L'argomento mi è stato suggerito dalle ultime vicende rigardanti la conferenza stampa del premier Draghi. Il punto dolente è stato il provvedimento sulle cartelle esattoriali, ovvero l'eliminazione di crediti ormai ritenuti inesigibili, che qualcuno ha definito come un condono "mascherato". Il premier, nella sua onestà e pragmaticità, ha dichiarato che in effetti era un vero e proprio condono, e che comunque era necessario, perchè riguardava situazioni ormai di difficile risoluzione, poiché il peso di milioni di cartelle gravanti su contribuenti falliti, o impossibilitati ad onorarne gli impegni, costituivano di fatto, un fardello sull'attività della stessa Agenzia delle Entrate.  

Personalmente, considero la parola 'condono' una presa in giro degli italiani onesti, seppure analizzi con realismo i vantaggi che il provvedimento preso può portare ad una platea di contribuenti tartassati da multe impagate e da interessi e sanzioni veramente incongruenti e inconciliabili con una vera giustizia fiscale. 
Effettivamente, il continuare a perseguire e perseguitare contribuenti inesistenti o insolventi senza possibilità di recupero, non porterà che ad un appesantimento dell'attività degli organi dedicati al settore, potendo così dirottare risorse e sforzi nella vera lotta all'evasone fiscale. Inoltre, Draghi stesso ha insistito sul fatto che uno Stato che si riduce ad un residuo di quasi mille miliardi di imposte non riscosse, presenta un volto non proprio rassicurante nei confronti dei cittadini destinatari di una legittima giustizia fiscale ed una più snella tassazione rivolta alla  riscossione dei tributi dovuti. La disposizione in oggetto consentirà a molte persone di potere ripulire la propria immagine, potendo così tornare a pieno titolo ad una rivalutazione della capacità commerciale e di credito, che spesso imprigiona persone che hanno avuto difficoltà nel lavoro, spesso alle prese della scure "cieca" del controllo fiscale, sovente rivolta più ad una ricerca spasmodica dell'illecito, anzichè ad una valutazione ragionevole dei fatti. Ricordo che circa venti o trenta anni fa, si comminavano multe di due o tre miliardi di lire con una facilità incredibile, anche a chi non li avrebbe guadagnati neanche in cinque vite. Ma poi bastava fare ricorso, e con poche migliaia di lire si sitemava tutto. Il sistema non sembrava per nulla serio, sia nella valutazione della multa esagerata, che nella riduzione sperequata rispetto alla gravità del rilevato. Forse è l'ora che si metta mano seriamente al nostro ordinamento fiscale, che soffre già di un difetto a monte. 

Il nostro ordinamento fiscale, non possiede, ancora oggi, un codice tributario, organizzato di suo, con leggi dispositive, sanzioni certe, e collegamenti adeguati con i quattro codici vigenti, ovvero il codice civile, di procedura civile, penale e di procedura penale. Ed allora come si procede a livello giuridico? 
C'è un Testo Unico, che racchude alcune raccomandazioni, che non hanno forza di legge, un po' come il Testo unico della strada, che regola la disciplina, ma è comunque subordinato a Leggi di rango superiore, si veda quelle citate, e soprattutto la Costituzione. Il Testo unico non porta certezza, anche perchè viene emendato continuamente, secondo nuove tendenze parlamentari o provvedimenti ministeriali. Ma si se pensa, che uno dei capisaldi del nostro ordinamento giuridico è la Legge n. 4 del 1929, che tra le altre cose, sanciva la non prescrizione del reato penale, il quadro è desolante. Oggi questa norma sembra non si applichi più, ma nel suo insieme, diversi paragrafi  della legge citata dispongono  ancora oggi come gli organi di polizia tributaria possono comportarsi nell'ambito della loro attività. 

L'altro caposaldo della nostra legge tributaria, è il riferimento agli articoli 3 e 53 della nostra Costituzione. L'art. 3 definisce il diritto di uguaglianza di ogni cittadino, sia per condizione sociale, che per trattamento davanti alla legge. L'art. 53, ricorda il dovere di tutti i cittadini al concorso delle spese contributive e sancisce la progressività dell'imposta, e questa per ovviare  a ingiusti prelievi  secondo i redditi che ognuno potrebbe percepire.   
Mi scuso per essermi dilungato in una mezza lezione di diritto tributario, forse anche lacunosa, non essendo io un professore di diritto, anche se comunque durante i miei esami accademici, affrontai anche quello di Diritto Tributario.

Vorrei, però, portare anche la mia lunga esperienza lavorativa nel campo finanziario e commerciale. Posso dire di avere visto cose che, parafrasando un noto film di Ridley Scott "voi umani non potete neanche immaginare", anche se poi è tutto immaginabile, ma alcuni umani fanno finta appartenga alla letteratura erotica del marchese "De Sade", oppure alle fiabe di Perrault. Si, forse esagero, ma a tal riguardo la fantasia al potere ha distribuito aneddoti incredibili, sempre  finalizzati alla giustificazione dell'evasione fiscale. 

Oggi le famose partite IVA sono nell'occhio del ciclone, e questo perchè chi può evadere le tasse appartiene a quella categoria. I lavoratori dipendenti ed i pensionati, se proprio non fanno un lavoro in nero, non hanno alcuna possibilità, nella loro attività dichiarata di evadere imposte, perché vengono computate dal sostituto d'imposta, datore di lavoro o Ente previdenziale, che non hanno nessun beneficio ad occultare somme, se non incorrere in gravi sanzioni. Ma ricordo i bei tempi, quando non c'era la Legge sull'Antiriciclaggio, e le banche non avevano compiti particolari, se non la protezione delle informazioni bancarie sui loro clienti(chiamato erroneamente segreto bancario, che in realtà non esiste). Si, alcune di queste "partite Iva", alla fine della stagione, accumulavano molti soldi non dichiarati, con i quali, o si compravano appartamenti, oppure reinvestivano nei Bot, che allora viaggiavano al 22%. E così il danno era doppio, perchè l'investimento in Bot (Buoni Ordinari del Tesoro) lo pagava chi purtroppo cedeva una cospicua parte del suo stipendio allo Stato, compresi gli interessi. Oltre al danno erariale, c'era il danno economico generale, perchè la disposizione di somme nell'acquisto di immobili, anche a prezzi lievitati, produceva distorsioni in un mercato già alle prese con la dinamica inflattiva del tempo. I prezzi dei beni aumentavano in continuazione, distruggendo gli stipendi e le pensioni, creando un gap di reddito al cospetto delle economie straniere, che non pativano il problema dell'inflazione, e relativa perdita competitiva nel commercio internazionale. Negli anni novanta, il ministro Ciampi, riuscì a combattere e sconfiggere l'inflazione proprio con provvedimenti di  tipo fiscale, aumentando la tassazione e agendo sulle prospettive razionali, che altro non era che agire sull'incertezza delle propensioni future alla spesa, rallentando la corsa ai beni di acquisto e propedendo, da parte dei cittadini, al risparmio di somme destinate a spese non necessarie. Nello stesso periodo, il Ministro Padoa Schioppa, veniva messo alla berlina perchè aveva definito le tasse "belle". I soliti politici della battaglia contro le tasse, ironizzavano, dicendo che la sinistra "ama" le tasse, strizzando così l'occhio ai soliti furbi dediti all'evasione. Personalmente penso che le tasse non siano belle perchè piacevoli da pagare, ma perchè con le tasse si finanzia la Sanità pubblica, le forze di polizia, l'organizzazione statale, compresi gli stipendi dei dipendenti pubblici, tra i quali il personale della scuola e, perchè no, gli stessi politici che invocano meno tasse (e più evasione). Mai come oggi abbiamo scoperto che quello che sembrava funzionare bene, in realtà, non era così funzionale ai bisogni dei cittadini. Anni di tagli per promesse elettorali, di indolenza fiscale e di scarsa visione programmatica ci hanno ridotto male. Con la pandemia, i problemi sullo stato delle nostre strutture e dell' organizzazione sanitaria, sono venuti al pettine, e tutti hanno invocato il rispetto degli investimenti dovuti per questo settore, ma nessuno prima si chiedeva perchè non si arrivava a questo proprio a causa dei tagli di bilancio ed ai privilegi concessi a strutture inadeguate, tendenti solo al profitto, che a loro volta avevano causato  il disastro. E come spiegare ai nostri cittadini che nella fabbricazione di armi, mine antiuomo, mitragliatrici ed altre macchine da guerra siamo tra i migliori al mondo, mentre non siamo in grado di fabbricare vaccini, e fino a nove mesi fa neanche mascherine? Ed allora mi sovvengono alcune domande!

Caro Draghi, ma è possibile che con tutti i problemi che abbiamo, vaccini che non arrivano, soldi che mancano ai cittadini per vivere, organizzazione del piano del Recovery Plan (o Next Generation EU), riforma del fisco e dell'organizzazione amministrativa, semplificazioni di leggi e ancor altro, si doveva necessariamente fare un condono, anche se probabilmente giusto? E' sembrato a molti un regalo elettorale a qualcuno, che pare abbia più a cuore la continuità del vecchio sistema su basi medievali, che una effettiva ricerca dei bisogni dei cittadini.  

Noi cittadini fessi, quelli che pagano le tasse, ci sentiamo molto delusi, perchè il cambio di passo verso una più moderna organizzazione della nostra società si orienta verso una nuova forma del manuale "Cencelli", rivolto al consenso elettorale. E ogni volta che esce un provvedimento, infastidisce vedere politici che esultano e vanno subito a farsi propaganda su tutte le televisioni.
Speriamo che un cambio di passo ci sia, perchè fino ad oggi si è ricalcato quello che ha fatto il Governo Conte, che una figuraccia come questa non l'aveva ancora rimediata, pur con tutti  i suoi difetti. Ma oggi chi rappresenta i  pregi? Si faccia una domanda, e si  dia una risposta e, soprattutto la comunichi  a noi italiani onesti, perché sembra che le tasse siano brutte, perchè le pagano sempre i soliti noti. 

Su di un muro ho visto la scritta: Meno Stato, meno tasse. Bisognerebbe spiegare all'ignoto scribacchino che lo Stato siamo noi cittadini, e che probabilmente ha ragione, perché meno tasse distruggono lo Stato.  
Cordiali saluti.