Inizia una settimana molto importante per il calcio italiano.
Juventus e Napoli sono pronte ad affrontare 2 impegni europei determinanti per la loro stagione, ma si deve parlare di arbitri, di Var e di polemiche varie. E’ paradossale che sia così. D’altronde, però, è pure comprensibile in un finesettimana macchiato da più di un episodio discusso. Ammesso questo, quello che risulta davvero inspiegabile è l’accanirsi, da parti di alcuni, contro la Vecchia Signora riesumando un passato ormai sepolto e vecchie dicerie attualmente insensate. Insomma, si sta parlando del solito concetto per il quale i direttori di gara tenderebbero a favorire i piemontesi.

Partendo dal principio.
Tutto inizia durante la sfida tra Juve e Milan dove l’arbitro Fabbri non ha vissuto una giornata troppo positiva. Non mi pare questo il luogo dove ripercorrere episodio per episodio andando a ricreare una moviola alla quale si è già più volte assistito durante le ultime ore. Basti sostenere che le celebri sviste arbitrali hanno coinvolto entrambi i lati: dal rigore non concesso ai rossoneri per fallo di mano di Alex Sandro, al fischio contro la Juve precedente un gol di Kean (quindi non convalidato) che giunge per un motivo davvero incomprensibile. In realtà, però, in troppi si concentrano soltanto sul primo episodio…

Il giorno successivo, invece, si assiste ad altri svariati avvenimenti contestati tra i quali è molto contestato un rigore concesso alla Lazio, nella sfida contro il Sassuolo, per fallo di mano di Locatelli. Il giocatore, in scivolata, colpisce la sfera con il fianco, poi, con il braccio. Si discute sulla volontarietà dell’intervento del centrocampista. Non si vuole entrare in un complicato ginepraio relativo al singolo fatto, si cerca solo affermare come sia stata un weekend complicato per i nostri direttori di gara.

Proprio per questo, ogni intervento di dirigenti o di allenatori delle squadre che si sono sentite vittime di tali sviste è assolutamente comprensibile. Non pare il caso di criticare chi utilizza i media per chiarire il proprio punto di vista, sostenere la propria tesi e tutelare la società che rappresenta. Anzi, si può ritenere che questi mezzi di comunicazione siano importanti strumenti per lanciare messaggi che non devono giungere solo al diretto interessato. Non ci si può dimenticare, infatti, che in una squadra di calcio non si deve rispondere solamente a chi ne fa parte, ma anche a una miriade di tifosi. Senza quest’ultima componente essenziale, il mondo del pallone non avrebbe senso. E’ chiaro, quindi, che i media consentono di far percepire ai supporter che non si lascia passare tutto in sordina, ma che si cerca di “lottare” per riuscire a far valere la propria tesi. E’ scontato, poi, che l’utilizzo di questi mezzi di comunicazione amplifica pure il valore del concetto che si esprime. Questo, infatti, non rimane fermo in una stretta cerchia di persone, ma coinvolge una grande massa.

Proprio per tale ultimo motivo, però, occorre non eccedere. E’ necessario essere sempre molto ponderati e attenti a quanto si afferma. Non è il caso di dirigenti rossoneri o di altre società, ma dopo quanto accaduto sabato si sono udite anche pericolose dietrologie. La tesi è sempre la medesima cioè quella di una certa sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti della Juventus. Fortunatamente trattasi di rare eccezzioni che non giungono solo dal mondo dei media, ma sono percepibili soprattutto all’esterno.

Quello che allibisce è che ormai sia divenuta una questione culturale. Insomma, in alcuni casi, questo concetto sembra quasi essere ripetuto come un mantra, come una legge. E’ un dato di fatto ritenuto pressoché scontato. Trattasi di deriva davvero pericolosa e da bloccare immediatamente. Non è accettabile che si formi un simile preconcetto.

Recentemente si parlava della possibilità di mandare in onda una puntata della celebre trasmissione Ciao Darwin in cui si sfiderebbero il mondo juventino contro il resto dei tifosi italiani. Secondo taluni, il rischio sarebbe proprio quello di recuperare argomenti del passato e riportare in auge strane dietrologie. In realtà, si sostiene che questa partecipazione televisiva potrebbe essere un modo per stemperare gli animi. In effetti, tali argomenti sono tornati alla luce senza l’esilarante sfida.

Non si vuole riesumare tematiche scomode come il celebre caso “Calciopoli” ed è assolutamente necessario che si fermi questo vittimismo errato nei confronti dei bianconeri. Occorre difendere la credibilità del sistema calcio italiano e dei suoi direttori di gara. Questa specie di fatto culturale per il quale vi sarebbero favoritismi, pur se involontari, nei confronti della Vecchia Signora è davvero inaccettabile e pone in cattiva luce tutto il mondo del pallone tricolore. Il rischio è quello di far trasparire una visione negativa e falsa pure all’estero.

E’ ora di fermare questa deriva e i dati le sono totalmente opposti. La Juventus è una squadra forte che domina e annienta la Serie A perché è troppo superiore alla concorrenza. E’ così da 7 stagioni (ormai 8). Non si rimane al vertice per un periodo di tempo così lungo, vincendo un numero di trofei tanto elevato e con distacchi importanti sulla concorrenza con i favoritismi arbitrali. Il tutto è, poi, confermato dai prestigiosi risultati europei della Vecchia Signora che in questo recente passato ha disputato ben 2 finali di Champions League.

Insomma, gli arbitri possono sbagliare e lo fanno in buona fede sia a favore che contro ogni singola squadra.
E’ chiaro che, allo stesso tempo, è lecito discutere degli errori e cercare di tutelare la propria società. Il discorso, invece, non è assolutamente costruttivo quando lede la dignità, la credibilità di una compagine e dell’intero sistema che, tra l’altro, ha avuto il grande pregio di essere tra i primi a credere in un meccanismo salvifico quale è la Var. Come ogni innovazione, anche questa tecnologia necessita di tempo per migliorare.

Se davvero si vuole essere propositivi, si cerchino importanti idee per colmare lacune che naturalmente questa nuova tecnologia può ancora presentare. Il tutto in un calcio italiano che pare, anche a livello di risultati, finalmente in crescita.