E quindi alla fine ha vinto la meritocrazia, ha vinto la passione e ha vinto il romanticismo. La superlega si è squagliata come neve al sole, distrutta come si è creata in qualche ora. Certo il fronte del no ha vinto ha esultato mentre il si, a fronte di alcuni esuli, hanno deciso di farsi da parte. Sembra però che non vi siano ripercussioni anzi sembra che il tutto procederà come deve andare. Invece io, che ho detto che no la superlega non bisognava farla, mi metto nel mezzo ora e osservo di nuovo il libro del presente e non è per nulla roseo come tutti vogliono far sembrare. Forse si sono smarrite delle informazioni per strada, ma dopo che il signor Agnelli ha lasciato l'Eca abbiamo avuto un nuovo rappresentante nella fattispecie il presidente del Psg, una squadra che ha una cultura in Francia sebbene il Palmares sia cominciato ad arricchirsi da quando è arrivato lui, da quando è arrivato il fondo del Qatar.
Diciamolo chiaramente nell'ultimo decennio il fondo del Qatar che gestisce il Psg ha colonizzato il campionato francese rendendolo una minilega che usa per allenarsi. Non è uno scandalo sia chiaro, anzi meglio per il campionato Francese a cui è stato permesso di crescere, ma è inutile affermare che la superlega distruggeva il calcio quando all'Eca ora c'è un presidente che è entrato nel calcio solo per interessi di natura economica, tanto che quando nel 2012 il Qatar Investment Authority acquista definitivamente tutto il PSG in Francia il presidente dall'Al Jazeera Sports lancia i suoi canali televisivi Francesi beIN sport. In una stagione riesce a far arrivare due dei calciatori più importanti al mondo Neymar e Mbappé per una cifra vicino ai 300 milioni di euro oltre ad altri svariati campioni che vengono strappati a peso d'oro con un potere d'acquisto che Club Italiani manco si possono immaginare. Questo recap per cosa? Per farvi capire che il Psg è da un decennio ai vertici del calcio europeo e Francese non per meritocrazia e nemmeno per la passione di cui tutti parlano ma grazie al foraggiamento del fondo del Qatar, quella stessa nazione che ora ospita i Mondiali di calcio e che Infantino questa settimana voleva propinarci la storia che ora i diritti umani vengono rispettati e come tutto sia progredito, ma purtroppo la storia è stata interrotta dal suo disgusto per la superlega per gli interessi gli stessi che hanno condizionato il sorteggio e hanno permesso di organizzare la massima competizione sportiva in un paese che non rispetta propriamente le regole.

Come ne esce dunque il calcio europeo da questa storia? Con un Cefferin che ora si crede il padrone di tutte le squadre Europee, ora lui con la Uefa potrà farsi avanti e dettare legge, perché giustamente ha sconfitto un manipolo di dissidenti. Mettendo il presidente Nasser Al-Khelaifi alla presidenza dell'Eca non si fa altro che distruggere ancora quella famosa meritocrazia di cui parlava il signor Cefferin e che in coda tutte le pecore, giornalisti, presidenti ed ex giocatori seguivano. Perché era troppo difficile fare un esame di coscienza e parlare che forse nel Calcio si è passato il limite, è uno sport e non è un grande parco giochi dove potersi sistemare per una pubblicità ad una propria azienda, spendendo e comprando. Il calcio oramai non è più un sport, è uno show travestito da sport, la meritocrazia esiste se spendi, se paghi i campioni se ti puoi permettere di investire almeno 100 milioni di euro in un calciomercato malato e che anzinchè essere curato viene nutrito con altra malatia, un business per pochi.

Ora Cefferin fa pure il gradasso e minaccia dicendo che chi non si dissocia da progetti esterni verrà punito, la verità è che si sta dimostrando peggio di Platini, almeno il Francese ex Juventus proteggeva chi aveva una potenza economica, ora il nuovo presidente della Uefa gioca pure a fare il piccolo dittatore, imponendo le sue leggi, conscio che i diritti della massima competizione Europea mantengono di diritto molte squadre di calcio. Dalla superlega molte squadre di calcio non ci hanno fatto una bella figura ma c'è anche da dire che nemmeno la Uefa ne è uscita linda, riuscendo perfino a risultare dittatoriale. Le squadre di calcio fanno girare i soldi e l'organo competente Europeo li trattiene senza mettere cifre rilevanti, la verità è che per il momento la bomba è stata disinnescata ma quando anche per altre squadre la situazione diventerà ingestibile, in termini economici,  sarà la fine perché la bomba esploderà ancora e non si potrà fermarla e il punto è che la stessa Uefa non fa altro che alimentare il fuoco facendo mosse da esordiente, ampliando la Champions per aumentare gli introiti dei diritti televisivi che vengono destinati una minima parte a chi la gioca, introducendo nuove competizioni che portano sempre a nuovi diritti che gestirà sempre la stessa Uefa, e mettendo infine al vertice personaggi che nel calcio sono entrati solo per il gusto di sponsorizzarsi, che le coppe le vincono si sul campo ma le anticipano prima nei calciomercato spendendo cifre folli.
La Uefa strepita, si dispera, urla e sbraita ma alla fine rimane della stessa sostanza delle squadre di calcio, piena di interesse. Alla fine di questa storia non ha vinto nessuno anzi ha vinto chi voleva maggior potere per poter fare i suoi comodi.

Chi ha perso? Le stesse squadre di calcio che tanto si ergevano a paladini a dire che la passione non si può abbattere così e che la meritocrazia è importante, perché ora la Uefa stritolerà ancora di più le squadre di calcio, come il normale corso della storia ha previsto, ovviamente nessun si è mosso per fermare tutto ciò e quando i presidenti di calcio avranno capito che possono gestire il giro d'affari da soli beh allora in quel momento Uefa e Fifa potranno guardarsi allo specchio e dire che la colpa è solo loro e di chi non ha fermato la macchina quando poteva farlo.