per sfogare il senso di frustrazione viscerale tipico del day after, nella mente del tifoso sorge spontanea la necessità di trovare un colpevole da mandare al patibolo. Non vi sono dubbi che che nel caso in questione la vittima predestinata sia lui, Gattuso, reo d'aver trasformato questa formazione in un armata Brancaleone, in una squadra senza gioco e senz'anima, imbarazzante al punto tale da farmi provare intimamente una certa difficoltà  nell'accostare il termine "allenatore" al cognome del tecnico calabrese, come se fosse il subconscio a suggerirmi questo stratagemma per preservare di lui solo ricordo del giocatore. 
Tuttavia, nonostante quanto sopra argomentato, ritengo che la colpa di questa Woterloo rossonera vada invece ripartita equamente tra allenatore, dirigenza, e quella schiera di tifosi, primo su tutti Carlo Pellegatti, che ancora oggi, nonostante le evidenze, continuano come un mantra a spendere parole per difendere l'operato del nostro Mister. Questo perché, una volta comprovata l'incapacità dell'allenatore, il cerino passa in mano alla dirigenza.
I prodromi di questa tragedia erano da tempo evidenti, ma a nessuno è venuto il coraggio di congedare Gattuso in tempo utile per recuperare la stagione come hanno fatto ad esempio Roma e Bologna.
Certo Rino è un personaggio scomodo da rimuovere, perché amato dalla stampa e beniamino dei tifosi, ed il possibile flop del suo sostituto avrebbe potuto delegittimare l'attuale dirigenza che, nell'incertezza, ha preferito gettare alle ortiche l'ennesima stagione, lasciando ai supporters il compito di scaricare il loro tecnico.
Ma così facendo abbiamo riscritto una nuova pagina di questa interminabile Neverending story.