Superato l'ostacolo Sassuolo e raggiunta la semifinale di Coppa Italia, il calendario propone per la Juventus lo scontro diretto contro l’Atalanta. Nonostante il periodo attraversato dalla squadra di Gasperini, decisamente il meno brillante di queste ultime eccellenti stagioni, sul difficile campo bergamasco andrà in scena un confronto sicuramente più decisivo di quanto Allegri, nel corso della conferenza stampa di vigilia, non sia stato disposto ad ammettere. Oltre al peso dei tre punti in palio, la partita determinerà infatti anche quale tra le due contendenti avrà il vantaggio dello scontro diretto, dirimente nell'eventualità di un arrivo a pari punti. Con l’Atalanta in questo momento avanti grazie alla vittoria ottenuta nel confronto andato in scena a Torino nel girone d’andata, la Juventus, che arriva alla partita in una situazione mentale e fisica migliore rispetto ai rivali, è chiamata a cercare una vittoria che avrebbe con molte probabilità un forte impatto nella corsa all’ultima posizione utile per accedere alla prossima Champions League.

La lettura della formazione bianconera, annunciata con il solito anticipo dai canali di comunicazione della società, provoca una certa perplessità nel tifoso durante i momenti che precedono l’inizio della partita. Sorprende infatti l’esclusione dall’undici titolare di Zakaria, tenuto fuori da una sfida nella quale l’impatto fisico giocherà un ruolo decisivo. Per il resto le scelte di Allegri confermano le previsioni della vigilia. In porta gioca Szczesny. Danilo, Bonucci, De Ligt e De Sciglio formano la linea difensiva. In mezzo al campo spazio a McKennie, Locatelli e Rabiot, mentre in avanti il tecnico bianconero conferma il trio composto da Dybala, Vlahovic e Morata, che molto bene si è comportato fin dalle prime uscite. Sulla sponda nerazzurra, il tecnico Gasperini, rovesciando il vertice del triangolo avanzato, propone una piccola novità rispetto al consueto 3421 sul quale ha edificato una squadra capace di inserirsi stabilmente nella corsa alle prime posizioni. Squalificato Musso, tocca al secondo Sportiello difendere la porta. Toloi, l'ex Demiral e Djimsiti compongono il trio di difesa. A centrocampo agiranno Freuler e De Roon, solida e collaudata coppia di mediani, con Hateboer e Zappacosta chiamati a presidiare le due fasce. In avanti, Koopmeiners si muoverà da unico trequartista alle spalle di Boga e Muriel. 
Svolti gli indispensabili controlli alla linea internet e alla pessima applicazione di Dazn, il tifoso prende posto davanti alla tv proprio nel momento in cui le due squadre, guidate dall’arbitro Mariani, fanno il loro ingresso sul terreno di gioco. Il grande attaccamento della città di Bergamo alla sua squadra e la passione del popolo atalantino, rendono quella dello Stadio “Azzurri d’Italia”, anche al cinquanta per cento della capienza, una delle trasferte più difficili dal punto di vista ambientale di tutto il campionato. Nella curva nord che porta il suo nome, campeggia uno striscione in ricordo di Federico Pisani e della sua fidanzata Alessandra. Ricorre proprio in questi giorni il venticinquesimo anniversario della loro scomparsa, avvenuta in un incidente d’auto. Il tempo scorre veloce e avvolge i ricordi nella nebbia, chi scrive ha però ancora nella memoria le immagini di un bellissimo gol segnato dallo sfortunato giocatore atalantino contro la Roma, con un tiro perfetto all’incrocio dei pali.  I cori del pubblico e i fischi all’inutile inno della Lega accompagnano il cerimoniale introduttivo, mentre il tifoso accoglie con piacere la voce di Stefano Borghi, decisamente meno invadente e fastidioso rispetto ad alcuni suoi colleghi telecronisti.

La Juventus ha un approccio alla partita decisamente convincente. La squadra di Allegri, fin dalle prime battute, occupa il campo con grande sicurezza e personalità, riuscendo a muovere con disinvoltura il pallone negli spazi che si aprono tra le linee atalantine. Dybala regala alcuni tocchi di classe che accendono la manovra juventina e offrono ai compagni l’opportunità di calciare o di rifinire l’azione. I bianconeri si presentano immediatamente al tiro con Vlahovic, il cui sinistro, arrivato a conclusione di una giocata in verticale avviata da Dybala e rifinita da Rabiot, viene deviato da Sportiello in calcio d’angolo. La Juventus ha il pieno controllo del gioco in questo avvio di gara. Manovra con i tempi giusti, scegliendo sempre la soluzione migliore tra il palleggio e la verticalizzazione diretta. Vlahovic ingaggia un duello d’altri tempi con Demiral. Poco prima del quindicesimo minuto, i bianconeri si presentano di nuovo al tiro. Questa volta è McKennie, con un filtrante di prima intenzione, a lanciare Dybala verso la porta. L’argentino scivola alle spalle di De Roon ed entra in area. Si libera di Demiral con una finta e lascia partire un sinistro a giro diretto all’incrocio dei pali più lontano, mancando la porta per pochi centimetri. Il tifoso davanti alla tv, mani tra i capelli, torna a sedersi, sinceramente rammaricato per aver visto il gol del meritato vantaggio svanire per un soffio. L’attacco della squadra di Allegri funziona bene. Le tre punte si cercano e si trovano con grande continuità. La loro intesa cresce partita dopo partita. Morata, diviso tra il ruolo da terzo di attacco e quarto di centrocampo in fase difensiva, regala un primo tempo di altissimo livello sotto il piano fisico e anche tecnico. Un suo pregevole colpo di tacco apre a Vlahovic la via della conclusione. Questa volta il tiro del serbo è centrale, Sportiello para senza troppa difficoltà.
Con il passare dei minuti la gara si riassesta su un binario di sostanziale equilibrio. La Juventus rallenta leggermente il ritmo e, pur continuando ad attaccare con tanti uomini, in diverse circostanze, pecca adesso per la troppa precipitazione. Capita spesso alla squadra di Allegri, una volta arrivata a ridosso dell’area bergamasca, di saltare un passaggio per cercare immediatamente Vlahovic. La scelta non paga. Diverse potenziali buone opportunità non vedono la luce per questo eccesso di fretta che inquina in parte l’efficacia dell’azione bianconera. Dopo oltre venti minuti trascorsi quasi esclusivamente in contenimento, l’Atalanta inizia ad affacciarsi nella metà campo avversaria. De Roon, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, da buona posizione, non riesce ad inquadrare la porta. La squadra di Gasperini comincia a prendere confidenza con una partita fino a quel momento molto complicata. Intorno alla mezz’ora, da un lancio lungo di Toloi, i padroni di casa trovano l’occasione migliore del loro primo tempo. Koopmeiners prende il tempo alla difesa bianconera e si invola verso la porta, inseguito da Locatelli, De Ligt e Bonucci. Szczesny esce fuori dalla sua area in una maniera che al tifoso davanti alla tv appare piuttosto avventata. Il centrocampista atalantino arriva per primo sul pallone e riesce a indirizzarlo verso Muriel prima di scontrarsi con il portiere in uscita. L’arbitro Mariani lascia giocare. L’attaccante colombiano con tutta la porta a disposizione, seppur da posizione abbastanza defilata, calcia male favorendo il recupero di Bonucci. Il direttore di gara concede il calcio d’angolo, mentre intorno a lui infuriano le proteste di Gasperini e dei suoi giocatori che vorrebbero l’espulsione di Szczesny per fallo in situazione di chiara occasione da gol. I replay mostrati dalla regia non sembrano dar ragione alle proteste nerazzurre. Il Var, dopo una rapida revisione, conferma la decisione presa dall’arbitro in campo. Guidolin, fastidiosissima seconda voce in telecronaca, si dichiara molto curioso di ascoltare l’intervento del commentatore arbitrale Marelli, figura inventata da Dazn e di cui non si sentiva in realtà alcun bisogno. L’ex arbitro spiega che non può esserci espulsione per via della presenza di Bonucci e De Ligt accanto a Koopmeiners. A suo dire manca solamente un cartellino giallo a Szczesny per l’intervento falloso. Il tifoso davanti alla tv invece non è neppure troppo convinto che il portiere polacco abbia commesso un fallo. Szczesny nello scontro con l’attaccante non ha in alcun modo cercato il contatto, arrivato soltanto come naturale conseguenza del movimento opposto compiuto dai due giocatori.
La partita continua a scorrere a grande intensità. Molto meno curioso di approfondire si mostra invece l’ex tecnico dell’Udinese pochi minuti più tardi, su un intervento pericoloso, con il piede a martello, di Hateboer su De Sciglio. L’olandese se la cava con il giallo, De Sciglio salva la gamba perchè per sua fortuna non era quella di appoggio. Anche in questo caso il Var conferma la decisione presa da Mariani sul campo. Stavolta il commentatore arbitrale Marelli, forse impegnato a mangiare una pizza, non viene neppure disturbato.
Sale il livello di agonismo. Nella fase finale del primo tempo, l’Atalanta appare più brillante. Il sistema di gioco della Juventus, soprattutto nella fase di difesa, si assesta adesso su un 442 più coperto, con McKennie esterno di destra e Morata largo dall’altra parte. La squadra di Allegri non riesce più a trovare le linee di passaggio lungo le quali, nella prima parte dell’incontro, la manovra scorreva con buona fluidità. Attraversa forse la fase più complicata della sua partita. In due occasioni, verticalizzazioni forzate intercettate dai rivali aprono il campo al contropiede di Boga. In entrambe le circostanze il veloce attaccante si scontra contro il muro alzato da De Ligt. Guidolin, osserva con attenzione i replay, alla ricerca di falli di mano che purtroppo per lui non ci sono.
Al termine dei due minuti di recupero concessi dal direttore di gara, con il punteggio fermo sullo 0-0, si chiude una prima frazione di gioco nel corso della quale si è vista una buona Juventus, soprattutto nella prima metà del tempo, che ha però avuto la colpa di non concretizzare diverse buone occasioni create, in particolare quella di Dybala, e di aver sbagliato in troppe circostanze la scelta della giocata, forzando passaggi diretti verso Vlahovic, quando il momento della partita suggeriva invece una manovra di aggiramento meno precipitosa. Ha continuato a destare forte perplessità l’esclusione di Zakaria da una partita ad alto impatto fisico. Un timida fiducia si respira comunque tra i messaggi dei vari gruppi di whatsapp che come sempre accompagnano l’intervallo. La Juventus tutto sommato è piaciuta. E’ stata apprezzata la continuità con la quale la squadra ha saputo proporsi nella metà campo avversaria e l’intesa, in costante crescita, mostrata dal trio avanzato.

Senza alcuna sostituzione rispetto alle formazioni iniziali, si apre il secondo tempo.
E’ subito l’Atalanta a farsi vedere dalle parti di Szczesny con una conclusione dal limite dell’area di De Roon che impegna il portiere polacco in una respinta non semplicissima. La Juventus riprende, con il passare dei minuti, il controllo della gara. La squadra di Allegri torna ad occupare con buona personalità la metà campo avversaria, pur perdendosi, in alcune circostanze, nella ricerca a tratti eccessiva di qualche colpo di tacco fuori luogo in una partita del genere. I bianconeri costruiscono comunque un buon numero di occasioni per passare in vantaggio. Dybala dal limite cerca l’incrocio dei pali con un sinistro a giro che termina alto. Morata, lanciato da una verticalizzazione di Dybala, supera in velocità Freuler ma una volta in area si perde al momento di concludere l’azione, incerto se calciare verso la porta oppure cercare un compagno meglio piazzato. Vlahovic, sugli sviluppi di una mischia accesa nell’area bergamasca da una situazione di calcio d’angolo, calcia forte verso la porta trovando ancora una volta Sportiello pronto alla risposta. La Juventus preme ma non riesce a passare. Rabiot sfiora il palo con un tiro di sinistro, arrivato a conclusione di un’azione avviata da Dybala e rifinita da McKennie con un cross basso sul quale il centrocampista francese cerca di cogliere in controtempo il portiere atalantino.
Gasperini prova a cambiare il copione della gara proponendo due sostituzioni. Lasciano la partita Muriel, autore di una prestazione insignificante, e Zappacosta. Al loro posto entrano in campo Malinovskiy, che il tifoso davanti alla tv era ben felice di vedere seduto in panchina, e Mahele. I cambi operati dal tecnico atalantino danno un buon impulso ai padroni di casa. I nerazzurri tornano ad impensierire Szczesny con una conclusione strozzata da parte di Boga che attraversa tutto lo specchio della porta senza che nessun compagno riesca a trovare la deviazione decisiva. E’ la Juventus però a farsi vedere con maggiore continuità in avanti. Colleziona diversi tiri dalla bandierina dai quali non riesce però a ricavare più di qualche mischia. Vlahovic si rende protagonista di una prestazione dai due volti. Prezioso nel venire incontro alla manovra, proteggere il pallone spalle alla porta e smistare, sempre in maniera precisa, verso i compagni larghi sulle fasce. Meno incisivo si dimostra invece nelle conclusioni verso la rete e nella rifinitura, come dimostra in occasione di una ripartenza condotta da Rabiot, nella quale il centravanti serbo non riesce a servire Dybala, libero in ottima posizione.
Nonostante la proposta di gioco della Juventus, è l’Atalanta, intorno alla mezz’ora a sbloccare la partita. Direttamente da un calcio di punizione toccato da Freuler, Malinovskiy scaglia un pallone violento da circa venticinque metri che si infila nell’angolo alla destra di Szczesny, sorpreso dalla potenza e dalla traiettoria del tiro. Il pubblico allo stadio esulta. Guidolin si lascia scappare una risata piena di soddisfazione. Il tifoso che paga l’abbonamento si chiede fino a quando sarà costretto a sopportare personaggi del genere. L’Atalanta è in vantaggio. Esattamente come nella gara dello scorso campionato, è un tiro di Malinovskiy a sbloccare un confronto in equilibrio.
Sotto di una rete, Allegri si rende conto di non poter più attendere per proporre qualche cambiamento nella sua formazione. Il tecnico sceglie di dare una connotazione decisamente offensiva alla sua squadra. Richiama in panchina Bonucci e inserisce Cuadrado. Il colombiano prende la posizione di terzino destro, Danilo slitta al centro della difesa. Entra anche Kean al posto di McKennie. Le mosse di Allegri non sembrano però dare particolari frutti. Rischiano anzi di spaccare in due tronconi una squadra che inizia a pagare un certo tributo al dispendio di energie profuso durante l’incontro. La Juventus fatica, sembra non avere più la forza per recuperare il risultato. Rischia anzi di subire il secondo gol quando Hateboer, servito da un cross tagliato di Malinovskiy, da pochi passi colpisce la traversa.
Allegri interviene ancora. Richiama in panchina Morata e Rabiot, il migliore tra i centrocampisti bianconeri, e manda in campo Arthur, non si capisce bene a quale scopo, e il giovane Akè. La partita scivola verso la conclusione. La Juventus non sembra avere più niente da mettere in campo. Il tifoso davanti alla tv si ritrova a fare i conti con una sempre più probabile sconfitta, che sarebbe molto difficile da accettare per quanto visto in campo, quando Cuadrado, liberato da una triangolazione con Dybala, guadagna l’ennesimo calcio d’angolo. E’ l’ultima occasione anche se la Juventus con i tiri dalla bandierina non ha mai avuto un grande rapporto. Nonostante una batteria di saltatori invidiabile, raramente la squadra di Allegri riesce a trovare la rete da queste situazioni di gioco. I tre minuti di recupero concessi da Mariani sono già trascorsi per metà. Dybala si avvicina alla bandierina. Il tifoso davanti alla tv prova a farsi coraggio per quest’ultima occasione. Il cross di Dybala è perfetto e cade esattamente sulla linea dell’area piccola dove irrompe Danilo che di testa batte Sportiello. Allegri sorride mentre i giocatori esultano sotto al settore ospiti, subito raggiunti dai compagni della panchina guidati in campo da Pinsoglio e Perin.
E’ l’ultima grande emozione. La partita si conclude. Il tifoso lascia la sua postazione incerto se essere contento per il punto ottenuto quando ormai non ci credeva più oppure sentirsi rammaricato per una mancata vittoria che, per il numero di occasioni create, sembrava alla portata della Juventus.

Il pareggio lascia quasi immutata la situazione per quanto riguarda la corsa al quarto posto, anche se l’Atalanta acquisisce definitivamente il vantaggio nel confronto diretto. Si chiude invece qualsiasi discorso eventualmente ancora in piedi circa traguardi più ambiziosi. Ancora una volta la squadra di Allegri non riesce ad avere la meglio su una diretta concorrente. Rispetto però agli altri confronti diretti andati già in scena nel corso del campionato e nei quali la Juventus sempre troppo presto ha dato la sensazione di accontentarsi di non perdere, nella sfida di Bergamo si è vista una squadra che ha cercato la vittoria e che non si è arresa neppure quando l'immeritata sconfitta sembrava ormai inevitabile. Una squadra decisamente più propositiva e meno rinunciataria e attendista di quanto mostrato in troppe partite giocate in stagione.
Rimane salda la convinzione che l’attacco a tre punte sia il sistema di gioco che maggiormente valorizza, in attesa del rientro di Chiesa, le qualità della rosa. La Juventus, pur fermata sul pareggio, ha comunque superato la prova di un campo difficile mostrando equilibrio e solidità. Continuando a giocare a calcio i gol arriveranno come naturale conseguenza.