Osservare il cielo azzurro in un pomeriggio di metà marzo rappresenta forse l’unica consolazione in un paese violentato dalla brutalità di questo Coronavirus.
Attraverso il cornicione di una finestra, la vista si affaccia su un paradiso incantato, silenzioso, quasi attonito come se non ci fosse nessuna forma di vita: per certi versi è proprio così, perché ognuno è costretto a starsene rintanato nella propria abitazione, o meglio, nella propria rete. La malinconia danza sulle note delle più nostalgiche canzoni italiane, le illusioni si trasformano in una via senza uscita, ma soprattutto è il ricordo di un tempo felice che brucia sulla pelle come un fuoco primitivo; ritornano alla mente i vecchi amici, coloro i quali eravamo abituati a vedere nella normale vita quotidiana, o magari quei famosi conoscenti che per le vie del centro attirano l’attenzione grazie alle maschere simpatiche che portano al volto.
Tutto sembra finito, muto, irrigidito, custodito in una forma concreta di non vita che fa troppo male, come quei marinai nell'immensa distesa marittima che vengono traditi dalla mancanza di pesce, unico alimento da portare alle loro povere famiglie.
Intanto però il tempo passa, non si arresta di fronte a niente. Nonostante le avversità, il menefreghismo che viene rivolto dalla Francia alla nostra Italia e la freddezza tra persone che adesso è diventata pure un obbligo, la primavera non accenna a ritirarsi, anzi, popola la natura nei minimi dettagli, per rinascere chissà mai a braccetto con la stirpe degli uomini. Tra le quattro stagioni, con l'estate che si identifica nel calore seriale, quella primaverile porta con sé un volto genuino, tenero, delicato come quello di un bambino.

Ed è proprio in mezzo a questa quarantena che io, dall'alto della mia giovinezza, ho ricominciato a pensare a tutti i miei ricordi, quelli vissuti nell'epoca in cui eravamo felici e un sorriso bastava a smorzare le incertezze della vita.
Non nascondo che la mia più grande passione sono i bambini, e se proprio potessi tornare per un attimo alla normalità desidererei poter passare una giornata insieme ad un bambino; magari in riva al mare, a riflettere sugli scogli mentre cala il Sole oppure sotto l'ombra di un albero, perchè non c'è cosa più bella, soprattutto per le persone aperte come il sottoscritto, di affrontare il percorso della vita per mano ad un ragazzino.

Ho avuto modo di conoscere tanti bambini, e tra tutti, per questo mio primo articolo scritto in un periodo assai complesso, scelgo Tommaso, mio grande seppur "piccolo" amico di soli 10 anni.
Lo vedevo ogni giorno in piscina e mi bastò un solo sguardo per iniziare ad apprezzarlo come se fosse un fratellino; ancora oggi ripenso a quei momenti, come quando per tirarlo sù di morale gli parlai di cosa rappresenti per me la vera felicità, e per certi versi riuscii nell'intento solo perchè avevo studiato a menadito la didattica morale contenuta nella Commedia dantesca. Ricordi, sensazioni, viaggi dell'anima in un passato giocoso, senza tralasciare il mondo del calcio. Sì, perchè il mio amico Tommaso, oltre alla Serie A, ha una grande passione: la Premier League. Tra tutte le squadre iscritte nel massimo torneo inglese ogni volta che lo vedevo mi parlava dell'Arsenal, unico club in grado davvero di farlo emozionare; lo notavo nei suoi occhi, quella per i Gunners è una passione vera, un po' come quella che ho io se penso al Manchester United e alla magia di Old Trafford.
Nonostante adesso il mondo del calcio sia ormai fermo e stracolmo di incertezze, mi sento di dire con assolutra certezza che non appena le danze si riapriranno e il pallone tornerà a rotolare, l'Arsenal potrà finalmente trovare una quadratura degna del blasone che possiede; i miei più cari auguri di pronta guarigione vanno anzitutto a Mikel Arteta, risultato positivo al Coronavirus, l'uomo che ha modellato la squadra secondo il suo credo e che cercherà di trattenere a tutti i costi Aubameyang, idolo di Tommaso.     

Se io per certi versi ho avuto la fortuna di assistere ad una partita all'Old Trafford, non nascondo che al piccolo Tommy piacerebbe recarsi all'Emirates, magari con me: posso dire che nonostante il mio tifo per i Red Devils sarebbe comunque un piacere vedere un match dell'Arsenal, ma ora, in questo mondo ribaltato, tutto si smorza nel giro di pochi attimi. Ciò che però nessuno potrà mai portarci via è la capacità di aggrapparsi ai sogni per non affondare, perchè come canta il celebre Ligabue "sono sempre i sogni a dare forma al mondo". Anche la musica aiuta grazie al suo potere di unione e di riflessione interiore, lo abbiamo visto un po' su tutti i balconi d'Italia, ed è per questo che dico al popolo italiano di avere la forza per superare questa montagna impervia; ognuno lotta con i suoi fantasmi interiori, come il desiderio che ho io di giocare con qualche bambino, però alla fine dopo il temporale c'è un flusso di luce, quella che ci illuminerà dopo aver sconfitto il Coronavirus.  

Tornando a Tommaso ho poco da aggiungere, se non che conservo il desiderio di rivederlo al più presto. Da ormai troppo tempo non credo più ai migliori amici, perchè alla fin fine chi dedica tutta la vita al "presunto" amico più caro purtroppo viene spesso ingannato; certo, gli amici si contano sulle dita di una mano, ma i bambini rappresentano la perla di felicità in un mondo troppo rude e movimentato.
Quella felicità che ho trasmesso a Tommy, ma anche quel sentimento di gioia che proverò una volta che avrò modo di riabbracciarlo... 







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