Pechino continua a tenere "chiusi" i rubinetti sugli investimenti esteri considerati non strategici. Fra questi il calcio ma non solo. Anche l'immobiliare tanto per fare un esempio è stato uno dei settori colpiti dalla stretta. Le ragioni sono complesse.
Il Milan ed i suoi azionisti di riferimento, che per buona pace di quelli cascati dal pero, sono Haixia e Huarong e risentono di questa situazione.
Qualcuno può pensare davvero che ci siano degli imbecilli che buttano dalla finestra centinaia di milioni? Mi riferisco a 2 colossi di livello mondiale ed al loro management, ma anche al Gruppo Suning sempre per rimanere in Italia.

La decisione del Governo cinese fu rapida, improvvisa ed inattesa quando fu presa. Anche la rigidità nell'applicazione ha sorpreso tutti gli operatori economici. Elliott ed alcune grandi banche d'investimento si stanno già muovendo per trovare acquirenti al Milan.
I principali interessati sono tutti legati al petrolio. Usmanov, oligarca russo del petrolio, è il primo che si è fatto avanti. Possiede già il 30% dell'Arsenal ma vorrebbe liquidare l'investimento, anche per non irritare Putin che non vuole avere niente a che fare con la Gran Bretagna dopo la recente crisi diplomatica.
Dal punto di vista economico sarebbe una grande notizia per il Milan perchè stiamo parlando di una proprietà con mezzi economici importanti ed anche una notevole passione calcistica.
A mio parere la scelta presenterebbe qualche rischio però. Proprio quelli legati alle recenti tensioni geopolitiche. Non sarebbe fantascienza immaginare che le sanzioni alla Russia ed agli oligarchi possano divenire stringenti. A quel punto saremmo in una situazione simile all'attuale.
L'altro grande pretendente è El Fasaisi. Nobiltà degli Emirati. Molto ricco. Non stiamo parlando dello sceicco Al Maktoum, ma di certo il Milan rappresenterebbe il suo giocattolino preferito.

Personalmente senza altri elementi valutativi, quindi in maniera assolutamente superficiale, preferirei una soluzione legata agli Emirati. Sono meno soggetti a sanzioni internazionali nell'attuale convulsa situazione geopolitica. Li è un prestanome. Purtroppo la proprietà che è alle sue spalle pare avere i mesi contati.

Si mettano l'animo in pace sciacalli e iene varie, gallianisti di ogni risma. Il Milan non sparirà. Forse avremo altri mesi di turbolenza. Magari anche una sessione di mercato a parametri 0, ma il marchio Milan, nonostante gli ultimi devastanti anni di gestione del geometra è ancora ai massimi livelli mondiali del calcio.

D'altronde 7 Copponi sono sempre 7 Copponi!