Un buon Milan scopre per la centesima volta di non avere uno straccio di profilo in grado di segnare e subisce l’ennesima sconfitta da parte di una pessima Juve. E tornare a casa con zero punti con queste premesse significa che la stagione in corso rischia seriamente di trasformarsi in una tragedia sportiva evitata per miracolo da troppi anni.

- Non abbiamo un proprietario: abbiamo un curatore fallimentare che non ci considera minimamente e spera esclusivamente di rientrare dei soldi spesi.

- Non abbiamo una dirigenza all’altezza. Un capo contabile sudafricano strapagato, un poliziotto deputato esclusivamente a bocciare qualunque idea, ove ve ne fossero, atta a trasformarci in una squadra di calcio; questo perché nominato  dal curatore guardiano del suo portafoglio.

- Abbiamo due vecchie glorie che invece di puntare i piedi e prendere due profili di carisma e rendimento internazionali, tacciono e sbagliano sia la campagna acquisti che la guida tecnica, buttando nel cesso quattro mesi di non preparazione che ci vedono inanellare una sconfitta umiliante dopo l’altra anche quando (stasera) non la meritiamo, scaraventandoci ad una manciata di punti dalla retrocessione.

- Abbiamo una squadra senza esperienza, senza leader, parto folle della ragioneria americana che pensava di competere in Serie A con una manciata di sbarbati senza un passato e senza carattere.

- Siamo gli sparring partner di chiunque: o giochiamo da far schifo, o disputiamo buoni incontri per settanta minuti: poi rientriamo negli spogliatoi con la lingua per terra e, non essendo in campo, ci segnano puntualmente a porta vuota.

- Stiamo affondando senza un centrocampo credibile: Biglia, Paquetá sono i vecchi e non sono nemmeno giudicabili. Kessié è più spesso in Autogrill a Lainate, Bennacer e Krunic sono due riserve, Bonaventura un ricordo.

- Abbiamo un difensore (Romagnoli che sta naufragando nella mediocrità). Calabria ha più richiami vaccinali che prestazioni accettabili, Conti è un altro ricordo (dell’Atalanta), gli altri non mi ricordo neanche come si chiamino.

- Siamo dotati di numero due centravanti: Piatek e Leao. È davvero una disdetta che abbiano in comune il difetto di non segnare. Mai.

- Ora abbiamo paura. Quella paura che una non proprietà ed una dirigenza inqualificabile non sapranno mai come togliere dalla testa dei ragazzi.

- Dovremmo, prima di ogni altra decisione, investire milioni per scongiurare gente come Ibrahimovic e Rakitic di venire a gennaio per darci una mano a non scendere all’inferno: non verranno mai a svolgere un compito che non conoscono quando possono andare dove vogliono ad alzare trofei.

- Stiamo andando in serie B: lentamente, così come tutto quello che non è mai cominciato, portandoci dietro anni di niente. E i colpevoli se la rideranno come hanno sempre fatto... Impuniti e con le tasche piene.