Sono nato negli anni '80, e so perfettamente cosa significa vedere il calcio italiano da ogni lato; dal campo, alle panchine, alle dirigenze e alle presidenze.
Negli anni 80 c'erano tutti presidenti italiani, dalle più famose famiglie Agnelli e Berlusconi, ai singoli Viola, Anconetani, Rozzi, per arrivare negli anni 90 con Paolo Mantovani, Massimo Moratti, Vittorio Checchi Gori e Luciano Gaucci, Franco Sensi, Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, per chiudere con la Famiglia Pozzo.
Oggi sono rimasti soltanto le Famiglie Agnelli e Pozzo, per il resto è stato tutto ceduto a società estere, e quel che prima pensavamo fosse soltanto un exploit, come le acquisizioni della Famiglia Pozzo di Granada e Watford, è divenuto in breve tempo un qualcosa che s'ingigantisce, ma stavolta all'inverso, gli imprenditori italiani cedevano a compagnie straniere, così prima l'Inter che passò da Moratti a Tohir, poi la Roma da Sensi a Pallotta, per chiudere con Berlusconi che cedette le sue quote a Li Yonghong. In quel momento rimasero soltanto Agnelli e Pozzo, che tutt'oggi sono dietro a Juventus e Udinese, per il resto una miriade di stranieri che hanno comprato i club italiani.

Ma se fin qui non c'è nulla di strano, quando si vocifera di imprenditori super miliardari ecco che tutto cambia.
Chi non si è mai chiesto perchè un super miliardario con soldi illimitati non si è mai comprato un club italiano? Ecco che per la maggiore la gente pensa "Per le tasse troppo alte da pagare in Italia", altri "Perchè la preferiscono la Premier League dove ci sono più introiti in entrata", forse però la risposta sta proprio nelle presidenze italiane e nel non voler far entrare gente con questi soldoni. Ora che non si prendano per certe le mie parole, ma perchè negli anni i vari; James Quincey (Coca Cola), Ingvar Kamprad (Ikea), Famiglia Mulliez (Leroy Merlin), George Soros (Soros Fund, dell'Open Society Foundations e fondatore e consigliere del Quantum Group), per poi chiudere con i ricchissimi che hanno comprato club ma in altri campionati; Nasser Al-Khelaïfi (PSG),Khaldun al-Mubarak (Manchester City), Vichai Srivaddhanaprabha (Leicester City), Dmitrij Rybolovlev (AS Monaco). Ora ci sarà da domandare davvero; Perchè nessuno ha investito pesantemente nel calcio italiano che per molti era il calcio più bello del Mondo tra gli anni 60,70,80 e 90? Perchè non gli è stato permesso d'investire...

Come ben sappiamo, in Italia fin dai tempi dei tempi ci sono sempre state proprietà italiane, e soprattutto Sponsor italiani, chi non ricorda UPIM sulla maglia della Juventus, Misura su quella dell'Inter, Barilla su quella della Roma, Cuore su quella del Milan e Buitoni su quella del Napoli, e ERG su quella della Sampdoria? Ecco, proprio questo era il mondo del calcio italiano, si campava su sponsorizzazioni tutto in casa, poi ecco che arrivarono negli anni 90 le sponsorizzazioni anche straniere, con il Milan che mise quella della OPEL, la Fiorentina con Nintendo, l'Atalanta con Taimoil, anche se in un qual senso resistevano le aziende italiane, soprattutto le piccole come; Cagliari e Pecorino Sardo, Bologna e Granarolo, Brescia e Ristora, Cremonese con Moncart, Genoa con Mita, oltre alla Juventus con Danone e l'Inter con Pirelli. Poi gli anni 2000, dove la Cirio di Cragnotti investiva sulla sua società Lazio, e la Parmalat di Tanzi sul Parma, ma proprio negli anni 2000 c'era un forte cambiamento verso le aziende esteree: Juventus e Tele Più (Sky), Milan continuava il connubio con Opel, anche se bilanciate da Inter e Pirelli, Roma e Ina Assitalia. Ma di colpo esplode il calcio inglese, che prima era seguitissimo ma soprattutto fuori dall'Italia, il calcio cambia, le squadre inglesi cominciano ad essere ambite dai super ricconi, pronti a portare sponsorizzazioni pesantissime nel campionato inglese, ed ecco che se l'Italia chiude ad investitori esteri, in Inghilterra è aperto a tutti la possibilità di acquisire un club, dai meno noti ai top, così la Premier balza davanti a tutti dall'arrivo di Roman Abramovic che fa da apri pista a chi poi a sua volta ha acquistato gli altri club. Oggi la Premier è ricca, anzi straricca, e la Serie A invece? La Serie A è rimasta incantata dagli investitori USA, pseudo ricchi, se non di patrimonio personale al quale non interessa attingere, e che arrivati in Italia non hanno fatto altro che mantenere le squadre allo stesso livello di quando le avevano acquisite.

Chi sono i ricconi in A?
Nel 2011 la famiglia Sensi, dopo la morte di Franco, indebitata fino al midollo deve cedere alle Banche romane, che a sua volta girano la società nelle mani di Thomas Di Benedetto, imprenditore di Boston, al quale viene attribuito un patrimonio da super miliardario, ma nella lista stilata da Forbes non risulta nei primi 200 ricchissimi del Mondo. Di Benedetto poi cede a James Pallotta, rivenduto come l'azionista di maggioranza dei Boston Celtics, che avrebbe un patrimonio stimato in 10 miliardi di Dollari, ma stilando la lista Forbes, l'americano non risulta proprio nemmeno come l'ultimo, per chiudere con Dan Friedkin, nuovo proprietario della Roma, proprietario della Hyundai americana, e che risulta si nella classifica Forbes, ma al 181° posto con 4,1 miliardi di Dollari. La Roma? Dall'addio dei Sensi ad oggi non è cambiata per nulla, anzi è peggiorata, e i fondi spesi? Il debito di Sensi, fu ristabilito da Pallotta, che poi ha ceduto con debito pesante a Dan Friedkin che a sua volta ha coperto il debito lasciato dal suo predecessore, ma che nel complesso non ha fatto nulla di eclatante sotto il profilo societario, se per cosa importante è stato portare il solo Josè Mourinho all'ombra del Colosseo. 

Passiamo all'Inter, dove Moratti nel 2013 dopo aver speso più di 1 Miliardo di Euro nella sua gestione ultra ventennale, lascia la sua società a Erick Thohir, imprenditore indonesiano, immerso nel Mondo dell'automotive, la raffinazione di gas naturale, la ristorazione, l'immobiliare, i mass media e, in particolare, nel settore della produzione di carbone, ricchissimo in patria, addirittura al 19° posto in patria, ma nel resto del Mondo al 1290° posto tra i più ricchi, ma nel 2019 dopo appena 6 anni cede la società dalla quale 150 milioni di Euro alla famiglia Jindong con a capo Zhang che però è un politico in patria, Cina, e passa la presidenza al figlio Steven, patrimonio familiare stimato in 7,6 Miliardi di Euro. L'Inter dall'addio di Moratti ad oggi com'è cambiata? Pensando fortemente che dal 2013, anno dell'addio di Moratti, al 2022 l'Inter ha portato a casa 'soltanto' 1 Scudetto e 1 Supercoppa Italiana in 9 anni...

Passiamo al Milan, che nel 2017 saluta la Famiglia Berlusconi, famiglia che gli ha fatto vincere tutto e portato campioni a non finire, Silvio è in politica, quindi tutto è nelle mani della figlia Barbara, che però non è adatta a ricoprire tale ruolo, la società viene ceduta, all'imprenditore cinese Li Yonghong, patrimonio stimato a 504 Milioni di Euro, socio di maggioranza della Guizhou Fuquan Group, società attiva nell'estrazione mineraria, lavorazione e vendita di prodotti in fosforo, proprietaria della più grande miniera di fosforo cinese. Però la sua identità dondola, tanto che non solo chiede un prestito al fondo Elliott, ma proprio nello stesso anno viene aperta una inchiesta sulla falsa proprietà delle miniere, tanto che di colpo sparisce nel nulla, la Elliott così non avendo ricevuto l'altra parte della somma diviene la nuova proprietaria della società rossonera. A capo del fondo Elliott c'è Paul Singer, per Forbes è il 222° uomo più ricco degli Stati Uniti e 665º del mondo, con un patrimonio netto stimato di 4,3 miliardi di dollari. E in attesa che arrivi questo nuovo proprietario, si vocifera di Invescorp, gestore globale di prodotti di investimento alternativi, per clienti privati ​​e istituzionali. fondata in Bahrain nel 1982, ci chiediamo e il Milan dall'addio della Famiglia Berlusconi ad oggi che migliorie ha avuto? Bhè il Milan dal 2017 ad oggi non conta nulla nella sua bacheca, anzi in 5 anni ha ritrovato la partecipazione in Champions, che mancava dalla stagione 2013-2014, quindi ben 8 anni, e poi? Gli investitori dove hanno investito oltre che in società?

Ora ci soffermiamo a queste società, che in pochi anni hanno cambiato proprietà ben ben tre volte, e che non solo si sono trovate a dover guardare vincere altri club, ma soprattutto sbattute a destra e manca, con pseudo ricconi che avrebbe promesso mari e monti, e che alla fine non hanno mantenuto tali promesse, anzi.
La domanda quindi torna: "Sapete perchè in Italia non investono questi super ricconi così come hanno fatto in Inghilterra e Francia?".
Fatevi una domanda e datevi una risposta.