Nella battaglia di Antietam, il primo grande scontro della Guerra Civile Americana, i Confederati vinsero grazie alla resistenza a oltranza del colonnello (poi generale) Jackson, da allora denominato Stonewall per accostarlo a una muraglia insuperabile. Oggi anche José Reina si è guadagnato a pieno diritto il titolo di Stonewall, giocando la migliore partita che abbia mai visto fare a un portiere rossonero dopo quelle degli anni '70 di William Vecchi a Salonicco contro il Leeds, di Cudicini in Scozia contro il Dundee, ma anche di quella che Seba Rossi giocò negli anni '90 a Brema contro il Werder. Il portiere spagnolo è stato perfetto nel piazzamento, nella concentrazione, nella scelta di tempo in uscita e nei riflessi. E' il miglior secondo portiere del campionato e uno dei migliori nel continente, ma sarebbe titolare in ogni altra squadra di serie A, Inter e Juventus escluse.

Il Milan è sceso in campo con la difesa degli ultimi tempi (Abate, Romagnoli, Zapata e Rodriguez), Bakayoko centromediano fiancheggiato da Kessié nonché dall'inatteso Paquetà nel ruolo di mediano. Chala era sprecato, come al solito, sull'estrema sinistra, mentre Castillejo si batteva come un leone sulla destra (tranne un piccolo intermezzo in cui i due si sono scambiati le fasce). Higuain è apparso, non tanto più veloce, quanto più lucido, razionale e altruista di altre volte.

Nei 90 minuti regolamentari il Milan ha avuto un paio di occasioni, ma i blucerchiati hanno sempre mostrato una gamba più reattiva, laddove i rossoneri facevano una gran fatica a inseguire gli avversari, lasciando la rogna di fermarli al Reina, forse ispirato dallo spirito del suo famoso connazionale Zamora.

Poco dopo il 20* del 1* tempo Caprari ha l'occasione del tap in letale, ma cade senza poter trafiggere i rossoneri. I doriani invocano il rigore e l'espulsione di Zapata. Il replay mostra solo un giocatore che va a terra, perché se c'è il braccino galeotto di Zapata, è di provvidenziale rapidità,  un po' come il pugno da Ko di Alì nel secondo match contro Liston (che nessuno ha mai visto, forse perché non c'era...). Non mi sento di dire che l'arbitro ci abbia preso, ma l'azione al rallentatore mi dice che neanche il VAR avrebbe fugato i dubbi. Certo che trovarsi in svantaggio e con l'uomo in meno sarebbe stato un bel problema per il Milan!

Nel secondo tempo Gattuso ha reso più razionale il Milan retrocedendo in mediana Chala e avanzando Paquetà in attacco. Il ragazzo brasiliano si è impegnato  però molto anche in copertura. In generale ha confermato di avere gran controllo di palla e capacità di tenerla incollata al piede anche quando gli avversari lo pressano. In compenso è finito spesso fuori dalla manovra, perché il movimento delle squadre italiane nel freddo di gennaio è molto pù vorticoso e rapido delle cadenza delle squadre brasiliane nel dolce clima di Rio De Janeiro. Ha fatto però un' impressione più che buona.

Nei tempi supplementari il Milan è crollato fisicamente, ma Reina è passato dalle prodezze ai miracoli. La facilità di giocare ha reso esaltato la Sampdoria oltre misura, facendo crescere nei giocatori e tifosi blucerchiati (che inquadrati in tribuna, già ballavano la Macarena e facevano trenini) la convinzione di avere il match in mano. Come nel pugilato, tuttavia, i doriani sono stati centrati dal classico colpo d'incontro. Nel primo supplementare Cutrone (entrato al posto di Castillejo) ha fatto quello che sa fare meglio, il taglio in area che spiazza gli avversari, toccando di piatto sinistro in porta. Nel secondo supplementare Patrick ha finito l'avversario con un pallonetto (anche questo al volo, perché il ragazzo non prende mai in considerazione l'ipotesi di stoppare il pallone) su un lancio di Chala col contagiri.

Dovesse rigiocare la partita altre 10 volte, la Sampdoria probabilmente vincerebbe, ma dal momento che il match non si deve rigiocare, il Milan passa il turno. Il calcio è questo, contano i gol, perché solo nei tuffi e nella ginnastica si vince ai punti.