Dopo la sconfitta con la Sampdoria, il Milan continua a non convincerevince a stento con una squadra di livello nettamente inferiore (concedendo agli avversari le migliori occasioni del match e facendosi rimontare due gol negli ultimi minuti con grosse leggerezze difensive) e non vince, anzi, cade miseramente contro la Roma, dopo una prestazione che voleva essere una risposta alle critiche e che, in fin dei conti, non è totalmente da dimenticare.

La risposta sarebbe dovuta arrivare come un grido alle orecchie dei tifosi, i quali, invece, sono riusciti a percepire solo un timido sussurro di reazione: durante il primo tempo la partita è risultata bloccata, con entrambe le formazioni impegnate maggiormente a disinnescare le potenziali occasioni avversarie; è nei primi venti minuti del secondo tempo che il Milan è riuscito a costruire le migliori occasioni, costringendo i giallorossi a retrocedere nella propria metà campo e andando anche vicino al gol. Tutto è cambiato quando, nonostante il buon momento rossonero, la partita viene sbloccata da un tiro con devizione di Džeko, che batte Donnarumma.
Tutto crolla addosso ai giocatori di Montella, che si annullano e concedono il raddoppio, con la difesa ancora schierata male.

Il sussurro, tuttavia, non lascia indifferenti i tifosi della Curva Sud, che applaudono al termine del match, e nemmeno i dirigenti milanisti che, ancora una volta, rinnovano la fiducia nel tecnico.
Il resto della tifoseria rimane, invece, accecato dall'amarezza per i risultati deludenti in campionato: il fatto di vedersi a meno nove dalla vetta già l'1 di ottobre si scontra con le grandi aspettative generate dalla campagna acquisti estiva. I grandi "campioni" acquistati d'estate sono diventati "bidoni" per i molti che puntano già il dito contro la nuova dirigenza, dopo averla abbondantemente acclamata fino a poco più di un mese fa.

Il punto è che tra i proclami estivi e i catastrofismi autunnali, la verità oggettiva è solo una: il Milan ha acquistato una serie di buoni giocatori, garantendo alternative valide nello stesso ruolo (avere una buona panchina è un vantaggio, non un danno), ma solo due veri campioni, ovvero Biglia e Bonucci, che ancora non rendono come da aspettative. Inoltre i titolari sono cambiati quasi totalmente, i giocatori non hanno mai giocato insieme ed è naturale che ci voglia ancora del tempo prima di vedere i risultati definitivi di una squadra che, in ogni caso, ad oggi racchiude un enorme potenziale.
Era, quindi, praticamente impossibile augurarsi una vittoria del campionato alla prima stagione, come molti ingenuamente fantasticavano. 

Sta ora a Montella l'arduo compito di accelerare il processo, per far diventare questo insieme di giocatori una vera squadra, ma soprattutto sta ai tifosi prendere esempio dalla Curva e non voltare le spalle a giocatori e società alle prime difficoltà, già ad ottobre.