Scriviamo pagine su pagine, si commenta ogni minimo particolare al punto che, se dipendesse dai tifosi o dagli opinionisti, non dovrebbero esserci difficoltà a trovare le soluzioni giuste per riportare la nostra squadra del cuore, il Milan, nuovamente ai vertici del calcio italiano e magari mondiale.

Le certezze con cui tutti riescono a commentare il presente, anche se il più delle volte sono totalmente prive delle analisi sugli sbagli fatti, oppure della logica possibilità, di avere certezze per il futuro, riempiono giornali e mezzi di comunicazione, riuscendo ugualmente ad interessare e coinvolgere, milioni di tifosi. Ciò può anche essere comprensibile se a scrivere o parlare lo fa chi è parte di questo "bellissimo circo", che fa da contorno allo sport che tanto amiamo e seguiamo, ma da chi è "lautamente pagato", nel tentativo di ottenere i migliori risultati sportivi, vorrei anzi pretenderei, una professionalità e conoscenza ben più qualificata rispetto alle "chiacchiere sportive", anche se esposte dai più bravi degli opinionisti.

Se il Milan non vince da molti anni, se il rendimento di giocatori e allenatori è sempre al di sotto delle aspettative, se invece di migliorare, anno dopo anno, si preferisce ripartire da zero, i motivi sono chiari e sufficienti per trarre insegnamenti e non ripetere gli stessi sbagli. Continuiamo a giustificare ogni problematica, imputando ai cambi di Società che si sono susseguiti negli ultimi anni, le ragioni degli insuccessi sportivi e le cocenti delusioni, come se ogni proprietà non conoscesse le problematiche precedenti e quali soluzioni adottare. Noi tifosi siamo costantemente alla ricerca dei colpevoli, nella speranza che sostituendoli si possa tornare a vincere. La nostra accusa non ha risparmiato nessuno, neppure Silvio, "Il Presidentissimo", mentre per questa stagione è il turno di Maldini e Boban, bandiere da sacrificare di fronte all'incapacità di fare un'analisi, non parziale, ma totale e specialmente, riuscire ad evidenziare quanto tutti gli sbagli fatti negli ultimi otto anni, esattamente da quando Ibra e Thiago Silva vennero ceduti al PSG, non hanno prodotto alcun insegnamento utile.

Possibile che nessuno si sia posto la domanda come mai un giocatore come Higuain sia voluto andare via solo dopo pochi mesi? Oppure, il fallimento di Giampaolo è solo colpa della sua "testardaggine, tecnico tattica", oppure una preparazione in tournee americana, privo di mezza squadra, ne ha notevolmente compromesso il lavoro? O ancora, una squadra che otteneva risultati più attraverso la "grinta di Gattuso", che attraverso il gioco, priva del suo condottiero, che prestazioni avrebbe garantito? Ancora, chi ha certificato Leao quale potenziale promessa, ritenendo viceversa Cutrone, non all'altezza? 

Sono solo domande e ne avremmo moltissime altre, ma le risposte dovrebbero aiutare una Dirigenza, all'altezza della situazione, a comprendere dove e perchè non si sono raggiunti gli obiettivi, evitando di ripetere gli stessi sbagli. Perché non perdo occasione per rivolgere critiche a Ivan Gazidis? Perchè è evidente che le colpe siano sue, nella scelta dei collaboratori, prima Leonardo e dopo Maldini, che lui ha voluto al suo fianco, non noi tifosi, senza riuscire a creare un rapporto di fiducia, consapevole che Paolo era all'inizio di un percorso, ma usato da parafulmine per salvare il proprio posto. Lui prospetta un percorso basato sul risparmio e sui giovani, per imitare l'Arsenal dove ha lavorato in precedenza, di cui nessuno ricorda l'anno dell'ultimo trofeo vinto. Se Gardini era in ballottaggio con Ivan, dispiace che il Presidente Scaroni, che già era in carica, non sia riuscito a suggerire al Fondo Elliott e al suo proprietario Singer, il dirigente italiano, di spessore ben superiore del sudafricano.
Una squadra forte e coesa si costruisce dalla dirigenza, questa è una certezza. Poi serve tempo, entusiasmo, capacità e idee. Sono talmente tante le variabili che influiscono sul rendimento di una squadra che dare giudizi su giocatori, specialmente se giovani, è molto difficile anche per gli addetti ai lavori più esperti. Ricordo che Rocco, il mitico "paron", diceva spesso che lui cercava prima l'uomo e poi il calciatore ed erano anni ben diversi e molto meno complicati del presente. 
Paquetà, Andrè Silva, Laxalt, Biglia o Kessie, solo per fare alcuni nomi di giocatori che non si sono espressi secondo le nostre aspettative, certamente non sono giocatori "scarsi", sono tutti nazionali, ma giocare con continuità, con entusiasmo e fiducia, magari in un contesto funzionale, garantisce un rendimento ben diverso. Ricordo ancora la prima frase di Biglia, fuori da Casa Milan: "Forza Lazio", fosse dipeso da me avrei stracciato il contratto ed infatti il suo rendimento, lontano da Roma, è stato modesto, per non dire pessimo. Chi ha avuto il piacere di allenare, anche se solo la squadretta del bar o della parrocchia, sa perfettamente che nulla migliora un giocatore più che giocare con continuità. L'esempio evidente sono la Lazio e l'Atalanta che stanno portando avanti da anni un gruppo e un progetto, raccogliendone i risultati.

Raccontarci che i giovani calciatori, potenziali campioni, che il più delle volte sono guidati da procuratori esperti, verranno al Milan, in questo Milan, quasi sicuramente fuori dalla Champion e probabilmente anche dall'Europa, attratti solo dalla certezza di un ruolo da "titolare", ma spaventati dall'assenza di programmi e certezze, come purtroppo Raiola continua a ripetere da tre anni, può essere una speranza, ma difficilmente potrà concretizzarsi e già quest'anno abbiamo visto a quali risultati si può ambire. Più realistico pensare che arriveranno giocatori giovani, punto. Quanti ne abbiamo visti in passato, scomparsi nell'anonimato o terrorizzati dal pubblico di San Siro? Purtroppo il mix fra giovani e esperti ad Ivan non piace e siccome è lui che fa le scelte, dovremmo farcene una ragione.

Essere il Milan dovrebbe garantire un punto di partenza privilegiato rispetto a molte altre squadre, specialmente in presenza di una proprietà economicamente così "solida" come è il Fondo Americano, ma purtroppo ho la sensazione che ciò non sia stato ancora compreso da chi ne è al comando, un contro senso se si guarda al blasone e alla storia di questa gloriosa Società.
Per ottenere risultati, serve una metodologia di lavoro, una Dirigenza che conosca il percorso da fare e le soluzioni da adottare, se poi sarà in grado di imparare dagli sbagli commessi, visto quali e quanti sono già ben visibili, allora tornare a vincere sarà più facile.