Suso​​, croce e delizia per i milanisti.
Con Montella e Gattuso ha sempre tenuto il suo posto da titolare, offrendo prestazioni buone alternate ad altre meno buone.
Nell'ultimo anno di Gattuso, in particolare, ha cominciato ad essere meno decisivo, più prevedibile, ma pur sempre utile.

Cambio allenatore, Giampaolo lo tiene al centro del progetto, nonostante prestazioni deludenti. Arriva Pioli. Lo conferma subito titolarissimo, al punto da tenerlo in campo spesso per 90'. Con Pioli però le prestazioni non migliorano, e l'unico goal arriva con la Spal. Ciononostante, lo spagnolo, che può giocare solo in una posizione, obbliga Pioli a giocare con un 4-3-3 improduttivo, sebbene le prestazioni di squadra lentamente migliorino. Finisce la delizia e rimane solo la croce per i tifosi. 

Qualcosa cambia a Dicembre 2019. Arriva Zlatan Ibrahimovic. L'ultimo vero top-player affermato passato dalle parti di Milanello. I tifosi, ormai spazientiti dalle giocate di Suso e dal suo atteggiamento recente, sperano che lo svedese lo risvegli dal torpore.
Giocano una partita insieme, Milan-Sampdoria 0-0. O meglio, uno scampolo di partita, in cui Suso non riesce a servire Zlatan, e anzi effettua passaggi improbabili che spazientiscono ancora di più i tifosi.

Ormai i fischi sono l'unico segnale che riceve dalla curva, e il rapporto tra giocatore e tifosi si rompe.
Pioli decide quindi di cambiare modulo, escludendo Suso e preferendogli Castillejo. Con il nuovo modulo, arrivano tre vittorie su tre, con prestazioni complessivamente buone e con grande impegno e partecipazione di tutti i giocatori.

Suso​​​ si sente fuori dal progetto e chiede la cessione. 

Teniamo a mente che non è mai stato un giocatore incedibile, sebbene la clausola rescissoria elevata abbia scoraggiato le varie pretendenti negli anni. Ad inizio stagione si parlava anche di rinnovo, con adeguamento a 6 milioni a stagione. Mai prima d'ora però, Suso è stato così convinto di andarsene.

Sono bastate tre panchine di seguito per fargli invocare la cessione. Questo fa pensare un paio di cose.
Uno, che Suso non ha, o non ha più, l'attaccamento alla maglia che si vorrebbe da un giocatore tenuto al centro del progetto per svariati anni.
Due, che non ha il carattere giusto per sopportare le critiche e i fischi, seppur reiterati. Come conseguenza di essere stato titolare per molti anni, si è forse sentito intoccabile e ha offerto prestazioni sempre più deludenti, convinto che comunque sarebbe sceso in campo lo stesso la partita successiva. È quindi stato uno smacco la prima panchina col Cagliari. 
A nessun giocatore piace stare in panchina, ma se dopo tre partite, invece di dimostrare di meritare un posto da titolare, si vuole andar via, si dimostra poco carattere.
Tre, che forse qualcosa si è rotto non solo con i tifosi. Nessuno di noi sa cosa succede nello spogliatoio del Milan, ma l'arrivo di Ibrahimovic, il cambio di modulo e il panchinamento di Suso sono avvenuti tutti nello stesso periodo.

È una pura illazione, ma l'accantonamento di Suso potrebbe essere stata una espressa richiesta di Zlatan, vuoi per una questione di compatibilità tecnica - in effetti Castillejo corre di più e dialoga meglio con i compagni -, vuoi per un impegno in allenamento minore di quello che lo svedese si aspetta. Sta di fatto che la rottura è totale, qualche società interessata si sta facendo avanti, anche se con cifre per il momento inferiori a quelle richieste. Per il Milan qualsiasi cifra incassata sarà plusvalenza, anche se siamo lontani dai 30 milioni chiesti in estate.

L'avventura di Suso al Milan ormai è finita, per la società non resta che cercare di trarre il maggior profitto possibile dalla sua cessione.

Se siete arrivati a leggere fino in fondo, vi ringrazio di cuore.




Sempre Forza Milan!

Alex