Domandate ai tifosi italiani sulla settantina - funzionerebbe anche con i più giovani - quale sia la partita che più li ha emozionati. Quale partita abbia acceso nei loro cuori le emozioni più forti che, come tali, diventano poi indelebili calcificandosi nella memoria. Una memoria individuale che, grazie ad eventi così unici, si trasferisce sul piano collettivo.
Domandate poi a chi ha visto quella partita dove si trovasse e con chi la sera del 17 giugno 1970, beh..ancora oggi saprebbe rispondervi, descrivendone i minimi particolari. L'evento in questione è la semifinale del Mondiale di Messico 1970, tenutosi presso lo stadio "Azteca" di Città del Messico tra le Nazionali di Italia e Germania Ovest. Ma perché questa partita - vinta dagli Azzurri per 4-3 - è così leggendaria? E come mai tutti la ricordano come la "Partita del Secolo"? Semplicemente, perché fu una partita inaspettatamente meravigliosa, piena di colpi di scena: 1-1 dopo i 90' regolamentari, 4-3 azzurro alla fine del match. Durante i supplementari il susseguirsi di errori tecnici e tattici è stato abbondantemente sopra la media. È vero. Ma i passaggi precisi, il possesso palla prolungato e gli schemi hanno mai realmente emozionato qualcuno? La risposta è negativa, a meno che non siate tifosi del Napoli di Sarri. Una frase del grandissimo Gianni Brera descrive bene ciò che successe in quel pomeriggio messicano: "La gente si è tanto commossa e divertita. Noi abbiamo rischiato l'infarto, non per scherzo, non per posa. Il calcio giocato è stato quasi tutto confuso e scadente, se dobbiamo giudicarlo sotto l'aspetto tecnico-tattico..." 

Definire un incontro di calcio il "Partido del Siglo" è impegnativo. Italia-Germania fu una partita straordinaria, ma non smosse di un millimetro la cartina geopolitica del calcio di allora. Ci accorgiamo quindi che furono altre le partite che cambiarono realmente questo mondo, contribuendo a dargli l'odierna fisionomia. Il calcio che noi tutti conosciamo non sarebbe lo stesso se, il 25 novembre 1953, non si fosse giocata Inghilterra-Ungheria.

Gli inglesi credevano di essere i migliori, perché erano gli inventori del football. In parte era vero: negli anni a cavallo delle due guerre sembravano imbattibili. Ma qualcosa stava cambiando. Si intravedevano ormai le prime crepe di un movimento calcistico, quello inglese, in netto declino. Le certezze dell'Inghilterra furono già messe in discussione da una pazzesca sconfitta contro gli Stati Uniti, che sancì l'eliminazione dalla Coppa del Mondo del 1950. Tuttavia, un record rimaneva ineguagliato: la Nazionale non era mai stata sconfitta in casa. Nel frattempo, un'altra compagine era sulla cresta dell'onda. Con la vittoria nelle Olimpiadi del '52, la generazione d'oro ungherese aveva dimostrato al mondo intero la sua forza. I magiari avevano inventato un nuovo tipo di calcio: quelli veramente imbattibili erano loro, non gli inglesi. I quali, però, sembravano non essersene accorti, aspettandosi una facile vittoria facile in quell'amichevole. A fine partita, ogni dubbio verrà fugato.

Gli inglesi verranno letteralmente strapazzati per 6-3 (tripletta di Hidegkuti, doppietta del leggendario Ferenc Puskás). "Se battiamo gli inglesi a Wembley, il nostro nome diverrà leggenda" disse prima del match l'indimenticato allenatore magiaro Sebes, precursore del "totaalvoetbal" olandese, quello in cui tutti difendono e tutti attaccano. Il "calcio totale" ungherese aveva però radici politiche: la nozione secondo cui i calciatori dovessero avere stesso peso ed altezza, e saper giocare in tutti i ruoli del campo, aveva un'evidente matrice socialistaGli inglesi avevano nettamente sottovalutato gli avversari. Un episodio lo dimostra chiaramente. Il centrocampista Wright fu incuriosito da un particolare, prima dell'inizio del match: "Guardai in basso e notai che gli ungheresi indossavano quelle strane scarpette ultraleggere. Così mi voltai verso il mio compagno Mortensen e gli dissi - 'Sarà una passeggiata. Guarda che roba, non hanno nemmeno le scarpe adatte!'"

Perché questo risultato cambiò il calcio? Innanzitutto, la partita mutò per sempre la geografia politica del calcio europeo: gli spocchiosi inglesi dovettere lasciare libera la scena ai fortissimi ungheresi, che, grazie ad un modulo spregiudicato, diventarono imbattibili. Ecco, il modulo. L'Inghilterra perse perché le sue tattiche erano obsolte, ancorate ad un passato che ormai non c'era più. Gli inglesi si schierarono col solito modulo W-M (nome derivante dalla posizone dei calciatori in campo, che formavano due lettere), mentre gli ungheresi introdussero il moderno e superoffensivo 4-2-4. Ulteriore confusione fu creata dal fatto che Hidegkuti indossava la maglia numero 9 - che in Inghilterra da sempre indicava il centravanti, mentre lui giocava più arretrato -, per cui il suo marcatore si trovava continuamente spiazzato. La "Squadra d'Oro" di Puscás dimostrò di essere la più forte del mondo, inanellando una serie record di 31 risultati utili consecutivi (di cui 27 match vinti), primato che verrà battuto solo negli anni '90. 

Gli inglesi sono un popolo orgoglioso. Le tradizioni vanno difese fino all'ultima goccia di sudore. La Federcalcio inglese, perciò, chiese e ottenne di disputare una rivincita per poter recuperare l'onore perduto e dimostrare che la sconfitta di Wembley era stata solo un caso. La rivincita si tenne a Budapest, il 23 maggio 1954, ma non andò come i britannici si aspettavano, poiché l'Ungheria non solo riuscì ad imporsi nuovamente, ma inflisse agli inglesi un passivo ancora più umiliante: 7-1, tuttora la peggiore sconfitta di sempre della nazionale inglese. 

Gli imbattibili magiari verranno idealmente sconfitti dalla fine del socialismo - in seguito alla Rivoluzione Ungherese - e, sul campo, dalla più debole Germania Ovest nella controversa finale di Berna della Coppa del Mondo 1954. La prima - e forse più decisiva - "Partita del Secolo" fu quella tra Ungheria e Inghilterra, e nessuno mai dimenticherà quelle 11 leggende vestite di rosso che hanno cambiato per sempre il calcio.

"Sono andato via chiedendomi...A cosa abbiamo giocato per tutti questi anni?" Tom Finney, bomber inglese, 1946-58.