Chiusa la sessione estiva del calciomercato, è tempo di somme e valutazioni.
Ogni società, nella figura principale del direttore sportivo, esce soddisfatta per alcune cose, rabbuiata per altre. Esattamente questo, il morale con cui si presenta Tiago Pinto, alla conferenza con cui chiude astrattamente, a doppia mandata, le porte del calciomercato. 
Abbiamo chiuso cinquantasette operazioni
Visibilmente provato dall’estenuante lavoro, il direttore mette i puntini sulle i, sottolineando la mole enorme di contrattazioni con cui si è imbattuto negli ultimi tre mesi. Lo scorso anno si diede un voto: sette e mezzo, ad un mercato che se vogliamo fu ancora più complicato di questo, dovendo fronteggiare l’infortunio di Spinazzola, e l’imprevista cessione di Dzeko, che lasciavano vuoti a cui non si aveva idea di dover mettere toppe, ai prologhi di quella sessione. Il grande obiettivo era il centrocampista, e invece arrivarono Abraham - grazie a Dio - e Vina… non me ne voglia il signore, mi fermo all’ode riservatagli per l’inglese, evitando di passare dal sacro al blasfemo.

Celik - Svilar - Wijnaldum - Camara - Dybala - Belotti - Matic: sette, quanto i milioni investiti complessivamente per i cartellini dei giocatori in entrata. Un capolavoro? Sì, un ca-po-la-vo-ro!
Eppure non è lì che si esalta il general manager giallorosso, perché se in entrata è arrivata qualità a fiumi, investendo pochissimo, è nelle cessioni di giocatori totalmente fuori dal progetto tecnico, che il direttore si è guadagnato il votone in pagella: 
Diawara - finalmente - ceduto a titolo definitivo all’Anderlecht, per 2 milioni di euro più 1 di eventuali bonus e il 50% della futura rivendita;
Olsen all’Aston Villa a titolo definitivo per 3,5 milioni 
Florenzi definitivo al Milan per 2 milioni più 500mila di eventuali bonus;
Carles Perez al Celta Vigo in prestito oneroso - 1 milione - e diritto di riscatto fissato a 10;
Reynolds in prestito al Westerlo con diritto di riscatto fissato a 7 milioni;
Villar alla Sampdoria in prestito con diritto di riscatto fissato a 8 milioni;
Calafiori definitivo al Basilea per 1 milione più 500 Milan di eventuali bonus, e il 40% della futura rivendita;
Veretout definitivo al Marsiglia per 11 milioni più 4,5 di eventuali bonus;
Kluivert al Valencia in prestito gratuito che può portare bonus (questa non l’avevo mai sentita…quando si dice economia creativa!) con diritto di riscatto fissato a 15 milioni (nel dubbio del probabile ritorno, contratto allungato fino al 2025);
Providence in prestito secco al Harteberg;
Volkerling Persson al Lecce per 800 mila euro più il 50 % della futura rivendita, oltre al diritto di riacquisto per 1,5 milioni e possibilità di pareggiare offerte di altri possibili acquirenti;
Felix alla Cremonese per 6 milioni più 3 di eventuali bonus e il 10% di una futura rivendita;
Milanese alla Cremonese per 700 mila euro più il 30 % di una futura rivendita;
Fuzato all’Ibiza a titolo definitivo gratuito e 300 mila euro di eventuali bonus;
Ndiaye alla Cremonese a titolo definitivo gratuito; 
Bouah alla Reggina a titolo definitivo.
Oltre a questi poi, Mkhitaryan, Santon, Oliveira, Maitland-Niles e Riccardi, lasciano Trigoria per rescissione del contratto (Riccardi), scadenza del prestito (Maitland e Oliveira) o fine contratto (Santon e Mkhitaryan).

Una sessione incredibile, che migliora sensibilmente il livello tecnico della squadra di Mourinho, e al tempo stesso alleggerisce la situazione degli uomini in esubero, con situazioni spinose in essere che si riducono al solo Coric e al francesino Bianda: “calma, perché non mi arrendo mai”, così Tiago quando gli ricordano che i due bivaccano ancora nel centro sportivo romanista, sperando di piazzarli ancora tra Belgio, Turchia o in qualsiasi altro luogo lontano dalla vista di Jose.

Due rammarichi, su tutti, per il manager portoghese:
In primis, non essere riuscito a monetizzare per la cessione di Kluivert, giocatore che era virtualmente del Fulham, e saltato per l’incompetenza dei dirigenti inglesi, oltre a quella dell’entourage del giocatore olandese, “rei” di non essersi assicurati di avere tutto le carte in regola, di poter rispettare tutti i rigidi paletti che permettono un trasferimento nell’Inghilterra post-brexit: uno “scherzetto” che pesa sulle casse della Roma, e che probabilmente ha azzerato le possibilità di arrivare a quell’innesto in difesa, che pure serviva sia tecnicamente che numericamente.
Il resto l’ha fatto l’infortunio di Wijnaldum, il quale ha creato la necessità di intervenire ancora sul mercato per il centrocampo, non permettendo l’esborso per acquistare un quinto centrale di difesa.
Senza dubbio, è proprio il mancato arrivo del difensore l’altro cruccio del direttore ex Benfica. E’ chiaro, anche dalle parole dello stesso Pinto, che la Roma non puntellerà il reparto con uno svincolato: si era più volte caldeggiato il nome di Zagadou, e invece con buona pace del francese ex Dortmund, e dei romanisti che speravano in un suo arrivo, il giocatore resterà senza squadra, o quantomeno non indosserà i colori giallorossi. 
Quello della difesa, inutile negarlo, resta un tarlo nella rosa capitolina: Mourinho che ha ormai scelto, possiamo dire definitivamente, la via del 3-4-2-1, si ritrova con quattro centrali, a fronte degli addirittura sei che servirebbero per una totale “copertura” del pacchetto arretrato, tra l’altro Kumbulla, alla prima presenza stagionale si è anche infortunato, creando già una situazione, se non di emergenza, almeno di “allerta gialla”. Sperando che il signore preservi a lungo soprattutto Smalling, eventualmente il tuttofare Cristante è pronto a sfoggiare le vesti da difensore, per tanto tempo indossate nell’era Fonseca. Tra gli utilizzabili in difesa, anche Vina, sperando di non vederlo comunque mai e per nessuna ragione, se non in qualche amichevole di novembre, quando saremo di scena in Giappone, per la preparazione invernale.

Che dire, lamentarsi dopo un mercato del genere, diventa delittuoso, si fa persino peccato. Passare da una rosa che chiude il campionato al sesto posto ad una che può lottare a pieno titolo per un posto champions, non era affatto semplice, e seguendo la strategia che aveva in mente lo stesso Pinto in prima battuta, probabilmente avremmo avuto una rosa in ogni caso superiore, ma probabilmente, non così superiore. Alla domanda su Frattesi, infatti, il lusitano non è rimasto indifferente, ha anzi affermato:
Davide è il mio giocatore preferito, escludendo quelli della Roma. Sarà tra i centrocampisti più forti della nazionale. Vado da un club, chiedo quello che vuole e devo rispettarlo.
Si evince quindi, che come raccontato un po’ da tutti, soprattutto tra Giugno e Luglio, in effetti il giovane del Sassuolo era stato obiettivo concreto della Roma. E allora tocca dire “grazie Sassuolo”, perché Frattesi è senz’altro un ottimo giocatore, ma quel che arriva dopo, non sborsando mezzo euro di cartellini, è decisamente più di quanto fosse il solo Davide. Il “cambio di rotta” avviene per via della difficoltà a cedere in tempi brevi giocatori in esubero, di conseguenza non avendo liquidità da investire prontamente sul mercato, ergo per Frattesi, la Roma si fionda a tutta forza sull’altro mercato, quello degli svincolati, attingendo a piene mani e prendendo giocatori fino a quel momento impensabili. Dispiace per il ragazzo, a cui è stata privata la possibilità di ritornare nella squadra del cuore, anche per le richieste davvero fuori dal mondo del Sassuolo. 
Chissà caro Davide, il destino è imprevedibile, così come le sessioni di calciomercato: se è scritto, sarai giallorosso, della Roma, un giorno o l’altro.
Nel frattempo, ci godiamo le prime reti di Dybala, l’arrivo del gallo Belotti, utile sia come alternativa ad Abraham che eventualmente accanto allo stesso, in situazione complicate, con risultati da ribaltare. Inoltre, pure per il britannico ritrovarsi a concorrere con un giocatore tignoso, forte, con cento gol messi a referto in serie A, diventa una bella sfida, oltre a un motivo ulteriore per spingere sempre al massimo, sia in partita che in allenamento.
Il prossimo direttore sportivo della Roma troverà una situazione migliore di quella in cui sto lavorando io
E logica, arriva la domanda: “Perché? Te ne vai?
E Tiago si lascia andare a un’affermazione che mette un minimo di tranquillità, almeno nell’immediato futuro:
Sono felice qua, per venire a Roma, ho lasciato il grande amore della mia vita (il Benfica). Ho un’empatia incredibile con allenatore e proprietà, non mi muovo per soldi, ma per le idee. Quando ho detto che il prossimo diesse avrà un lavoro più semplice è perché il nostro lavoro permetterà di avere maggiore sostenibilità. Non ho bisogno di rinnovare il mio contratto che è fino al 2024. Non sono come i calciatori che chiedono il rinnovo.”
A sentir la parola “rinnovo”, ai giornalisti si drizzano le antenne, e prendono subito la palla al balzo per chiedere del rinnovo di Cristante:
Se non ricordo male l’anno scorso mi chiedeste se con l’arrivo di Tammy avremmo potuto avere problemi in sei rinnovi, dopo un anno continuiamo a parlare della stessa cosa. Quando cominciamo ad arrivare a fine contratto se ne discute, ma al tempo giusto. Bryan sa perfettamente cosa pensa di lui la società, al di la di essere un grande giocatore è un grande professionista, farò tutto quanto in mio potere affinché rimanga qui, ma adesso fatemi riposare un pò, che è stato pesante.

Ma cosa vuoi riposare Tiago? Qua dobbiamo fare una Roma vincente, devi stare sul pezzo!
E per una Roma di livello, che possa ambire a titoli e prestazioni degne di nota, senz’altro importante la permanenza di Nicolò Zaniolo:
Non è mai stato vicino a partire. E’ felice e ha aiutato molto la squadra. Ora deve recuperare, ma mezz’ora fa ho chiamato Vigorelli (procuratore) per programmare i nostri incontri per non alimentare pagine di giornale.”
E’ chiaro come adesso, a bocce ferme, il rinnovo del ventidue diventi una priorità; se non altro discuterne, giacché l’esterno ex Inter, andrebbe in scadenza a giugno del 2024. 
Sibillino poi, su una domanda relativa a Solbakken:
Avevo letto che era venuto a Roma per fare le visite per un’altra squadra (Napoli). Se mi dici che non ha firmato, allora a Gennaio ci proviamo.” Non nascondendo, di fatti anzi confermando, l’interesse per l’esterno che tanto bene aveva fatto proprio contro la Roma nel girone di Conference League.

Un parere personale sul mercato giallorosso? 
Beh, forse da tifoso, rischio di essere poco oggettivo, ma il voto che va a questa sessione è altissimo, direi 9, perchè onestamente credo fosse difficile fare molto di più. Questa squadra è stata rivoltata come un calzino, rinforzata a centrocampo con il super-colpo Wijnaldum e in attacco con l’altrettanto sensazionale arrivo di Dybala. Che poi Gini si sia infortunato gravemente, non è certo colpa di chi questo mercato l’ha portato avanti; anzi, lode a Pinto, che in pochissimo tempo ha trovato un’alternativa all’olandese prendendo Camara dall’Olympiacos, che attenzione, alternativa non è, semplicemente perché non esiste uno che abbia le caratteristiche del nazionale orange, ma a mercato quasi finito, presentarsi comunque con un nuovo ingresso in mediana, non era affatto semplice, se non altro numericamente il reparto è a posto: Cristante, Matic, Camara e Bove, sperando anche nella crescita di quest’ultimo, che pure potrà essere utile nella serie sconfinata di partite che si terranno ogni tre giorni. In attacco la conferma di Abraham, l’arrivo di Belotti, e con la contemporanea permanenza di Shomurodov, viene definito completamente il ruolo del centravanti, con le più svariate caratteristiche dei tre per il ruolo; Dybala e Pellegrini, Zaniolo ed El Shaarawy, vanno a riempire lo spazio dietro le punte. L’arrivo di Celik, l’unico reale esborso economico dell’estate, risolve la grana a destra, finalmente senza il problema di doversi affidare ciecamente a Karsdorp e andare in paranoia in quel ruolo, ad ogni raffreddore o dolorino dell’olandese. Insomma, un mercato che ha dato a Mourinho, una rosa vicina alle aspettative.

Non dimentichiamo che lo stesso tecnico aveva fatto trapelare un certo malcontento, non trovando volti nuovi ai primi allenamenti. Oggi, al di là delle dichiarazioni di facciata - "Abbiamo speso solo più di Sampdoria e Lecce" - fatte più che altro per accentrare l'attenzione su di se, lasciando la squadra in una condizione di tranquillità, l'allenatore è invece molto soddisfatto degli arrivi, e della squadra a disposizione. E ci mancherebbe, aggiungerei.
"Serve un difensore, ma non ho il coraggio di chiederlo"
Manca il centrale, l’abbiamo detto. Chissà che non arrivi a Gennaio, spalla a spalla con Solbakken, e insieme a quello che sarà invece un grande acquisto certo: Gini Wijnaldum.

A Tiago: Guagliò non fare scherzi…dove vai? Stai qua e continua a fare il tuo lavoro, che stai andando alla grande! Lascia perdere chi ti prendeva in giro per il voto alto che ti eri dato. Denigrare a Roma, è un retaggio antico, soprattutto chi lavora per la società per cui questi "sostengono" di fare il tifo. La Conference, alla fine, ti ha dato ragione. Non è finita. Andiamo avanti cosi, insieme, per una grande Roma. Hai fatto tanto, silenziosamente, dando voce solo al lavoro, cedendo gente che non riscuoteva consensi neanche tra i familiari; ne hai portati altri che se arrivati in altri contesti, ne avrebbero tessuto le lodi finanche a farne docu-film.

Te lo do io il voto: 9! Di più no. Dieci va solo ai tifosi: a noi, a chi fa sold out in Roma - Cremonese e Roma - Monza, a chi il 31 agosto, ha già riempito il settore ospiti di San Siro per una gara programmata alle 18:00 del primo ottobre. 
Nove è troppo? Allora un otto pieno, penso che non faccia storcere il naso a nessuno.
Josè, adesso tocca a te! Ragazzi, tocca a voi! Fateci divertire! In Italia e in Europa! 

Nel cervello soltanto la Roma!
Il mio cuore batte per te!
Per il mondo inseguendo la Roma,
Nessun mai ti amerà più d me!
Per la Roma, alè!
Per la Roma, alè!
Per la Roma, alè alè alè!
Per la Roma alè alè!

ForzaRoma27