In questo periodo nel quale non si può vedere il calcio giocato, si può però ipotizzare come sarà il calcio nei prossimi 10 anni, ma anche nelle prossime 2 o 3 stagioni e questo lo si può fare parlando di mercato, soprattutto di giovani, da qualche tempo tornati di moda in un credo che dice che se vuoi vincere, devi avere un forte settore giovanile alle spalle, oltre che ai campioni in campo. Ideologia che ha reso grande il Barcellona e che nelle ultime stagioni si sta riaffaciando prepotentemente nel panorama calcistico europeo con la ribalta delle squadre in mano alla famosa produttrice di bibite Red Bull. Tra il Red Bull Salisburgo campione d'Austria, RB Lipsia e altre 4 squadre nel mondo, la Red Bull si è imposta nel calcio più o meno come ha fatto in Formula 1, facendo crescere i piloti nella scuderia Toro Rosso, per poi passarli, una volta già formati alla scuderia Red Bull Racing per farli diventare campioni, l'esempio più eclatante è quello del campione del mondo Sebastian Vettel. La Red Bull aumenta la sua fama nello sport facendo tutto da sé, costruisce una sorta di piramide di società fondata sulla crescita di giovani sconosciuti acquistati per pochi spiccioli e rivenduti a grandi cifre.
Al primo livello della piramide troviamo il Liefering, squadra militante nella seconda categoria austriaca e di proprietà RB, qui è dove arrivano i giovani alla primissima esperienza nel professionismo, una volta svezzati passano nel Red Bull Salisburgo, dove cominciano ad assaporare l'aria di palcoscenici più importanti e poi si arriva ad uno snodo cruciale, o si viene ceduti, come nei casi di Haland o Minamino più recentemente, oppure si resta legati alla famiglia Red Bull facendo il passo per la consacrazione definitiva, si passa al RB Lipsia, come nei casi di Upamecano, centrale di grande prospetto o di Naby Keita, poi venduto al Liverpool per 65 milioni di euro.

Molto curiosa è la storia della fondazione del RB Lipsia, infatti le lettere RB non corrispondo all'abbreviazione di Red Bull, essendo vietati in Germania i nomi di terze società in quello ufficiale della squadra, un po' come da noi dove non si può giocare con la maglia sponsorizzata da società di scommesse sportive, infatti il Valencia, quando giocò contro l'Atalanta, utilizzò una maglia senza sponsor, siccome sono sponsorizzati da Bwin, ex sponsor tra le altre della nostra Serie B. Dovendo stare ai regolamenti Dietrich Mateschitz, fondatore di Red Bull, ha affermato che RB sta per "Sport della palla sull'erba", che non significa nulla ma per le norme tedesche è accettato ed è anche il motivo che porta le tifoserie di tutta la Germania a pesanti insulti e prese di posizione contro di lui e il proprietario del TSG-1899 Hoffenheim, Dietmar Hopp, avendo anche lui sviluppato un progetto simile e sviluppato in parte dallo stesso uomo in due periodi diversi, Ralf Rangnick. Un'altra dichiarazione, fatta dal n1 di Red Bull nel 2009, anno di fondazione del RB Lipsia, diceva: "Voglio portare questa squadra in Bundesliga entro 10 anni." Oggi non solo gioca in Bundesliga, ma compete per i primi posti ed è ai quarti di Champions League, pensiamo inoltre che metà dei 10 anni sono stati passati nelle serie inferiori siccome il RB Lipsia sorge dalle ceneri del SSV Markranstadt, che nel 2009 disputava la Oberliga, quinta divisione tedesca, corrispondente alla nostra Eccellenza.

Il progetto, essendo sviluppato sulla crescita e la valorizzazione dei giovani, ha sfornato molti giocatori interessanti oggi già noti al grande pubblico e titolari nel RB Lipsia o in altri club europei importanti, come citavo prima i vari Upamecano, Haland, Sabitzer o Keita, ma ovviamente gli osservatori non si fermano e al Red Bull Salisburgo è già presente una seconda ondata di prospetti dal futuro brillante, magari in Italia.

Fino a gennaio se qualcuno diceva Red Bull Salisburgo, veniva automatico pensare ad Haland, ma dal giorno del suo trasferimento al Borussia Dortmund, la stella di questa squadra è diventata Dominik Szoboszlai, mezzala, esterno di sinistra o trequartista, nonostante la sua stazza imponente, 1,86 cm per 74 kg, riesce ad abbinare velocità ed eleganza come pochi della sua età, non a caso è il principale obbiettivo del Milan di Gazidis e di altri importanti club europei e italiani come la Lazio, squadra in cui gioca Milinkovic-Savic, di cui Szoboszlai è considerato da molti l'erede. Dall'altro lato del campo, galoppa invece il giapponese Okugawa, a 24 anni è alla sua prima vera stagione con la maglia del Salisburgo ma ha già fatto vedere ottime capacità. L'unica ala pura presente in panchina è Okafor, messosi in luce col Basilea, nel Salisburgo deve ancora trovare la sua dimensione, ma non avendo ancora 20 anni, di tempo ne ha molto davanti a sé per crescere.

Nel reparto offensivo gli austriaci hanno saputo coprire bene l'addio di Haland, grazie alla coppia formata da Patson Daka e Hwang Hee Chan, entrambi possono fare sia la prima punta, sia la punta di accompagnamento, sia le ali di un tridente. Hwang Hee Chan è in attesa della chiamata di un club estero per cercare fortuna al di fuori dell'Austria dopo la pessima parentesi all'Amburgo della passata stagione, non più giovanissimo ma ancora in grado di poter raggiungere livelli importanti, il 24enne sudcoreano da molte stagioni fa la voce grossa nelle Bundesliga Austriaca, dal 2015 col Salisburgo ha totalizzato 42 goal e 23 assist in tutte le competizioni. A differenza del compagno di reparto, Daka ha solo 21 anni e questa stagione lo ha portato all'esplosione, 20 goal e 7 assist in 34 partite, ancora acerbo per un trasferimento immediato in un club importante, ma il prossimo campionato darà sicuramente segnali decisivi per capire se potrà diventare un giocatore top a livello mondiale. Nonostante non giochi nel Red Bull Salisburgo ma bensì nel Leifering, il classe 2002 Adeyemi è già sulla bocca di tutti, dal 2016 ha una media superiore al gol ogni due partite, avendo messo in porta il pallone 38 volte su 70 apparizioni. Appena tornato alla base il 21enne Mergim Berisha, dopo le 16 reti e i 10 assist in 34 presenze durante il prestito al Rheindorf Altac, è lui che rappresenta la prima vera alternativa in attacco, insieme a Sekou Koita, 20 anni e già campione d'Africa under 20 col Mali, loro hanno ancora molta strada da fare, ma di solito gli osservatori Red Bull non sbagliano.

Arretrando in mediana troviamo tre giocatori alternabili a seconda delle esigenze, il primo è Enock Mwepu, può ricoprire ogni ruolo de centrocampo, dal vertice basso alla mezzala di spinta, avendo anche un certo feeling col goal, molto bravo ad impostare il gioco, ha realizzato infatti 9 assist giocando come perno in mezzo al rettangolo verde, sicuramente il più pronto dei tre per il salto di qualità. Gli altri due giocatori in questione sono Antoine Bernede e Majeed Ashimeru, il primo si è formato nelle giovanili del Paris Saint-Germain, è principalmente un mediano ma può essere anche il primo creatore di gioco, non ancora a suo agio negli schemi di Jesse Marsch, stiamo parlando di un 19enne molto promettente. A differenza dei compagni Ashimeru è quello con la vocazione più offensiva, può giocare in tutti i ruoli della metà campo e trova spesso il goal così come lo fa trovare ancor più spesso ai suoi compagni.

Passando al comparto difensivo troviamo come terzino destro e difensore centrale due scarti, se così si possono chiamare, di una delle più grandi scuole giovani del mondo, infatti Rasmus Nissen Kristensen e Maximilian Wober provengono dall'Ajax. Kristensen era stato acquistato dai lancieri nel 2018 dai danesi del Midtjylland a seguito delle ottime prestazioni, per sua sfortuna in queste due stagioni altri due giovani, tali Mazraoui e Serginho Dest, si sono imposti in prima squadra, facendo in modo che i dirigenti olandesi non puntassero più su di lui, ma se gli osservatori del Salisburgo ci hanno puntato, qualcosa in più lo ha di sicuro.
In mezzo all'area di rigore svettano i 188 centimetri di Wober, un ritorno in patria per lui avendo iniziato nel Rapid Vienna per poi essere acquistato dai Godenzonen nell'estate del 2017, nell'Ajax disputò una buona prima stagione, salvo poi perdersi l'anno successivo tra panchina e il prestito semestrale al Siviglia ed essere rimpiazzato da Perr Schuurs e dal "nuovo De Ligt" Kik Pierie, ha solo 22 anni e un brillante avvenire da protagonista ad alti livelli. Il suo compagno di reparto è il classe '97 camerunense Onguéné, una roccia di 186cm per quasi 80kg ma al contempo veloce e aggressivo, abile negli anticipi e un ottimo colpitore di testa, lo confermano i 10 goal in 130 partite, una media alta per un difensore centrale.

Parlare di giovani è sempre bello e stimolante perché permette di immaginare come saranno le squadre fra qualche stagione e chi saranno i prossimi campioni del mondo, almeno nella mia particolare concezione di calcio e ora che la Bundesliga è pronta a ripartire, godiamoci quello che fanno ora, visto che sono fin troppe le promesse mai esplose che avrebbero potuto dare al calcio qualcosa che non avrà mai.