Grazie all'arrivo di Cristiano Ronaldo potremo finalmente riassaporare il gusto di veder giocare anche in Italia un Pallone d'Oro. C'è stato un tempo nel Bel Paese in cui campioni del genere ce n'erano a bizzeffe, e non era insolito assistere a partite in cui si fronteggiassero più Palloni d'Oro contemporaneamente.

Fu il caso dello scontro al vertice del 19 novembre 1995 allo Stadio Tardini, in cui si sfidarono il Parma di Nevio Scala e il Milan di Fabio Capello. Fu l'occasione per vedere all'opera 2 Palloni d'Oro - Hristo Stoichkov per i gialloblù e Roberto Baggio per i rossoneri - più un terzo in pectore, dato che George Weah verrà premiato da lì a poche settimane.

Non fu solo questo fatto a rendere memorabile quel pomeriggio: tra i titolari c'era anche un debuttante assoluto, il giovanissimo Gianluigi Buffon. A causa dell'infortunio di Bucci, mister Nevio Scala fu costretto a far esordire questo ragazzo non ancora maggiorenne (un po' come fece Mihajlović con Donnarumma). Una scelta coraggiosa e temeraria che verrà premiata: Buffon, che seppe solo quella domenica mattina della sua presenza in campo, sfoderò una grandissima prestazione, chiudendo senza goal subiti la sua prima partita in Serie A.

Tra i tanti salvataggi effettuati da Gigi in quel pomeriggio ce ne fu uno in particolare che entrò di diritto nel novero delle sue migliori parate in carriera. Il Parma era sbilanciato in avanti e George Weah ne approfittò innescando un fulmineo contropiede e arrivando a tu per tu con Buffon, il quale tuttavia lesse magnificamente la situazione gettandosi temerariamente sui piedi dell'avversario e fermandolo prima che potesse calciare a rete. Weah rimase esterrefatto di fronte alla prodezza di quel giovanissimo portiere.

Il mondo intero assistette quel giorno alla genesi di un campione.
Quel ragazzino slanciato e capellone ne ha fatta di strada da quel lontano pomeriggio autunnale. Oggi, superate le 40 primavere, si appresta ad iniziare un nuovo capitolo della sua straordinaria carriera. Buffon ha firmato un contratto di un anno con opzione per altri 12 mesi con i campioni di Francia del PSG. Una scelta di vita dettata dal profondo e sincero desiderio di "uscire dalla comfort zone che negli anni mi ero creato in Italia", una situazione che mal si concilia con l'innata inclinazione di Gigi alle nuove sfide. Buffon è consapevole che per raggiungere il suo sogno (la Champions) deve migliorarsi giorno per giorno mettendosi costantemente in discussione: nuovo club, nuovo paese, nuovo stile di vita, nuovi compagni non lo spaventano di certo. 

Tra questi nuovi compagni di squadra spicca un giovanissimo attaccante statunitense (ma di origini liberiane) che di primo acchito non ha attirato le attenzioni di Gigi. Durante il primo allenamento però, guardandolo meglio, quel ragazzino cominciava a ricordargli qualcuno, seppur ancora vagamente. Quei lineamenti del viso, il portamento fiero nonostante la giovane età, quel percepibile desiderio di aiutare gli altri: ma certo - pensa Gigi - è il figlio di Weah!

Timothy Weah nasce negli Stati Uniti nel 1999 e, fin da quando muove i primi passi seguendo le orme del padre, capisce che il calcio sarà la sua vita. Essere il figlio di un calciatore che ha vinto il Pallone d'Oro - l'unico africano ad esserci finora riuscito - non rappresenta un peso per Timothy, che anzi ha imparato ad usare questa pressione come leva per superare costantemente i propri limiti. Ha deciso di accettare l'offerta del PSG, club nel quale il padre si consacrò come attaccante di livello mondiale a cavallo tra il '92 e il '95, e di rifiutare qualsiasi prestito: vuole imparare più cose possibili da Neymar e Mbappé. Timothy è un tipo con la testa sulle spalle - ma con la giusta dose di ambizione - ed ha già centrato un importante record: è il più giovane calciatore ad aver segnato con la maglia della Nazionale statunitense.

"Lo strano percorso/di ognuno di noi/che neanche un grande libro un grande film/potrebbero descrivere mai/per quanto è complicato e imprevedibile/per quanto in un secondo tutto può cambiare/niente resta com'è."

Così recita una stupenda canzone di Max Pezzali. Niente è rimasto uguale da quel lontano novembre 1995. Oggi George Weah si è dato alla politica ed è il venticinquesimo presidente del suo paese, la Liberia; è nato - e nel frattempo è cresciuto - il figlio Timothy, che ha deciso di seguire le orme paterne, paradossalmente spinto più dalla madre che dallo stesso George; Buffon ha scelto di chiudere la sua parentesi amorosa con la Juventus e di accettare la sfida che gli offriva il PSG. Là dove oggi gioca il figlioletto di quell'uomo che nel 1995 consacrò Gianluigi Buffon al grande calcio.

Quando si dice "il destino"...