Oggi giovedì 20 febbraio nel leggere i quotidiani mi hanno colpito tre eventi accaduti in questa precisa data ed io desidero associarli alle tre fotografie  che ne simboleggiano, con i loro illustri personaggi, quel piacevole ricordo.

La prima fotografia risale al 20 febbraio 1986, quando l'allora industriale lombardo Silvio Berlusconi acquistava, dopo una lunga trattativa, l'A.C. Milan dalle mani di Giussy Farina a quelle del neo proprietario di Canale 5 ed in buona parte della Fininvest diventandone così in quel giorno padrone unico per poi a distanza di un mese esserne anche Presidente, nominerà al suo fianco quale Amministratore Delegato Adriano Galliani che rimarrà in carica per 31 anni fino alla vendita della squadra da parte della Fininvest alla Rossoneri Sport Investment Lux, società con sede in Lussemburgo e facente riferimento all'imprenditore cinese  Li Yonghong e da quel momento chiuse ufficialmente la sua carriera al Milan di Berlusconi con ben 29 trofei conquistati.
Nel rivedere la foto del nostro Presidente in questi giorni, è come ricordare uno dei nostri nonni scomparsi. Ci tornano in mente tutti quei bei ricordi legati all'infanzia e poi all'adolescenza e infine all'età matura. Trentun anni non sono pochi!... E' come veder nascere un bimbo, svezzarlo e farlo crescere insegnandogli tutto della vita e, nel nostro caso, del Calcio. 
Al di là delle controversie che si sono create negli ultimi anni della sua egemonia, e senza considerare le voci a latere della sua carica politica, bisogna, per parte di noi tutti tifosi milanisti, ringraziare quest'uomo per aver portato il Milan per qualche lustro sul tetto del calcio mondiale. Ora, ma presumo che sia più per rabbia, forse causa lotte familiari, o  per nostalgia, sembra si stia "divertendo" con il Monza... è un po' come il pensionato che passa il tempo con le parole crociate. Son certo che nel suo animo serba una voglia pazzesca di tornare al suo unico e sempre amato Milan!

La seconda fotografia risale al 20 febbraio 1979, quando scomparve prematuramente all'età di 67 anni una leggenda del calcio italiano e soprattutto di quello rossonero, il Paròn Nereo Rocco. Fu il primo allenatore in Italia che riuscì a vincere la Coppa Campioni, quel 22 maggio 1963 battendo il Benfica (vincitore degli ultimi due trofei) con reti di Eusebio e poi doppietta di Josè Altafini. 
Io personalmente ho di lui uno stupendo ricordo. Correva il settembre 1968, ero ventenne, andai con papà Renato ed uno zio a Milano, ospitati da un nostro cugino collega della stessa Redazione di mio padre, ma trasferitosi di recente dalla capitale a Milano. Quella domenica pomeriggio assistemmo a Monza al gran Premio di Formula 1, e poi alla sera ci fu l'incontro di Coppa Italia tra Milan e Ternana. I rossoneri s'imposero per 2 reti a 0, i marcatori furono Rivera e Sormani. Mio cugino mi aveva omaggiato della tessera della Stampa e così a fine gara me ne scesi nei corridoi antistanti gli spogliatoi nell'attesa che uscissero i calciatori.
Mi trovai per una buona mezz'ora tra un nugolo di giornalisti che, a quei tempi con il taccuino e penna in mano, intervistavano i protagonisti. Io riuscii a stringere la mano a capitan Rivera, e poi  a Rosato ed infine al grande Nereo che mi disse: "...oh..giovanotto...studi ancora?...- ed io - sì...mi sono diplomato ma frequento il primo anno di Univer....-...bene, bene....studia sempre...el ballon s'è solo per giocar!!" e si aggiustò la tesa del suo Borsalino! Che uomo! che persona!! Ho ancora i brividi e mi riecheggiano sempre nella mente quelle sue sagge parole! Non a caso oggi tutti i Milan Club hanno scritto una dedica su Milan News che così recita: "Sotto la sua guida abbiamo fatto risplendere i colori Rossoneri in Europa e nel Mondo: Nereo Rocco per sempre nei nostri cuori".

La terza fotografia è legata alla notizia odierna apparsa su tutti i giornali relativa alla scomparsa di un geniale pionere dell'informatica, il 74enne statunitense Larry Tesler che fin dal 1973 lavorò per la Xerox a Palo Alto in California in quel nucleo industriale che poi sarebbe diventato la Silicon Valley. E fu proprio lì, in quei laboratori, che ideò nell'interazione uomo-macchina un'importante innovazione inserendo nel software per l'elaborazione dei testi la possibilità d'inserire e sovrascrivere il testo facendo un semplice clic, trascinando, spostando e copiando il testo. Fu così che creò una delle modalità sicuramente tra le più usate nel mondo dell'informatica che poi venne battezzata come: taglia, copia, incolla.


Siamo all'antivigilia del match che i rossoneri affronteranno sabato sera contro i viola al Franchi.  Della partita non sarà Simon Kjaer, il  bravo difensore molto valido nel gioco aereo ne avrà, per un problema all'adduttore, per una decina di giorni. Per il resto la squadra si presenterà in campo così messa:   Modulo 4-4-1-1 In porta Donnarumma, a dx Conti, a sx Theo Hernandez, centrali Gabbia e Romagnoli, centrocampo da dx a sx     Castillejo, Kessie, Bennacer, Bonaventura, attacco 2a punta Rebic. 1a punta Ibrahimovic.  
Caro Pioli, non ti scervellare tanto, lo schema classico per tirare in porta lo devi ritagliare, copiare ed incollare dalle modalità dei nostri gol ottenuti nelle precedenti partite, ovvero: discesa personale di Theo o suo cross oppure di Calhanoglu, Castillejo e seguente passaggio a Ibra o Rebic e quindi realizzeremmo un nuovo acronimo calcistico " T/C/I " cioè Theo/ Calhanoglu  (o Castillejo )/ Ibrahimovic (o Rebic) che equivale all'acronimo informatico  "T/C/I " cioè  Taglia/Copia/Incolla.   
Dunque Mr. Pioli togli dagli armadietti spogliatoio di Milanello il foglio affisso con la nostra posizione di classifica e sostituiscilo con questa sigla: T/C/I che se preferisci può anche avere un secondo e più eroico significato: "Tenacemente / Conquistare / l'Impensabile!".

            I blogger di VxL di parte Rossonera ringraziano sentitamente la memoria di Larry Tesler.


Un abbraccio

Massimo 48