Mancano solo due giornate alla fine del campionato e poi conosceremo tutti i verdetti e potremo fare tutte le considerazioni sulla stagione. L'Inter è gia Campione d'Italia da diverse settimane, ma non per questo rinuncia a vincere le partite, anche se Mister Conte sta facendo giocare le riserve. La vittoria sulla Roma porta i nerazzurri a 88 punti dando la chiara dimostrazione che, per quanto il Milan potesse fare bene, magari eguagliando i punti fatti all'andata, 43, che avevano portato l'inutile quanto gradito titolo di Campioni d'inverno, non sarebbero stati sufficienti per vincere questo scudetto.

Situazione diversa si vive a Milano, sponda rossonera. Dopo la splendida vittoria contro la Juventus i ragazzi di Mister Pioli sono tornati a Torino, per affrontare la squadra granata del Presidente Cairo. Il 7 a 0 finale, fin troppo umiliante per una Società che è nel cuore di chi ama il calcio, è lo specchio del momento che attraversano i due club. Il Milan, messo alle spalle quel periodo di flessione che era più che logico aspettarsi, dopo una stagione lunghissima piena di impegni e praticamente collegata alla precedente, sta tornando ai suoi livelli migliori. Molti  giocatori sono tornati ai livelli mostrati ad inizio stagione. Specialmente, Theo, Kjaer, Bennacer, Diaz e Rebic, nuovamente travolgenti, mostrando la validità del gioco proposto da Mister Pioli, con movimenti collaudati e facilità a trovare la via del gol.

Certamente il Torino, proteso verso la salvezza, aveva già la testa rivolta alla partita di domenica, contro lo Spezia. La scelta di risparmiare molti titolari e non rischiare squalifiche ha spianato la via alla vittoria milanista che ha preso dimensioni imbarazzanti per i padroni di casa. Se anche la Juventus riuscisse a battere l'Inter, nel match casalingo di sabato, il Milan battendo il Cagliari sarà qualificato in Champions, dopo una lunga assenza di ben otto anni. Anche se per la conferma matematica servirà anche che l'Atalanta non venga sconfitta nella trasferta di Genova contro la squadra del presidente Preziosi. Pensare che erano in molti a sottolineare come Pioli sbagliasse regolarmente le seconde stagioni. Finalmente parleranno i risultati e non certo le statistiche basate sul nulla, su squadre e piazze, totalmente diverse.
Eppure a soli 180 minuti dalla fine di questo campionato così incerto ed a tratti entusiasmante, la qualificazione alla prossima Champions è ancora  incerta ed avvincente. Sono cinque le formazioni che possono conquistare i tre posti rimasti a disposizione per affiancare l'Inter nella competizione più ricca e importante. La Lazio si aggrappa solo alla "speranza". Benché abbia una partita da recuperare, contro il Torino, è staccata di cinque punti dalla Juventus, sei dal Napoli e otto da Milan e Atalanta, troppi per poter confermare lo splendido piazzamento della scorsa stagione. La posizione della Juventus si è notevolmente complicata con la brutta sconfitta subita dal Milan, domenica sera. Ora anche fare sei punti, battendo l'Inter a Torino e vincendo a Bologna, potrebbe non essere sufficiente. La squadra del presidente Agnelli deve sperare in un passo falso del Napoli a Firenze per poter raggiungere quella qualificazioni di vitale importanza per una Società che ambisce a vincere sempre e che annovera i campioni più forti e costosi. L'Atalanta e il Milan che si affronteranno all'ultima giornata, che si giocherà dopo la finale di Coppa Italia, hanno un vantaggio di tre punti e raggiungerle sembra un miraggio, anche se sperare è giusto e lecito.

Quindi Fiorentina - Napoli sarà decisiva. Lì dove Mister Sarri lasciò le speranze di vincere lo scudetto, nella città di Dante, l'unica in Italia senza Juventus Club. Dove la rivalità ai "gobbi", raggiuge l'apice. La domanda sorge spontanea :" ma la Fiorentina, a salvezza raggiunta, perchè dovrebbe avvantaggiare la squadra bianconera ? " I motivi per rispondere: "per sportività", non reggerebbero a tutti i soprusi subiti, ai giocatori "rubati" a cuori innamorati, iniziando dall'indimenticabile Baggio, il "fatal codino" e finendo con il recentissimo Chiesa. Lo stesso Commisso, il presidente americano della viola, conosce il peso di questa rivalità e il tentativo di dar vita ad una Super Lega a discapito di squadre come la sua, non aiuta a stemperare gli animi. La Juve è sola, come sempre, con Conte e Marotta che sperano di "pugnalare" chi non li ha voluti a Torino, con la Fiorentina che cercherà di scansarsi, come ha fatto l'Udinese a Napoli e come succede troppo spesso fra Società che necessitano di vendere giocatori e sistemare i bilanci.       
La Juve è sola, aggrappata ai suoi campioni, ma con una gestione autolesionista che procurerà danni ben superiori ad ogni più pessimistica previsione. A 180 minuti dalla fine è difficile pronosticare che la Juventus ce la possa fare, ma specialmente nessuno si aspettava la squadra più giovane del campionato, il Milan, avvantaggiata sui Campioni d'Italia ancora in carica.

Mister Pioli nel dopo partita contro il Torino, per la prima volta, ha voluto lanciare un messaggio a chi si è speso in critiche alquanto esagerate, una sola frase: "Ci davano per morti", con riferimento alla sconfitta contro la Lazio, uno scatto di orgoglio, di un uomo serio, di un allenatore umile, ma non per questo non all'altezza. Mancano solo due partite e poi ci sarà da scatenare le "penne", su una stagione finalmente esaltante, dove il Milan è tornato a giocare un calcio entusiasmante e a regalarci emozioni. FORZA MILAN.