Simone Verdi, come detto e ridetto migliaia di volte in questi ultimi giorni, ha rifiutato la squadra di Maurizio Sarri preferendo, inaspettatamente, restare fino al termine di questa stagione in quel di Bologna per completare il suo processo di crescita.

La decisione clamarosa del 25enne di Broni è solo l'ultima tra le tante che sono avvenute nel passato recente del calcio. Indimenticabile il no di Roberto Baggio all'Inter nel 1995 quando, la società guidata a quel tempo da Luciano Moggi decise di vendere il "Divin Codino" ai nerazzurri vista l'esplosione del giovane Alessandro Del Piero, ma il calciatore rifiutò l'Inter per accasarsi al Milan dove vinse lo scudetto nell'anno seguente. 

Un altro grande rifiuto si consumò nel 2001, protagonista fu l'allora numero 10 della Fiorentina, Rui Manel Cèsar Costa, meglio conosciuto come Rui Costa, il quale rifiutò il Parma per trasferirsi sulla sponda rossonera del Naviglio dove vinse una Champions League, uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Supercoppa europea.

Il rifiuto dei rifiuti è sicuramente quello di Francesco Totti che nell'estate del 2002, dopo aver vinto lo scudetto con la maglia della Roma sotto la guida di Fabio Capello, fu ad un passo dall'approdare al Real Madrid dei Galacticos preferendo però restare a vita nella sua città rinunciando a tantissimi soldi, a tanti trofei e al probabile Pallone d'Oro che avrebbe potuto vincere con la camiceta blanca.
Un caso simile avvenne nell'estate del 2010, in quella circostanza il protagonista fu Totò Di Natale, bandiera e simbolo dell'Udinese  che rifiutò la grande corte della Juventus pur di restare nella sua amata Udine.

Per fare un tutto nel passato, precisamente tornando all'estate del 1978 quando Paolo Rossi, grande protagonista del mondiale di Argentina appena conclusosi, rifiutò, un pò come ha fatto Verdi il Napoli, per andare a giocare nel Perugia dove collezionò 28 presenze segnando 13 reti.