Archiviato il primo episodio della rubrica “storie di Fifa”, eccoci con il secondo appuntamento: altro giro, altra weekend league da affrontare. Come promesso la scorsa settimana, se nei premi fosse uscito Griezzman, lo avrei scartato a prescindere: bene, perchè il francese non è saltato fuori; al suo posto abbiamo però ricevuto un utilissimo upgrade, Donnarumma IF, che ci ha permesso di far sedere in panchina ill discutibilissimo Strakosha IF. Ma non si tratta dell’unico “upgrade” per puntare a risultati migliori: nei pacchetti abbiamo trovato anche niente di meno che Koulibaly, che prendendo il posto di Nkolou IF, va a migliorare – e non di poco – il reparto difensivo.

Possiamo fermarci qui?

A iniziare, iniziamo anche bene. Il solito Ben Yadder in contropiede fa uno a zero nei primi cinque minuti, poi Dzeko rincara la dose, costringendo l’avversario ad abbandonare la partita. Prima partita, prima vittoria: fermarsi adesso sarebbe un opzione da non scartare. Ma ovviamente, speranzosi e fiduciosi, andiamo avanti. Il sogno sembrerebbe anche continuare, visto che nella seconda partita Dzeko ci porta in vantaggio, ma poi Vardy POTM ci riporta con i piedi per terra: risultato finale che parla di un secco 1-3. Uno a tre che si ripete a memoria anche nel terzo match, portandoci a una vittoria e due sconfitte.
Forse, dovevamo davvero fermarci prima. Ricordando il risultato della scorsa settimana, e cercando di non ripetere gli stessi errori, affrontiamo le successive partite con molta concentrazione, e i risultati si vedono: due goal di Ben Yadder e due di Ciro Immobile portano ad un secco 4-0, poi una tripletta di Dzeko ci assicura un altro 3-0 a nostro favore. Tre vittorie e due sconfitte, il venerdì pomeriggio può finire in maniera positiva.

Obbligati a vincere

Vogliosi di voler riscattare il pessimo risultato della weekend league precedente (///), alle 02:00 del sabato entriamo nel vivo della competizione, instaurando con il gioco un rapporto di perfetto equilibrio: una vittoria, una sconfitta, e cosi via. Perdiamo 3-5 in malo modo, vinciamo 4-0 grazie a Ben Yedder e Douglas Costa, perdiamo 0-3 e poi di nuovo vinciamo 3-0 con la tripletta di Immobile. Il tutto mentre si sono fatte appena le 04:00 del mattino. Con una vittoria e un bilancio di cinque vittorie e quattro sconfitte, possiamo andare a dormire soddisfatti. Il rapporto di perfetto equilibrio continua anche il sabato pomeriggio, quando portiamo a casa prima due sconfitte ( di cui una immeritata per 2-3), e poi due vittorie: di questo passo potremmo arrivare anche alle quindici vittorie.
Poi però qualcosa si rompe. Perdiamo la partita successiva 2-4, ma non c’è da stupirsi: contro Gullit potrebbe perdere chiunque, e poi, come da tradizione, la successiva sarà una vittoria: tre a zero per noi. Otto vittorie e sette sconfitte. Non possiamo lamentarci, ed è con questo risultato che ci prepariamo ad uscire per un normalissimo sabato sera di pioggia, pregustando già la nottata di gioco, che a mia insaputa, regalerà a me e ai miei ragazzi virtuali, una pessima esperienza. Controller in mano, è l’1:00 quando accendendo la XBOX, Fifa si avvia. E ad avviarsi è anche un meccanismo di autodistruzione che manda all’aria tutto ciò che di buono avevamo appena tirato su. In ordine, perdiamo 0-3, 0-2, 5-6 subendo una rimonta clamorosa, 2-4 e infine, 0-3, incontrando solo ed esclusivamente squadroni veri e propri. Il nuovo incubo della settimana è Vardy versione “player of the mounth”, che praticamente segna da ogni posizione. Ma non può finire male anche questa settimana, no, non deve andare così.

Tornare sui binari

Il momento è dei più delicati: sono le quasi le 03:00, ma non importa. Se avete letto il primo episodio della rubrica, sapreste benissimo quanto per me non sia tollerabile andare a letto con un filotto di sconfitte sul groppone. Bisogna assolutamente vincere, e bisogna farlo ora. Come l’ultima volta, quando poi siamo riusciti a ribaltare dei pessimi risultati, chiamo a raccolta i miei ragazzi. Parliamo dei problemi che ci stanno affliggendo, come le amnesie difensive, proviamo a risolverle, e poi, quando tutti si dirigono verso gli spogliatoi, prendo da parte Ben, da soli, da uomini veri. “Devi aiutarci Ben, siamo tutti sulle tue spalle. “Devi vestirti da supereroe”, gli dico. E lui accetta. 4-3, due goal di Ben Yadder, due di Douglas Costa dalla panchina. E poi ancora, una seconda vittoria, sempre 4-3, sempre con due goal di Ben Yadder, a cui poi si aggiunge Immobile. Due vittorie, siamo ancora vivi. Questa squadra ha cuore, questa squadra ha coraggio.

Punti di vista

L’obiettivo prefissato a inizio weekend, sembrerebbe saltato: con uno score di dieci vittorie e dodici sconfitte, è abbastanza dura. Sopratutto quando alle due ultime vittorie, seguono altre due sconfitte. Poi però succede qualcosa: ne vinciamo tre di fila, e improvvisamente torniamo a crederci sul serio. Mancano tre partite alla fine, siamo tutti stremati dal sonno, ma non possiamo mollare ora. Una sola vittoria, una maledetta vittoria e l’olimpo si aprirà a noi. Ancora una volta chiamo i ragazzi a raccolta. Già sanno. In questi casi le parole sono inutili. Parafrasando Fabio Caressa, “questa notte sapremo chi siamo”.
E tutto inizia nel migliore dei modi: uno a zero di Ben Yadder, poi al quarantesimo minuto, prima di andare all’intervallo, due a zero di Edin Dzeko. Sembrerebbe fatta, e la certezza arriva quando al 60’ il risultato è ancora a nostro favore. Poi accade qualcosa di strano, i nostri sembrano non avere più energie, non corrono, non lottano, perdono palloni semplici, sbagliano tutto, e arriva il 2-1. Ok mi dico, dobbiamo solo difendere, manca poco. 2-2. Capisco tutto, dobbiamo perderla.
E infatti ecco che al 90’ arriva il 2-3 degli avversari, che con tre tiri in porta, segnano tre goal, portando a casa una vittoria assolutamente immeritata. E a noi, che rimane una grossa delusione per l’obiettivo appena mancato, rimangono due partite. Le perdiamo entrambe. “Non sa da fare” questo oro 3.
Sono le cinque del mattino, e andiamo a dormire delusi, stanchi, e con un pugno di mosche tra le mani. Ci siamo andati vicini Ben, ci siamo andati davvero vicini.