Il terremoto deve ancora arrivare. Ci sono state scosse importanti, ma non il vero terremoto. Nel giro di poche ore è successo di tutto e di più, rivolte dei tifosi, di alcuni giocatori, ed allenatori di alcune squadre coinvolte, come Klopp o Guardiola, mentre altri hanno preferito tacere, alcune società che hanno chiesto scusa o fatto un passo indietro dalla SuperLeague o SuperLega come la chiamiamo in Italia... L’idea della SuperLeague non è malvagia, ma ciò che è malvagio è tutto ciò che si è innescato.

A partire dalle reazioni pesantissime e dalle minacce sanzionatorie di UEFA e FIFA, inaccettabili, e sintomo di debolezza. Si sono comportate come se fossero i padroni del calcio, allo stesso modo di chi ha proposto la SuperLeague ispirandosi al modello NBA. Solo che tutto il moralismo che è stato fatto nel calcio, nel Basket non si è osato proporlo. Guai. C’è chi ha detto che non è più sport. E allora il Basket?

Moralismo da quattro soldi che è servito solo a mascherare lo scontro all’interno di un calcio globalizzato e capitalista, tra potentati e padroni. Questa è la realtà. E tutti ne sono usciti sconfitti. I tifosi, perché si è dimostrato che hanno un potere contrattuale di comodo e funzionale solo al sistema, per dirla in modo semplice, contano poco e niente, le società proponenti la SuperLeague, che non si sa con quale faccia ora andranno a giocare le competizioni europee, la UEFA e la FIFA per le loro reazioni, la politica, per la sua ingerenza, con tanto di discesa in campo di alcuni capi di governo. Un tutti contro tutti dove è il calcio ad esserne uscito con le ossa rotte diventato l'arena diabolica per uno scontro tra capitalisti che hanno trovato nel calcio una loro fonte di business e speculazione. Altro che sogni, altro che merito!

Un calcio indebitato fino all’inverosimile e il peggio deve ancora arrivare. La pentola SuperLega è solo la punta dell'iceberg. Ci saranno dei fallimenti, ci saranno scossoni societari,  dimissioni, ci saranno guerre intestine che continueranno, ci sarà un terremoto che è solo nell’aria oggi. Ma ci sarà. Eppure questa dovrebbe essere l’occasione per riformare il calcio. Seriamente. A partire dalla questione dei tetti stipendiali. Si deve dire stop a stipendi  indecenti, ci deve essere un limite, stipendi ultra milionari sono non più tollerabili, si deve ritornare ad una dimensione umana, ci deve essere un limite per il valore economico che le rose possono avere, e soprattutto ci deve essere una distribuzione delle ricchezze a favore delle società più piccole che partecipano alla medesima competizione. Visto che si è parlato tanto di merito e di sogni per dare la possibilità a chi non ha i mezzi di poter arrivare a competere per un traguardo importante europeo. Altrimenti saranno solo pietosi fiumi di parole quelli che abbiamo ascoltato in questi giorni. Se questa riforma non accadrà, il calcio è destinato a fallire e la SuperLeague, comunque andranno le cose nei prossimi anni, rimane un pacchetto su cui dover riflettere seriamente.
È stata bruciata per come presentata, così, di botto, un disastro che ha compromesso un progetto che aveva ed ha delle potenzialità notevoli e che non è detto che non verrà riproposto prossimamente per un calcio oggi insostenibile.
Sarà ancora lunga!