L'estate scorsa toccò alla nostra Serie A; in quella presente, alla Premier League inglese. Fummo noi, dodici mesi or sono, ad introdurre per la prima volta la (il) VAR (Video Assistente Refree), divenendo anche noi i capostipiti e i precursori di qualcosa. Un qualcosa di eccezionale, destinato a cambiare per sempre il gioco più bello del mondo. 

La prima partita in cui venne utilizzata questa fondamentale innovazione fu Juventus-Cagliari (prima giornata del campionato 2017/2018), quando venne assegnato un calcio di rigore ai sardi, in seguito vanificato dalla prodezza di Gigi Buffon. Da quel preciso istante nulla sarebbe più stato come prima: all'arbitro viene concessa una possibilità un tempo utopistica, ossia quella di poter ritornare sui propri passi in determinati (e determinanti) episodi. 

Gradualmente il felice sistema ausiliario degli arbitri viene esportato in giro per l'Europa, dove diventa presto una garanzia di legittimità delle partite, salvo rari casi in cui l'arbitro incappi in un errore. Anzi un doppio-errore: prima la svista "live", a cui si somma la recidività nel giudicare in modo sbagliato l'episodio dubbio di fronte allo schermo assistenziale. Sono problemi accessori ed effimeri, in quanto la (il) VAR, con il passare dei mesi e delle partite, migliorerà fino a diventare uno strumento indispensabile per il calcio.

Nel "Paese dei Balocchi" della Premier ci si auspica di fare altrettanto, mediante l'introduzione di una regola che, ne sono certo, segnerà l'ennesima svolta epocale all'interno del dorato mondo del calcio. Una nuova regola decisa dall'indimenticato nazionale croato Zvonimir Boban che, appesi gli scarpini, si dedica tuttora alla politica pallonara in veste di vicesegretario alla Presidenza Fifa. "Ma qual è questa benedetta novità!?" Calma, lettore, un po' di pazienza...

Ebbene sì: verranno introdotti i cartellini - i canonici giallo e rosso - per sanzionare anche gli allenatori. In caso di comportamento scorretto, gli allenatori vengono subito allontanati e spediti in tribuna: ora, con lo strumento coattivo del cartellino giallo, verrà concessa loro una seconda opportunità. Qualora il comportamento scorretto dovesse continuare, diventando reiterato, a quel punto si procederà con la sacrosanta espulsione. Le sanzioni avranno - come nel caso dei normali giocatori in campo - valenza cumulativa: dopo 4 cartellini gialli, il coach incorrerà nella squalifica da scontare nella partita successiva. 

In quali casi i cartellini possono (e devono) essere estratti? Linguaggio inappropriato o gestacci nei confronti di ufficiali di gara; calciare o lanciare bottigliette d'acqua (anche addentarle non sarà più tollerato, caro Mazzarri); applaudire in maniera sarcastica e fare il gesto del cartellino in segno di protesta; uscire dall'area tecnica e inveire contro il quarto uomo.

Pure voi avete pensato ad un uomo in particolare, che reincarna tutte queste bellissime azioni? Dite la verità...Questi ha, per caso, capelli brizzolati - anzi, ormai bianchi come la schiuma delle onde che si infrangono sugli scogli di Setúbal - e un forte accento portoghese? Allora abbiamo pensato allo stesso allenatore: proprio quello che, dopo gli insulti all'arbitro Medley in un Chelsea-Southampton, venne squalificato con annessa multa da 50.000 sterline; lo stesso che, in un lontano Atalanta-Inter, prese per il bavero il giornalista Ramazzotti, venendo deferito e pesantemente multato; quello stesso allenatore che, minando il gesto delle manette in un indimenticabile Inter-Sampdoria (con i nerazzurri ridotti in 9), incorse in un'ammenda di 40.000 euro più 3 giornate di stop. 

Nemmeno gli anni che passano inesorabili sembrano averlo cambiato: José è sempre il solito, guascone ed attaccabrighe, sia in campo sia (soprattutto) di fronte ai microfoni. Non saranno di certo quattro ammonizioni e otto squalifiche a fermarlo. Tuttavia, come dice un celebre aforisma di Confucio: "Meglio un'ammonizione oggi, che un'espulsione domani..."