(La scena si apre sul Centro Sportivo Suning in memoria di Angelo Moratti, nella sala comune. Sono presenti Icardi, Perisic e D'Ambrosio, intenti a guardare un programma televisivo. A un certo punto, i televisori nell'intera struttura iniziano a funzionare male. Rumori statici in sottofondo.)

Mauro: Ehi, ma che succede? 

Ivan: Non si vede più nulla!

Danilo: Ok ragazzi, chi ha sabotato la tv? Marcelo? Sei stato tu?

(Improvvisamente, in ogni schermo appare l'immagine di una persona con una maschera di Peppino Prisco, sciarpa azzurra al collo e vestito interamente di nero, di fronte ad un tavolino bianco con dei fogli sopra, ed alle spalle, una tenda rossa. Tutti i giocatori e i dirigenti osservano l'individuo, che inizia a parlare.)

T: Buonasera, Inter. Prima di tutto, vi prego di scusarmi per questa interruzione...

(Cambio di scena, si inquadrano Ausilio e Gardini che osservano uno schermo nella sala conferenze)

Piero: Il canale di emergenza...!

Giovanni: Quello che usa il signor Zhang per le dirette dalla Cina...!

(Entrambi corrono lungo l'uscita della stanza, mentre la scena si sposta nell'ufficio di Sabatini, mentre in sottofondo si ode la voce di T.)

T: Come molti di voi, io apprezzo il benessere della routine quotidiana, dell'impegno in campo, la sicurezza di ciò che è familiare, ovvero le prime posizioni in classifica, la tranquillità della ripetizione di risultati utili consecutivi...

Walter: Porca madosca...!

(L'immagine torna sulla figura di T per un attimo, prima di spostarsi di nuovo nell'area palestra, dove sono presenti altri giocatori con Spalletti, intenti a guardare la televisione.)

T: Ne godo, quanto qualunque altro tifoso dell'Inter...

(Verso Spalletti) Roberto: Mister, chi è quello?

Luciano: Shh!

T:...ma nello spirito della commemorazione, affinchè gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla cacciata di un allenatore incompetente, o al termine di una partita atroce e cruenta conclusa con una vittoria vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto ad un giorno particolare, il ventidue maggio, un giorno, ahimè, sprofondato nell'oblio, sottraendo un pò di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere.

(La scena si sposta nuovamente su Piero e Giovanni, in corsa lungo un corridoio, agitati e scuri in volto, con in sottofondo il discorso che continua senza interrompersi.)

T: Alcuni vorranno torglierci la parola...

Piero: Fammi pensare...fammi pensare...

T: ...sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno le dichiarazioni dei dirigenti a dire che è un periodo momentaneo e che passerà...

(Il cellulare di Giovanni squilla, lo guarda, e lo mostra a Piero, che ancora corre.)

Giovanni: Il signor Zhang.

Piero: Maledizione...!

(Le immagini vanno su T, e sui vari giocatori e dirigenti di fronte alle televisioni.)

T: Perchè? Perchè, mentre le smentite possono smorzare il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perchè esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questa squadra.

(Al telefono, in corsa) Piero: Lo ha detto lei, signor Zhang, massima sicurezza! Mi ha detto lei di collegare tutte le televisioni della Pinetina per i suoi discorsi!

T: Mollezza e ingiustizie, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era l'impegno, lo spirito di squadra e l'ottimismo, lì ora avete promotori di paura e cattivi esempi, che vi costringono ad accondiscendere a pessime condotte e a sottomettervi.

(Verso Giovanni) Piero: Telecamere! Ci servono telecamere!

T: Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni di voi più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò, ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole...non c'è che da guardarsi allo specchio. Io so perchè state giocando male da un pò di tempo a questa parte: avevate e avete paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre sui social, terrore per i titoli sui giornali, discorsi nello spogliatoio: c'era e c'è una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, e il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale appiglio che avete: quello di appellarvi a chi vi dice che qui funziona così. Vi hanno promesso tranquillità e pace all'interno della squadra in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso.

(Scena nella stanza di Sabatini, sempre con gli occhi fissi sullo schermo. Un tecnico entra all'interno aprendo la porta.)

Tecnico: Signor Sabatini, abbiamo quasi finito le operazioni per spegnere tutto.

(Le immagini tornano nuovamente su T, ed alternativamente su tutti gli altri presenti nella struttura)

Ieri sera ho, e abbiamo, cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera abbiamo distrutto coi fischi la squadra, per ricordare a questa squadra quello che ha dimenticato. Otto anni fa, dei grandi giocatori hanno voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il ventidue maggio. La loro speranza, quella di ricordare ai giocatori dell'Inter presenti e futuri che l'impegno, la dedizione, lo spirito di squadra sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se a voi sta bene così questa situazione, se questi risultati negativi vi soddisfano appieno, vi consiglio di non pensare a ciò che accadde il ventidue maggio. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca di trionfi sportivi e di gioire come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, sin da oggi, nei campi della Pinetina e in ogni partita di campionato, e insieme offriremo un girone di ritorno che non verrà...mai più...dimenticato!

(Le televisioni si spengono simultaneamente.)

Tutti: ...

(Silenzio generale)