Le scorie tossiche dell'eliminazione dalla Champions League ancora nell’aria, una caccia ai responsabili, rilanciata da forum e social, che non ha risparmiato nessuno, una stagione che inizia a veder sfumare uno alla volta tutti gli obiettivi principali. In questa situazione, la Juventus scende in campo a Cagliari. Ha bisogno di una vittoria per ripartire, una vittoria per veleggiare in serenità verso una tranquilla qualificazione alla prossima Champions League, una vittoria per stabilizzare un ambiente che mai, nelle ultime stagioni, aveva conosciuto una situazione tanto critica. La Juventus affronta una trasferta insidiosa, in casa di un avversario che, con il nuovo allenatore Semplici, cerca di ripartire dopo il disastro della gestione Di Francesco e una classifica deficitaria che mette la permanenza in serie A dei sardi a forte rischio.
Nel pomeriggio un’Inter poco brillante è riuscita comunque ad imporsi sul campo del Torino. Un palo a porta vuota colpito da Lyanco, un rigore regalato da Izzo e trasformato da Lukaku per il primo vantaggio nerazzurro, l’illusorio gol  di Sanabria per il momentaneo pareggio granata, presto vanificato dal colpo di testa di Lautaro che, nel finale, consegna una vittoria fondamentale alla squadra di Conte. Questa la sintesi estrema della sfida andata in scena al vecchio Comunale, oggi stadio Grande Torino. Una partita che ha regalato ai nerazzurri tre punti pesanti che permettono alla capolista di conservare un vantaggio in classifica che non autorizza, per i tifosi juventini, particolari sogni o illusioni di rimonta.

In casa bianconera si continua la conta degli assenti. Dopo la partita contro il Porto, si è fermato per un problema muscolare Demiral, che è andato ad infoltire la lunghissima lista infortunati di questa stagione. Che qualcosa sia stato sbagliato nella programmazione da parte dello staff tecnico è ormai difficile da dubitare. Fuori anche Bentancur, ancora alle prese con il covid, indisponibili Buffon e Ramsey, messi fuori causa da problemi muscolari, e disperso tra le stanze e i corridoi del J Medical, ormai da inizio stagione, Dybala, la Juventus si presenta alla sfida della Sardegna Arena proponendo un 442 che, davanti alla porta difesa da Szczesny, vede una linea difensiva formata da Cuadrado e Alex Sandro sugli esterni e dalla coppia De Ligt - Chiellini al centro. In mezzo al campo, dopo la prova positiva contro la Lazio, Danilo viene riproposto in mediana assieme a Rabiot. Chiesa sulla fascia sinistra e Kulusevski sulla corsia opposta, accompagneranno l’azione offensiva portata da Ronaldo e Morata. Come sempre, Pinsoglio guida il tifo dalla parte bassa della panchina, supportato da Bonucci che occupa la zona superiore.
La risposta del Cagliari di Semplici è affidata ad un solido 352 che vede un terzetto difensivo formato da Rugani, Godin e Ceppitelli a protezione della porta di Cragno. A centrocampo, Zappa e Nandez dovranno coprire per intero le due fasce, mentre il trio composto da Duncan, Nainggolan e Marin agirà nel mezzo, con il compito di fare da scudo alla difesa e di supportare la coppia d’attacco formata da Simeone e Joao Pedro.

L’avvio di gara è abbastanza morbido. Le due squadre attraversano una prima fase di studio nella quale forse sono i padroni di casa ad apparire più intraprendenti poi, intorno al decimo minuto, è la Juventus a passare in vantaggio sfruttando la prima occasione. Direttamente da calcio d’angolo, Cuadrado pennella un cross perfetto al centro dell’area che incontra la testa di Ronaldo, dimenticato dalle marcature cagliaritane. La deviazione dell’attaccante portoghese è perentoria e non lascia nemmeno il tempo di reagire al bravo Cragno. La Juventus trova subito un gol fondamentale per iniziare a scrollarsi di dosso il peso dell’eliminazione subita contro il Porto. 
Nonostante il vantaggio bianconero la partita stenta a salire di ritmo. L’arbitro Calvarese fischia molto fin dalle prime battute. Diverse interruzioni intervengono a frammentare il gioco. La più lunga si rende necessaria per soccorrere Cragno, rimasto a terra dopo essere stato colpito da Ronaldo, arrivato forse con la gamba troppo alta su un invitante assist di Chiesa da fondo campo. Calvarese ammonisce il portoghese.
Favorita da un più semplice e comprensibile 442, la manovra bianconera, senza tutte quelle complicate transizioni che abbiamo imparato a conoscere in questa stagione, scorre più agile. Due tocchi, linee di passaggio chiare, il pressing portato dai giocatori del Cagliari che finisce sempre più spesso aggirato. Il baricentro della squadra è più alto, l’azione di recupero palla viene portata con maggiore convinzione.  Il Cagliari mostra tutte le difficoltà che stanno accompagnando la squadra sarda dall’inizio della stagione. Non riesce praticamente nulla ai rossoblù nella prima parte di gara. Alla Juventus basta superare la linea più avanzata del pressing avversario per trovarsi davanti praterie nelle quali affondare.
L’efficace azione difensiva portata da Danilo e Rabiot nella trequarti campo bianconera favorisce una ripartenza lanciata da Chiesa, velocissimo nel portare l’azione nella metà campo rivale. Lo scambio di prima intenzione con Ronaldo, larghissimo a sinistra, libera l’esterno sul vertice sinistro dell’area. Il filtrante rasoterra con il destro è perfetto e trova Morata solo davanti a Cragno, bravo ad opporsi all’incerta conclusione del centravanti spagnolo.

La Juventus coglie il momento favorevole della partita e affonda. Sfruttando tutta la verticalità di cui dispone, in due passaggi arriva in porta. Cuadrado da dietro, con un lancio, salta l’intera linea difensiva del Cagliari, aprendo alla corsa di Morata la metà campo avversaria. Lo spagnolo, largo sulla destra, trova un cross verso il centro che libera l’accorrente Ronaldo solo davanti al portiere. Cragno non può fare altro che abbattere Ronaldo. Calvarese fischia un rigore netto. Breve rincorsa, destro potente e centrale. Dal dischetto Cristiano Ronaldo firma la sua doppietta. Non sono nemmeno trascorsi venticinque minuti e la partita sembra già avviata, piacevolmente in discesa, verso Torino. La Juventus ha il pieno controllo del gioco. Le uniche note meno positive arrivano solo da Morata, appannato dai recenti problemi fisici e dai centoventi minuti disputati contro il Porto, e Kulusevski che evidenzia il solito disagio nel giocare largo a destra.
Il Cagliari accusa il colpo. Tenta una reazione ma non sembra avere la forza e le idee per impensierire la Juventus. Continua a salire con molti uomini esponendosi alle ripartenze bianconere. Il tre a zero è questione di pochi minuti. Arriva poco dopo la mezz’ora di gioco, con un nuovo contropiede condotto e rifinito da Chiesa con un pallone filtrante che, partendo dal vertice sinistro, taglia tutta l’area di rigore e trova Ronaldo in situazione di uno contro uno contro Rugani. Il portoghese controlla, rientra sul sinistro e tira forte, molto forte. Cragno neppure la vede. Terza rete della Juventus, tripletta personale per un Ronaldo determinato a scrollarsi di dosse le tante critiche, pesanti e ingenerose, che gli sono piovute addosso in questi giorni, e partita al sicuro.

Questa però è una stagione in cui è ormai evidente che le cose non possono mai andare bene fino in fondo. Insieme al terzo gol bianconero, arriva anche l’infortunio di Alex Sandro, costretto ad abbandonare il campo dopo poco più di mezz’ora a causa di un fastidio muscolare. Bonucci lascia per un momento il suo posto nella parte alta della panchina e si avvicina a bordo campo per un consulto medico con il terzino brasiliano. Entra in campo Bernardeschi che ha dunque a disposizione un’ora di partita per approfondire le sue conoscenze da terzino.

Tutto il primo tempo è interamente di marca bianconera. Non si ricordano azioni pericolose portate dal Cagliari. Per raccontare qualche momento di gioco nell’area di Szczesny, è necessario scomodare un tiro di Nainggolan abbondantemente a lato, una punizione dalla trequarti di Marin, controllata facilmente dal portiere polacco e un paio di calci d’angolo che non producono nulla di più che altrettante mischie.
La Juventus avrebbe la possibilità di affondare ancora. Sciupa due favorevoli occasioni in ripartenza, la prima con Morata, che servito da Ronaldo si intestardisce in un’azione personale finendo con il perdere il pallone, l’altra con lo stesso fuoriclasse portoghese che, smarcato da una grande giocata di Kulusevski a centrocampo, non trova la potenza giusta per servire Morata libero al centro dell’area, favorendo il recupero dei difensori del Cagliari.
Dopo quattro minuti di recupero, si chiude il primo tempo. Le squadre vanno al riposo. La partita sembra non avere più storia. Restano tranquille anche le varie chat di Whatsapp che solitamente accompagnano l’intervallo. Si registra solo qualche battuta sull’eventuale necessità di un pallottoliere per tenere il conto delle reti che la Juventus potrebbe segnare in questa serata alla Sardegna Arena.

Le squadre si presentano alla ripresa del gioco senza novità di formazione. L’ipotesi del pallottoliere viene subito frustrata da un avvio di secondo tempo approcciato dalla Juventus senza la giusta concentrazione. Come accade ormai da anni, in situazione di comodo vantaggio, la squadra si abbassa troppo, perde le giuste misure e diminuisce la precisione dei passaggi. Il Cagliari ha solo l’orgoglio da mettere in campo per tentare di riaprire la partita. Il ritmo della gara diventa leggermente più alto, i rossoblu si presentano con maggiore convinzione della parti di Szczesny. Il portiere polacco è chiamato alla parata su due conclusioni da fuori area di Marin e su una punizione insidiosa calciata da Duncan. La Juventus risponde con un nuovo contropiede vanificato da Morata, che in questa serata non riesce mai a trovare nelle gambe la forza per liberare la sua progressione. Il gol del Cagliari appare come un’eventualità non più tanto remota e arriva al quarto d’ora. Bernardeschi si lascia attrarre dallo scambio tra Ceppitelli e Zappa sulla destra, aprendo tanto campo alle sue spalle nel quale si inserisce il giovane esterno. Il cross arretrato di Zappa trova libero a centro area Simeone, dimenticato dalla retroguardia bianconera. Il Cholito ritrova il gol dopo diversi mesi. Prevedibile, in una stagione del genere, che accadesse contro di noi. 

La vittoria non sembra mai in pericolo ma è l’atteggiamento della Juventus a non piacere. Sicuramente i 120 minuti disputati martedì incidono nelle gambe e nella testa ma gli errori di misura diventano troppi, così come troppe volte la squadra prende dei rischi inutili nel giocare il pallone troppo vicino alla porta. L’intervento di Pirlo sembra necessario ed arriva intorno al settantesimo. Il tecnico richiama in panchina Chiellini, per quella che pare una staffetta programmata con Bonucci. Esce anche Morata, sostituito da McKennie. Contemporaneamente Semplici toglie Ceppitelli e Zappa per inserire Klavan e l’ex Asamoah. Con le sostituzioni effettuate, Pirlo dimostra per l’ennesima volta di vedere un calcio differente, un calcio tutto suo,  nel quale il terzino gioca mediano, il mediano gioca ala e l’ala fa il terzino. La situazione in campo non migliora di molto dopo l’intervento del tecnico. Se possibile, riesce ad aumentare la confusione della squadra, adesso schierata con cinque uomini fuori ruolo. Il vantaggio però è rassicurante. La spinta del Cagliari sembra essersi esaurita con il gol di Simeone. La Juventus ha ancora l’occasione per segnare, questa volta con Chiesa che, dopo aver avviato l’azione, arriva con un attimo di ritardo sul cross radente di Cuadrado.
Pirlo interviene ancora con le ultime due sostituzioni a disposizione. Lasciano il campo Chiesa e Cuadrado, rilevati da Frabotta e Arthur, chiamato a pilotare la squadra verso una serena conclusione di partita. Due tentativi di Pereiro, controllati facilmente da Szczesny, e un ultimo contropiede, avviato da Rabiot, rifinito da Kulusevski e concluso da Ronaldo con un tiro da posizione molto favorevole respinto da Cragno, chiudono la sfida. 

Arriva la vittoria che ci si attendeva e che la Juventus cercava per ripartire dopo l’eliminazione dalla Champions League e per dare un senso alla parte finale di questa stagione. Con i tre punti ottenuti alla Sardegna Arena, i bianconeri consolidano la loro posizione nella zona alta della classifica e mettono nel mirino il Milan, sconfitto a San Siro dal Napoli nel posticipo serale e ormai distante un solo punto nonostante la partita in più disputata dalla squadra di Pioli. La sensazione è che tra le formazioni in lotta per un piazzamento in Champions League, nonostante una classifica ancora favorevole, in questo momento siano proprio i rossoneri, in evidente fase calante, a rischiare maggiormente di restare fuori dai primi quattro posti.