La Lazio batte ancora la Juventus, 3-1 come in campionato, e alza al cielo la Supercoppa italiana. Il pubblico di Riad osanna Cristiano Ronaldo, ma a prendersi la scena sono Luis Alberto, Lulic e Cataldi, che consentono ai biancocelesti di conquistare il primo trofeo stagionale, ultimo dell'anno solare 2019. Una vittoria meritata, a conferma dell'ottimo momento di forma dei capitolini e della bontà di un progetto che ha nel presidente Lotito, nel diesse Tare e nel tecnico Simone Inzaghi i suoi tre indiscussi protagonisti. La Lazio mostra organizzazione di gioco, qualità e capacità di gestione della gara. Neanche il gol del pareggio subito poco prima dell'intervallo, sull'unica vera disattenzione difensiva, intacca le convinzioni di Lulic e compagni. Nonostante l'alto tasso tecnico e le individualità della Juve, i biancocelesti rientrano in campo con determinazione, si riportano in vantaggio, resistono senza troppi patemi al forcing bianconero e chiudono i conti in pieno recupero. Il risultato "diciamo" clamoroso anche se non nuovo, rappresenta una svolta, un cambio nei rapporti di forza del calcio italiano. La Lazio, anzitutto, è una squadra molto più forte e importante del comune apprezzamento generale. Alcuni suoi giocatori – Acerbi, Milinkovic, Luis Alberto, Immobile e Correa – sono sicuramente di alto livello. Simone Inzaghi ha ormai dato conferma più volte delle sue grandi qualità. E’  un ottimo gestore del gruppo, produce un gioco aggressivo molto incisivo e al livello di quello delle grandi squadre (alcune delle quali tiene alle sue spalle), ha la pazienza di Giobbe per sopportare tutte le critiche e le isterie dell’ambiente romano, è un educatissimo e severo testardo che va avanti per la sua strada. La società, nelle persone di Lotito e Tare, ha costruito una squadra fuori dagli schemi, spendendo complessivamente abbastanza poco, ma lavorando meglio di molti altri, che hanno speso di più e ottenuto un rendimento peggiore. Alcuni giocatori oggi sono dei veri e propri gioielli. L’allenatore biancoceleste ha indovinato tutto, dalla formazione titolare alla gestione dei cambi. Luis Alberto, Lulic e Cataldi sono gli altri eroi di questo 2019, che si chiude alla grande per una Lazio che ormai sembra proprio essere diventata l’anti-Juve. In campionato è distante sei punti, ma deve recuperare una gara. A livello generale, la squadra capitolina mette in bacheca la sua quinta Supercoppa, la terza conquistata in una finale contro la Juventus. E ora, per Inzaghi e i suoi un po’ di vacanza. Mentre per Maurizio Sarri saranno giorni di inevitabili riflessioni: per vincere, CR7 non basta più.

E’ chiaro invece che nella Juve qualcosa stia succedendo, e che il rischio di una certa inquietudine possa turbare la stagione. Proprio nel momento in cui Sarri si converte al tridente Ronaldo-Dybala-Higuain – che non ha la continuità che uno si aspetterebbe e che qualche volta è un po’ traditore… – , la squadra flette, l’attacco fa molti meno gol di quanti potrebbe segnare, in difesa la squadra soffre. Succede con De Sciglio e Demiral, mentre non c’è convinzione piena di De Ligt. Mentre tutti siamo concentrati a parlare dell’attacco della Juve, i suoi guai sono in difesa. Molto banalmente perché prima c’era il reparto migliore del mondo o quasi (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini) e adesso forse Sarri non è il massimo degli specialisti per ricostruire e organizzare un settore del genere. Ma passando da Allegri a Sarri credo lo si sapesse e lo si fosse anche messo in preventivo. Il problema della Juve oggi è che raramente riesce a imporre il suo gioco in maniera prepotente, da padrona, non riesce a coordinare l’altissima qualità dei suoi campioni con un gioco che ora non ha né continuità, né forza, né coraggio. Ci sono allenatori che cercano il gol e il gioco in maniera lineare, diretta, verticale (Allegri, Conte, Gasperini) e altri in maniera molto più manovrata e geometrica. Ma oggi Sarri è rimasto nel mezzo, cercando un compromesso che ancora non ha trovato. Perdere la Supercoppa italiana non è tutto sommato un gran danno, anzi forse è un buon sistema per  ragionarci sopra, darsi una svegliata e lavorare su buchi e difetti della Juve. Nel frattempo tanto di cappello alla Lazio

Ronaldo Ko dopo dodici finali vinte

La Supercoppa Italiana vinta dalla Lazio a Riad è a suo modo storica - anche se in senso negativo - per Cristiano Ronaldo: il portoghese ha infatti perso la prima finale dopo 12 vittorie consecutive. Era dal 2014 che CR7 non mancava il successo nell'ultimo atto di una manifestazione: tre Champions League, tre Coppe del Mondo per Club, due Supercoppe Europee e una Supercoppa di Spagna con la maglia del Real Madrid, la Supercoppa Italiana 2018 con la Juventus più Europeo e Nations League con il Portogallo.