Qualche giorno fa sulle pagine della Gazzetta è uscita la notizia che l’UEFA avanzerà la proposta di una Champions League a girone unico a 36 squadre, che prevederebbe un aumento di partecipanti dalle 32 attuali e 209 partite a fronte delle 125 di oggi, preliminari esclusi, a partire dall’edizione 2024-2025, al prossimo Esecutivo, che si terrà ad aprile, in modo da cominciare a vendere subito i diritti tv per il triennio 2024-2027. Innanzitutto vediamo esattamente di cosa si tratta, partiamo col dire che non è una simil-Superlega, ipotesi sempre disprezzata anche dalla UEFA e dalle leghe europee, si tratta di unire tutte le squadre, che ora si dividono in 8 gironi da 4, in un girone da 36 in cui, però, non si sfideranno tutte le squadre, per esempio i club di prima fascia, affronteranno solo due team della stessa fascia, poi avranno altri incroci fino ad arrivare a 10 partite disputate nella prima fase, 4 in più rispetto a quelle attuali, che è il motivo principale per cui verrebbe apportata questa enorme modifica, vedere più partite della UEFA Champions League e vederne di più tra grandi team, senza aspettare la fase ad eliminazione diretta, ora come ora difficilmente si incontrano più di due grandi squadre ai gironi. Le leghe europee, dopo aver indetto un summit generale in fretta e furia, si sono mostrate disponibili nel collaborare con l’UEFA ad una riforma della Champions League, si pensa di trovare un punto d’incontro intorno alle 8 partite ai gironi, mentre si sono mostrate riluttanti per il fatto che questo cambiamento rischierebbe di diminuire l’interesse verso i campionati nazionali e non si è ancora chiarita bene la distribuzione di risorse finanziarie.

PERCHE’ SI'
Faccio il ragionamento opposto, parto dall’antitesi, infatti io sono totalmente contrario ad una Champions League in questo stile. Il motivo principe per cui da anni si sta cercando di avviare una riforma della massima competizione club UEFA è che, secondo diversi sondaggi, i tifosi vogliono più partite, preferibilmente tra squadre di alto rango, perché, tifosissimi, giornalisti e appassionatissimi esclusi, se aggiungessero solo gare come Juventus-Ferencvaros, l’interesse scemerebbe in fretta. Si sta pensando di far giocare alle squadre di prima fascia del ranking per coefficiente UEFA, almeno due gare contro team dello stesso livello e minimo tre partite contro club di seconda o terza fascia, fasce che diventerebbero più competitive e potrebbero regalare più scontri importanti nel caso dovesse appurarsi il sogno dei grandi campionati europei di avere ben cinque rappresentanti in Champions League. Altro punto a favore è che la modalità con qui si completerebbe il tabellone per gli ottavi di finale, le prime 8 qualificate sarebbero le prime 8 nella classifica generale, sono gare secche, si spera, in stile tennistico, quindi la nona contro la 23esim, la decima contro la 22esima e via dicendo, che potrebbero facilmente regalare grandi emozioni e anche aprire una possibilità maggiore di passaggio del turno a squadre meno blasonate rispetto a quanto non accade oggi con i gironi da 4 team.

PERCHE’ NO
Riprendendo quanto scritto poco fa, la possibilità di sfide tra squadre troppo distanti sul piano tecnico aumenta e queste raccoglierebbero un minor interesse, nonostante in partite di un calibro così importante possa accadere l’impensabile, non è da nascondere il fatto che a volte abbiamo una mentalità troppo ristretta e solamente leggendo i nomi delle sfidanti ci immaginiamo se il match possa essere divertente, noioso, scontato e magari lo scartiamo a priori. Sicuramente ci sarà una regola che vieterà, almeno agli ottavi, di incrociare squadre già affrontate nel turno prima, ma se così non fosse, il troppo ripetersi della stessa partita, dopo un po’ potrebbe stufare, già a volte le sfide disputatesi in andata e ritorno hanno questo effetto e quindi anche qui il concetto è sempre di diminuzione di interesse, anche alla lunga nelle varie edizioni della competizione. Il calo di interesse, però, preoccupa anche le leghe europee, che temono di perdere spettatori e quindi guadagni dalla vendita sia dei diritti tv, sia di biglietti. Un altro punto a sfavore è rappresentato dal fatto che, soprattutto le squadre classificatesi tra la nona e la 24esima posizione, vedrebbero i propri calendari infoltirsi ancor di più, come se già oggi non lo fossero abbastanza, specie in Inghilterra dove oltre alla coppa nazionale, la FA Cup, si gioca pure la coppa di lega, la EFL Cup, trofei che, a differenza di quanto succede qui in Italia, vengono tenuti molto in considerazione sia dalle società sia dai tifosi.

SOLUZIONI ALTERNATIVE
Parto dicendo che, sebbene sappia che non è più proponibile nel calcio di oggi, vedere per qualche stagione un ritorno alle origini, senza per forza rimettere Coppa dei Campioni come nome, anche se è più suggestivo, non mi dispiacerebbe affatto, anzi, mi incuriosirebbe assai e espanderebbe le possibilità di vittoria finale a molte squadre che con le modalità attuali possono solo sognarla, ma questa, più che una soluzione fattibile, è una mia utopia. Visto il passaggio di formula della competizione, da esclusiva per i campioni nazionali ad allargata anche alle cosiddette piazzate, oltre che il cambio di nome da Coppa dei Campioni a Champions League, per marcare fortemente il fatto che si volesse creare una sorta di campionato europeo per club, c’è chi, come me, trova la formula attuale perfetta ed emozionante così com’è e non cambierebbe nulla, anche se in realtà la distanza tra le gare di andata e ritorno degli ottavi di finale mi infastidisce un po’, si potrebbe almeno togliere la settimana di pausa tra la seconda tranche di partite di andata e la prima tranche di match di ritorno.

Se invece è obbligatorio cambiare, che sia per esigenze di raccogliere maggior interesse del pubblico o per motivi economici, in questi giorni mi sono interrogato su quale potesse essere una valida soluzione alternativa all’accentramento di tutte le squadre in unico girone e mantenendo la divisione in più gironi, fase della competizione che io trovo molto interessante ed è venuto fuori questo, premessa, come anche la UEFA non ha fatto, non mi soffermerò sulla fase dei preliminari: un’opzione potrebbe essere la riduzione dei gironi da otto a sei, formati tutti da sei squadre, come quelli per le qualificazioni agli Europei, in modo da arrivare a formare una competizione da 36 club esattamente come vuole la UEFA. Le partite sarebbero sempre di andata e di ritorno e quindi si raggiungerebbe il numero di 10 partite per club nella prima fase e il totale di 209, stesso numero ipotizzato dal maggior organo amministrativo del calcio europeo, con i primi due team di ogni girone qualificati per gli ottavi di finale. Il motivo per cui questa soluzione, per quanto sia solo un’idea frutto della mia inventiva, potrebbe essere interessante perché si verrebbero a creare, oltre che più partite, più partite di alto livello, visto che le big che avrebbero dovuto presenziare nei due gironi soppressi si inseriranno in uno degli altri e non solo perché, a mio avviso, dovrebbe essere rivisto il criterio con qui le squadre vengono ammesse alla competizione.
Mi spiego meglio anche con un esempio, si è discusso tanto di come negli ultimi anni fosse sempre più marcata la presenza di squadre di una stessa nazione alle fasi finali delle competizioni europee e quelle italiane difficilmente facevano tanta strada e questo credo che questo accada a causa del coefficiente UEFA per club, valore che assegna dei punti in base alle prestazioni europee di ogni club in un lustro e determina in che fascia stia una squadra al momento del sorteggio dei gironi. In quanto il calcio italiano, nell’ultimo decennio, sia andato in decaduta, il coefficiente dei nostri club era basso, Juventus esclusa, rispetto a quello di team inglesi che magari arrivano al quarto posto in Premier League o addirittura per una stagione nemmeno si qualificano in Champions League e ciò si abbatte quando vengono sorteggiati i gironi, gli esempi più lampanti sono stati i primi due gironi capitati all’Inter dal suo ritorno in UCL. A mio parere, la cosa più giusta da fare sarebbe che la posizione in cui ci si classifica in campionato equivalga alla fascia in cui si rientrerà, almeno per i primi quattro campionati secondo l’ordine del coefficiente UEFA per campionati nazionali, in modo da non favorire o sfavorire nessuno e creare gironi con più top club e con più big match, mentre per il resto della compilazione delle fasce, soprattutto quinta e sesta, l’utilizzo di questa misura può essere utile. Ipotizzando di mettere in atto questo metodo, è facile che possa venire fuori un girone con Bayern Monaco, testa di serie, Chelsea, ipotetica seconda classificata in Inghilterra, Atletico Madrid, terminata terza alle spalle dei due colossi spagnoli, Roma, vincitrice della lotta per il quarto posto in Italia, Olympique Marseille, piazzatosi in quinta fascia per coefficiente UEFA dopo aver superato i preliminari a seguito del terzo posto in Ligue 1 e, Viktoria Plzen, squadra casuale dalla sesta fascia. Non servo certo io per dire che sarebbe un girone molto stimolante da seguire e dove riscontriamo anche il lato negativo di questa teorica modifica della Champions, con più club di alto rango, le squadre minori, che oggi almeno possono sperare di lottare contro una massimo due big europee per un posto agli ottavi di finale o al massimo retrocedono ai sedicesimi di Europa League, diventerebbero sfavoritissime e le molte partite “già scritte” non farebbero altro che intasare il loro calendario e fargli sprecare energie per nulla, specie se i top campionati dovessero avere 5 rappresentati, cosa che a me dispiacerebbe molto e anzi sarei felice se nei prossimi anni dovessimo assistere a ribalte di squadre storiche finite in ombra come il Celtic Glasgow, l’Anderlecht o il Goteborg.

Insomma, riformare una competizione non è cosa da tutti i giorni, se in più parliamo della UEFA Champions League, forse una soluzione perfetta per tutti non verrà mai escogitata e quindi perché non rimanere così come siamo oggi, d’altronde, se i cambiamenti non apportano evidenti e notevoli miglioramenti, perché farli?