Oggi viviamo una realta' multimediale in cui ogni evento potrebbe avere una risonanza mondiale con un click. Ogni nostro momento della vita e le nostre abitudini sono cambiate e si sono trasformate. Anche il nostro amato football e' stato investito da questo fenomeno al quale non si e' potuto sottrarre per ovvi motivi economici, visibilita', brand, marketing, acquisizione nuovi tifosi (pensate quanti ne raccogliera' la Juve con nove scudetti di fila), canali tematici e via discorrendo. Da fine anni novanta il calcio grazie alla vendita dei diritti TV e' entrato nelle nostre case e la sua evoluzione ci ha permesso di essere sempre piu' dentro all'evento se si pensa che al principio osservavi il match di turno, mentre ora manca solo che giochi dal vivo con telecamera montata tipo on board della formula uno con il tuo giocatore preferito.
Le societa' con il passarre del tempo, sempre piu' bisognose di queste importanti entrate, hanno permesso alle televisioni di scoprire  territori che fino a ieri erano vietati. Pensiamo ai canali tematici di alcuni club, al pre partita con  vestizione nello spogliatoio, intervista tra primo e secondo tempo o l'arrivo della squadra allo stadio. Telecamere sempre accese, sempre sotto i riflettori. Chi piu' di tutti ha subito questo grande cambiamento a livello mentale e' sicuramente il mister che  deve affrontare le conferenze stampa prima e dopo le partite e subire attacchi da giornalisti sportivi specie quando si perde o si viene da un periodo di scarsi risultati. Questa e' la realta' e non si puo' eluderla, la conferenza stampa va vissuta,elaborata e studiata.Non ci si puo' andare impreparati ancora nel 2020, perche' e' stato dimostrato quanto e' importante per la credibilta' del lavoro del coach. E' l'immagine primaria che ci rimane, e' l'unica che abbiamo. Per questo che diventa vitale essere preparati ad affrontare le conferenze stampa, perche' la realta', almeno in serie A, ci narra ancora di allenatori che appena sono messi sotto pressione dagli addetti ai lavori (fanno il loro lavoro), vanno in crisi con conseguenti atteggiamenti o alibi, per giustificare la partita persa, che sicuramente ledono l'immagine dei professionisti quali sono. Mazzari al tempo allenatore dell'Inter giustifico' due mancate vittorie con: "il secondo tempo ha cominciato a piovere" e "abbiamo battuto piu' angoli". E queste sono quelle che piu' mi sono rimaste in mente per via dell'originalita, senza che me ne voglia il mister  gran professionista, ma indica la mancanza di lucidita' una volta che si e' incalzati dalle domande piu' che lecite dei giornalisti. Ma anche molti altri allenatori cadono puntualmente nella rete perche' privi di una certa preparazione mentale che li porta  a dire sempre le solite  frasi:
-abbiamo avuto il dominio della palla meritavamo di vincere(cosa vuol dire?)
-abbiamo creato sei o sette occasioni da rete(una al massimo)
-abbiamo perso con l'unico tiro in porta non meritavamo di perdere (perche'? sono stati piu bravi gli avversari)
-abbiamo dominato il match, partite cosi' in futuro se ne perderanno poche (e perdi anche la prossima)

Potrei continuare all'infinito, perche' se osserviamo le conferenze stampa ci parlano di questi continui alibi a mio avviso deleteri per l'immagine e la credibilita' di un allenatore sotto gli occhi di tutti e cosa piu' importante dei giocatori che allena. Oggi e' molto importante l'aspetto mediatico e qualsiasi mister dovrebbe comprendere l'importanza di tale evento e mettersi in gioco. Ma come?
Preparandosi ed allenandosi alle conferneze stampa, pronti, decisi, leader, comprensivi, autorevoli, simpatici ed antipatici a seconda dei casi, polemici ma con argomenti certi e non astratti. Tutto cambio' con il piu' grande innovatore che trasformo' il modo di affrontare i giornalisti e il giornalismo, perche' comprese prima di tutti come i media ormai avessero preso una fetta del calcio giocato che fino ai ieri era una sfera esclusivamente di mister dirigenti e giocatori. E di conseguenza si preparo' consapevole che il miglior modo per continuare a fare il mister senza tante ripercussioni sul gruppo e creando di se' l'immagine che lui voleva creare. Jose' Mourinho fu il primo ad indicare la strada, unico ed inimitabile e mai nulla fu lasciato al caso nelle sue fantastiche conferenze stampa. Molti altri mister hanno compreso l'importanza di tale fenomeno e hanno studiato come comportarsi sicuramente formati a loro volta da professionisti del campo. L'essere umano sotto pressione a volte regala il peggio di se' e basta veramente poco per danneggiare la propria immagine. Questa e' la realta' cari allenatori, la dovete accettare e di conseguenza agire, d'altronde i soldi dei diritti TV non li hanno solo presi le societa'.
Mi sembra che i contratti degli addetti ai lavori sono anch'essi aumentati.