C'era una volta il calciatore affermato, il colpo di mercato, la certezza, l'attaccante da 20 gol, il mediano dai piedi buoni che ha nelle corde anche 7-8 reti a stagione; il giocatore pronto, quello che "sono anni che gioca a livelli altissimi" e giustamente a 27 anni, nel top della carriera, viene acquistato per 30 milioni. 

Oggi scorrendo le news, leggo che l'Inter ha chiuso per Pietro Pellegri, un sedicenne di buonissime speranze che ha addirittura all'attivo 1 gol in serie A; costo dell'operazione: (complessivi) 30 milioni di euro. 
Meno di un mese fa, il "talentuosissimo" Vinicius Junior, sedicenne, passa ufficialmente al Real Madrid per 45 milioni di euro.

Anni fa, l'Inter acquistava un discreto attaccante brasiliano dal Barcellona per circa 28 milioni. Il Real Madrid invece, comprava dalla Juventus un centrocampista dai piedi buoni, per una cifra vicina ai 74 milioni e qualche anno dopo prelevava dall'Inter quel brasiliano che tanto bene aveva fatto in maglia nerazzurra per 45 milioni.

"Siamo nel 2017, non puoi paragonare operazioni di 15 anni fa".
Il punto signore e signori, non è soffermarsi sulla quantità di denaro investita per determinati calciatori; si sa, il mercato cambia e ad ogni epoca ci sono valori diversi; la questione piuttosto è strapagare giovanissimi che per forza di cose non hanno ancora avuto modo di dimostrare, caricandoli oltremodo di responsabilità in una età in cui il calcio dovrebbe essere ancora un gioco e soprattutto un obiettivo, non un punto di arrivo.

In realtà, queste operazioni sono dettate da un vero e proprio cambiamento del "modus operandi" di un po tutte le società calcistiche; le ultime sessioni di calciomercato, sono una corsa frenetica al "campioncino in erba", probabilmente con l'obiettivo di garantirsi un valido giocatore nel tempo, senza di conseguenza tornare sul mercato ogni 2-3 stagioni per sostituire chi mestamente si avvia verso il tramonto sportivo.
Spesso inoltre, alle cifre astronomiche elargite per l'acquisizione dei "talentini" sono da sottolineare, negativamente, anche gli stipendi che ne conseguono; se un club offre 40 milioni per un minorenne, è chiaro che il procuratore o comunque il familiare che ne cura gli interessi, si sente autorizzato a cercare contratti importanti, contratti da top player e la squadra che ne acquista il cartellino si ritrova a dover garantire cifre milionarie per adolescenti che nella migliore delle ipotesi, hanno qualche presenza in prima squadra.

Immaginate la voglia di emergere che può avere il norvegese Martin Odegaard, anch'egli acquistato dal Real e a cui venne garantito uno stipendio da 5,3 milioni di euro alla "veneranda" età di sedici anni; cosa può desiderare ancora un ragazzo che a 20 anni, avrà già intascato oltre 20 milioni di euro?

Potrebbe tranquillamente e senza tanti rimorsi, lasciare il calcio e congendarsi cosi:
"Senza rancore blancos, torno a giocare con gli amici d'infanzia; un piatto caldo in tavola lo metteranno anche i miei pronipoti".