Sudditanza psicologica: è quel meccanismo, involontario (??) , che, modifica il comportamento e le scelte di una persona verso una certa direzione, non con libertà di pensiero e di azione ma veicolati da pressioni esterne. Questa è la sudditanza psicologica. Una cosa che è sempre esistita, esiste tutt'ora ed esisterà sempre. Tutti nel nostro intimo, nel nostro privato possiamo essere liberi e onesti con noi stessi, in ciò che pensiamo realmente, in ciò che facciamo. Le difficoltà arrivano nel momento in cui dobbiamo relazionarci col mondo ed è qui che arrivano i problemi. Nel mondo del lavoro, quante volte siamo costretti a chiudere un occhio? A inghiottire un rospo? A non poter dire ciò che realmente pensiamo? Per paura degli effetti che il nostro pensiero, possa portare a noi, al nostro lavoro o a chi amiamo? Credo sia successo un po' a tutti. Viviamo in un mondo in cui comportarsi in maniera diversa da quella prestabilita e confezionata da qualcun altro che ci vuole più o meno tutti uguali, è difficile e spesso controproducente. E così per avere meno problemi ed essere più accettati, pubblicamente la pensiamo tutti allo stesso modo sui clandestini, sui mussulmani, sui cinesi, sui gay, sui politici, sui terroni o polentoni, poi a casa nostra invece ci diciamo la verità. Anche in famiglia, quanti di noi se potessero urlerebbero i loro sfoghi contro parenti e amici vari....ma niente. Vi ricordate la scena del film di diversi anni fa Tre uomini e una gamba, di Aldo Giovanni e Giacomo, quando Aldo in macchina al telefono urlava di tutto all'odiato suocero, salvo poi scoprire che non c'era nessuno al telefono, perché altrimenti in realtà mai avrebbe detto quelle cose? Anche noi nel nostro piccolo subiamo la sudditanza psicologica, chi più chi meno. Ma ancora oggi ci si scandalizza quando un arbitro di calcio, succede in tanti sport ma qui parliamo di calcio, tendenzialmente viene portato a prendere certe decisioni "dubbie" a favore di alcune grandi squadre e sistematicamente contro molte piccole. In un mondo calcistico dove il più pulito ha la rogna, un arbitro è un essere umano, come noi, in un mondo del lavoro dove principalmente devi fare il tuo lavoro fatto bene, ma......non ostacolare i "grandi poteri" soprattutto in certi momenti storici. E quindi non è giusto, ma è normale che un arbitro tendenzialmente prima di fare un torto ad una delle grandi squadre e società, faccia come noi nel nostro piccolo mondo del lavoro, chiuda un occhio, se questo gli può salvare il posto del lavoro. Non sto dicendo sbagliare apposta, io parlo sempre di fatti dubbi dove la discrezionalità fa la differenza. Poi comunque essendo esseri umani esistono sempre gli errori, e non si può sempre attribuire un errore umano alla sudditanza psicologica. I giocatori in campo, molto spesso, sono i primi a non aiutare gli arbitri con simulazioni o comportamenti atti a "storcere" una decisione piuttosto che un'altra usando, ove possibile, tutto il loro ascendente e facendo pressioni.

Quindi, in conclusione, la sudditanza psicologica è parte della nostra vita, non è bella ma non è nemmeno un reato, a volte è un'arma di difesa o sopravvivenza. Prostituzione intellettuale: cioè la vendita al miglior offerente del proprio io, del proprio cervello, delle proprie convinzioni e dei propri sentimenti, è un fatto grave che però, guardando un po' tutti i campi della vita, ha preso piede e si è allargato a macchia d'olio. Questa è anche una frase resa celebre da José Mourinho dopo un Roma Inter, che attaccato dai giornalisti, su un presunto favore arbitrale, è sbottato mettendo in evidenza come ormai, TV, giornalisti e opinionisti, sono disposti a ribaltare una verità in base al proprio tifo o ai datori di lavoro. Quando ero ragazzino io, onestamente non so per certo se così oppure no, ma non ricordo un giornalismo o programmi TV sportivi così faziosi come oggigiorno. Io ricordo i Paolo Valenti, i Sandro Ciotti, il programma Pressing condotto da Raimondo Vianello, Carlo Sassi, Bartoletti. Gente che parlava, non urlava, di calcio con passione e intelligenza. Poi è arrivato il "Processo del lunedì" e da lì probabilmente tutto è cambiato. Sono arrivati i Pistocchi, i Mughini, i Zilliani i Variale.....Una volta un giornalista non sbandierava la propria fede calcistica, avendone comunque una, non te ne accorgevi, non esisteva Google che ti svelava ogni segreto, parlavano di calcio e sembravano davvero tutti sopra le parti. Oggi, invece, c'è l'invasione dei giornalisti e opinionisti pubblicamente dichiarati tifosi di una squadra. Io non riesco proprio a vedere una trasmissione di calcio, dove a parlarne ci sono i Chirico, Pompilio, Momblano, Ruio, Suma, Crudeli, Solaroli, Tramontana, Lapo Di Carlo, Piacentini, e altri ancora. Sono trasmissioni finte, dove ognuno recita una parte, dove anche la più evidente verità viene stravolta per propri interessi o semplice tifo. Ho provato a seguirle ma niente, non mi danno nulla, tranne un grande senso di insofferenza e fastidio. Mi chiedo come sia possibile, oggi, fare delle trasmissioni di calcio basate sulla faziosità di chi le fa. Litigare, a volte offendersi, mentire, non ammettere candidamente un episodio per quello che è, e cercare sempre un alibi, mancare di rispetto, mi chiedo come sia possibile. Poi esiste il lato social di queste trasmissioni, dove chiunque può mandare un messaggio e vederlo scorrere in tv, e li si tocca il fondo del pozzo, si vedono certi commenti che, in una trasmissione seria, andrebbero censurati. Ma questo è ovvio ed è un effetto del tipo di trasmissione in corso. Le telecronache di parte poi le lasciamo stare e stendiamo un velo pietoso. Un conto è se certi articoli o discussioni li facciamo noi "tifosi normali" tra amici, o con qualche articolo in questa community o altri blog, un conto è quando viene fatto da professionisti, a livello televisivo o scritto in un qualche articolo, questo non dovrebbe mai succedere, perché si scade nella prostituzione intellettuale e, a mio avviso, si perde di credibilità. L'unica trasmissione sportiva che riesco a seguire, la domenica sera è lo Skyclub condotto da Fabio Caressa con Bergomi, De Angelis, Marcheggiani, poi vari ospiti a puntata, come Capello, Ambrosini, Del Piero, Cambiasso ecc... Anche qua si sa ovviamente che ognuno di loro ha una fede calcistica, ma la trasmissione ha un livello pacatezza e intelligenza che gli permette di parlare di calcio in maniera abbastanza coerente e tranquilla. Poi ogni tanto qualcuno può tentare di tirare l'acqua verso il proprio mulino, ma sempre col sorriso e mai con arroganza e maleducazione.
L'atmosfera attorno al calcio sarebbe migliore, secondo me, se non ci fossero certe trasmissioni, certi giornalisti e certi opinionisti, ad istigare e polemizzare con tutti, seguendo la loro prostituzione intellettuale.