Jesus Joaquin Fernandez Saenz de la Torre, un nome lunghissimo, da hidalgo di una Spagna che non esiste più se non nei libri di storia, per identificare un brevilineo di appena 70kg. Non a caso soprannominato dal giornalista e super tifoso milanista Carlo Pellegatti "il cardellino".
Nel resto dell'ambiente calcistico invece è conosciuto come Suso.

Il ragazzo arriva al Milan, a parametro zero, nel gennaio 2015. Nonostante gli addetti ai lavori ne parlino come di un prospetto piuttosto interessante il suo sbarco avviene decisamente in sordina, celebre la foto dell'arrivo all'aeroporto meneghino di Malpensa senza neanche un tifoso ad accoglierlo.
Nel disastrato Milan di Inzaghi trova pochissimo spazio, chiuso fra il pupillo del Mister Jeremy Menez e quello del Presidentissimo Alessio Cerci, giocatori con caratteristiche simili ed assai più quotati. Tuttavia qualcosa di buono si riesce ad intravedere.

L'anno successivo, complice il ritorno alle due punte pure e non andato a buon fine il tentativo del tecnico Sinisa Mihajlovic di adattarlo trequartista dietro le punte, finisce sempre più ai margini. Nel gennaio 2016 per facilitarne la crescita in una realtà che gli concedesse maggiore minutaggio viene girato in prestito secco al Genoa.

"cura Gasperini" funziona eccome.
Al Genoa il giovane Suso mette in mostra tutte le sue qualità migliori, ovvero un innato senso del dribbling ed una buona capacità realizzativa.
Nell'estate 2016 torna al Milan. Si pregusta già un facile "deca" di plusvalenza tramite la cessione ad una qualche squadra da lotta piazzamento europeo della Liga quando invece un po' a sorpresa il neo tecnico rossonero Vincenzo Montella, un po' per naturale propensione verso gli esterni a piede invertito e la scuola calcistica spagnola, un po' per la difficile situazione societaria del Milan, ormai avviato verso la cessione ma non ancora ufficialmente venduto, che non permette voli pindarici, decide di puntati.
In breve tempo Suso e la sua classica finta a saltare l'uomo convergere verso il centro e liberare il suo piede mancino educato per il tiro dalla distanza diventano un must del Milan di Montella.

Al termine della stagione 2016/2017, quella del famoso quanto famigerato closingil cardellino di Cadice è ormai una delle colonne rossonere.
Complici le maggiori risorse mostrate dalla proprietà cinese ed il passaggio alla scuderia di Alessandro Lucci, agente romano procuratore di Bonucci e dello stesso Montella, lo spagnolo ottiene un rinnovo contrattuale con stipendio adeguato al suo nuovo ruolo all'interno della rosa rossonera e clausola rescissoria da 40 milioni di euro, il giusto per permettere al Milan di poter ricavare da una sua eventuale cessione una sostanziosa plusvalenza senza scoraggiare eventuali compratori.

Seppur positiva la stagione 2017/2018 mostra qualche piccola crepa. Suso rimane centrale nel progetto, ma dimostra minore continuità nell'arco della stagione, inoltre il suo "marchio di fabbrica", la caratteristica finta partendo da destra a rientrare verso il centro per poi calciare di sinistro, inizia ad essere ormai ben conosciuta e le difese italiane gli hanno un po' preso le misure.

Sullo spagnolo iniziano a piovere le prime critiche. Non è continuo, è autoreferenziale, cerca sempre la giocata personale a scapito dell'assist al compagno,il suo modo di giocare  fa arrivare pochi palloni buoni per la punta, non è duttile, sa fare solo l'ala destra per cui ci costringe al 433 fisso, queste le principali accuse mossegli.
Nell'estate 2018 si inizia a parlare di una possibile cessione.
Tuttavia un po' per mancanza di offerte veramente irrinunciabili, nonostante si vociferi di un interesse addirittura del Real Madrid, un po' per la difficoltà di trovare un adeguato sostituto in poco tempo Suso rimane in rossonero e la sua centralità nel gioco milanista immutata anche con Gattuso.
La stagione in corso si rivela meno prolifica in termini realizzativi e di continuità. La scarsa intesa con Higuain appare evidente così come suoi difetti rispetto ai suoi punti di forza.

Suso divide la tifoseria fra chi ne apprezza le doti tecniche, l'attaccamento alla maglia e la capacità di essere uomo-spogliatoio e chi ritiene che lo spagnolo pur tecnicamente dotato con le sue caratteristiche ed il suo modo di giocare limiti la crescita del Milan e la fluidità del suo gioco. Soprattutto in questa stagione dove i guizzi sono nettamente inferiori alle partite in cui Suso sembra davvero l'uomo in meno dei rossoneri.

Quest'estate quindi il cardellino è destinato a volare via dal nido?
Ad avviso di chi scrive sì. In presenza di una buona offerta e di un valido sostituto rientrante nei parametri Gazidis- friendly ovvero giovane affamato in rampa di lancio ma con un costo non superiore ai 20/25 milioni.