Erano quattro anni quando sbarcava in Italia Cristiano Ronaldo. L'acquisto di Agnelli non solo innalzava la qualità e le aspettative dei bianconeri ma sembrava preannunciare un rinascimento del nostro campionato, da troppi anni all'ombra di altri campionati e a secco di successi internazionali. E per dirla tutta, negli ultimi anni ci abbiamo quasi creduto: l'Inter ha prodotto un ingente sforzo economico ed ha portato in Italia Lukaku, Hakimi ed Eriksen. Alcuni dei migliori talenti esplosi nell'ultimo biennio, come De Ligt e Osimhen, hanno scelto la Serie A.

Tuttavia, dopo un paio d'anni e una pandemia, siamo di nuovo al punto di partenza, o quasi. Le società del nostro campionato sono indebitate fino al collo, metà della Top 11 dello scorso anno è sul mercato o già venduta e la squadra Campione d'Italia ha le sembianze di un Centro Commerciale al fine settimana.

Chi è partito subito, forse già parzialmente informato di quello che sta accadendo in questi giorni, è Antonio Conte che con una rosa di tutto rispetto e da allenatore più pagato della Serie A ha riportato lo Scudetto all'Inter, a quanto pare a caro prezzo.

Il primo giocatore a lasciare il nostro campionato è stato Donnarumma che dopo averci regalato l'Europeo a suon di rigori neutralizzati si è trasferito all'ombra della Tour Eiffel, lasciando il Milan e il calcio italiano orfani di quello che con ogni probabilità sarà il miglior portiere del pianeta per almeno un decennio. Si potrebbe anche aggiungere che se ne è andato a costo zero. Ed è cosi per il Milan ma non per il Psg che dovrà coprire d'oro, oltre che il giocatore, anche il solito Mino Raiola.

A inizio luglio è poi ripreso lo sfaldamento della rosa campione d'Italia: dopo l'addio di Conte è toccato ad Hakimi che, nonostante sia stato una perdita dolorosa è stato accettato piuttosto bene, dal momento che un grande sacrificio in uscita era stato da tempo annunciato. Sì, ma solo uno. Quello che sta accadendo in queste ore ha invece del clamoroso: pare che le casse dell'Inter siano ancora vuote e che anzi occorrano denari per i pagamenti interni e per terminare di pagare Lukaku allo United. Il problema è che per farlo si è deciso di vendere, o meglio farsi ingolosire, dalle offerte per lo stesso numero 9 belga. Indubbiamente un'offerta da 100 milioni di euro farebbe vacillare chiunque, ma il sospetto e il timore che gran parte di questi soldi non sarebbero reinvestiti turba non poco l'ambiente nerazzurro che sta vedendo disintegrarsi la rosa che dopo 11 anni gli ha riportato il tricolore. Va detto infatti che se Hakimi è già lontano e Lukaku è in partenza anche De Vrij e Lautaro sono richiesti. Quanto sarà profondo l'indebitamento nerazzurro?

Se l'Inter è allo sbando non si può dire che le sfidanti navighino nell'oro: la Juventus fatica a muoversi sul mercato e Ronaldo è ancora parzialmente in bilico. Tra l'altro è piuttosto chiaro che se dovesse rimanere il principale motivo restano i 30 milioni di ingaggio, come dargli torto? Il Milan ha visto andare via a zero i due giocatori di più alto valore della rosa, non avendo cosi fondi da destinare al mercato. Per le romane gli unici colpi degni di nota sono gli allenatori e il Napoli pensa più a trattenere (Koulibaly tentato da sirene estere) che a comprare.

Insomma sembra che il nostro campionato sia tornato al "Pre - Cr7": chi emerge cerca l'apice altrove, vengono volentieri gli over (di cui, numeri o meno, fa parte anche il portoghese), i talenti, anche nostrani, sono attratti dai soldi e dai campionati esteri. Dunque ci risiamo, vuoi per i pochi fondi, le difficoltà economiche, la visibilità la Serie A non è tornata ai vertici continentali e resta, per ora, all'ombra di campionati come la Premier o la Liga