Dopo 120 minuti e la lotteria dei rigori il Mondiale ha emesso un nuovo sorprendente verdetto: la Spagna, tra le favorite per la vittoria finale, viene eliminata dai padroni di casa della Russia, in una partita che ha visto confrontarsi due concetti di calcio agli antipodi: il tika taka degli spagnoli contro il vecchio "catenaccio all'italiana" della Russia.

Il commissario tecnico delle furie rosse Hierro decide di lasciare in panchina Iniesta, cervello della squadra nelle prime partite del torneo, mentre il collega russo Cherchesov cambia modulo passando dal 4-2-3-1 al più prudente 5-3-2 lasciando il peso dell'attacco sulle spalle possenti di Dzyuba e alla velocità di Golovin.
Fin dalle prime battute la partita è lenta e noiosa con la Spagna costretta ad un possesso palla sterile e lento per colpa della forte densità degli avversari in area di rigore.
Come spesso capita questo tipo di partite vengono sbloccate da un gesto di un fuoriclasse o da un pizzico di fortuna: quest'ultima bussa alla porta della Spagna che passa in vantaggio su calcio di punizione grazie ad un autogol della Russia. Sul finire del primo tempo arriva il clamoroso pareggio dei padroni di casa grazie ad un calcio di rigore concesso da una grossa ingenuità di Piqué, che salta in area di rigore con le braccia alte e viene colpito dal pallone, dal dischetto Dzjuba non sbaglia e mette i conti in parità.
Sarebbe lecito aspettarsi una reazione della Spagna nella ripresa, invece la partita diventa sempre più noiosa con la Russia chiusa nella propria metà campo e la Spagna incapace di aumentare il ritmo nonostante l'ingresso di Iniesta dopo 70 minuti e Rodrigo nei supplementari.
La partita si conclude ai rigori con la Spagna fuori e la Russia ai quarti, grazie al portiere Akinfeev che dopo quattro anni dal disastroso mondiale brasiliano si prende una meritata rivincita davanti al suo pubblico.

La vittoria è un vero e proprio miracolo da attribuire al tecnico che ha saputo cambiare in funzione degli avversari le proprie idee optando per una gara più accorta rispetto alle precedenti forte anche degli errori commessi da chi in passato ha affrontato la Spagna a viso aperto (citofonare Ventura) ed è finito con le ossa rotte.

La Spagna esce per colpa del suo stesso gioco diventato lento e prevedibile, del disastro allenatore con l'addio di Lopetegui alla vigilia del torneo, la giornata no di Isco e Diego Costa incapaci di prendere per mano la squadra nei momenti di difficoltà e l'assenza ingiustificata di Morata tra i convocati.

Per la Russia il sogno continua e ai quarti affronterà la Croazia che per passare il turno dovrà stare attenta alle mosse tattiche di Cherchesov.