Come ogni anno all’inizio della stagione interista il tifo è su di giri, probabilmente più di quello delle altre squadre italiane, probabilmente perché siamo la tifoseria più pazza, e come ogni anno, puntualmente, al primo scivolone si sente subito l’eco dei disfattisti che “anche quest’anno non arriviamo in Champions”, “lottiamo per la salvezza”, “Spalletti a casa”, “Suning out” ecc. ecc.

Bene, come è giusto calmare gli animi (compreso il mio) quando si illudono di poter vincere scudetto, Champions e se c’è tempo anche la Coppa Italia, è giusto anche dire che, come lo era la scorsa settimana, nonostante sia la prima di campionato, anche questo è ancora calcio d’agosto.
Questo non per togliere responsabilità alla squadra che ha giocato una prestazione sicuramente non all’altezza, ma per ricordarsi che una rosa con 7 nuovi elementi all’interno delle turnazioni dei titolari, di cui alcuni arrivati da qualche giorno a Milano, è giusto abbia il tempo di amalgamarsi, non tralasciando il fatto che mentre le grandi fanno una preparazione atletica volta ad arrivare al top nella fase centrale della stagione, le piccole iniziano il campionato col coltello tra i denti, cercando di racimolare quanti più punti in queste iniziali partite di assestamento delle altre.

Trovo anche ingiusto e quanto mai affrettato riversare le proprie frustrazioni su Spalletti, che alla prima partita dopo un buon precampionato si è trovato a mettere in campo una formazione limitata da problemi muscolari, carenze di condizione fisica e arrivi dell’ultimo minuto.
Parlando da un punto di vista puramente tecnico credo anche che ritenere Dalbert, per quanto impresentabile nella prestazione di ieri, l’unico responsabile della sconfitta maturata contro un Sassuolo che è diventato negli ultimi anni la nostra bestia nera come nemmeno la Juventus è stata in grado di fare, sia una valutazione superficiale. La mia impressione è stata piuttosto che la vicinanza di Dalbert abbia mascherato la scarsissima condizione di Miranda, secondo me tra i peggiori in campo in assoluto. E con questo non intendo scagliarmi sul giocatore, tutt’altro, continuo a ritenerlo tra i migliori nel ruolo, ma guardando indietro non posso non tener conto del fatto che già da un paio di anni nelle prime dieci partite ha evidenziato un ritardo nell’entrare in condizione atletica, salvo poi arrivare al top della forma e far dimenticare a tifosi e giornalisti gli scivoloni precedenti. Questo per dire che, probabilmente, se in campo accanto a De Vrij ci fosse stato Skriniar, saremmo a parlare di una partita diversa.

Ci tengo invece a evidenziare che, il buon D’Ambrosio, troppo spesso oggetto dello scherno di molti tifosi, è stato probabilmente il migliore della retroguardia nerazzurra, e anche quest’anno, pur partendo da riserva, farà sudare il posto a tanti.

Superata la fase difensiva, il reale problema della partita credo sia girato intorno a Brozovic, macchinoso e poco lucido nelle giocate già a partire dai primi minuti (ha sbagliato numerosi passaggi anche facili, nel finale della scorsa stagione raramente ne ha sbagliati più di uno a partita), e sicuramente non aiutato da un terreno di gioco indecoroso per uno stadio di Serie A, e poco importa se arriveranno i classici commenti del tipo “il Sassuolo giocava sullo stesso campo”, perché quando fai il 65% di possesso palla e gli avversari si limitano a giocare di contenimento e corse sfrenate sulla fascia in contropiede, il terreno di gioco incide e non poco.
Anche perché, per chi avesse visto l’amichevole contro l’Atletico Madrid della scorsa settimana (squadra per altro rinomata per il pressing alto e asfissiante applicato alla manovra avversaria), ero rimasto impressionato dalla fluidità e rapidità del giro palla, quasi esclusivamente a uno-due tocchi, mai visto in tutta la stagione scorsa, e considerando che gli interpreti erano gli stessi, osservare una costante difficoltà nello stoppare il pallone ed effettuare in maniera precisa passaggi anche elementari mi ha porta a credere che il campo fosse in condizioni anche peggiori di quelle che trasparivano dalla tv.
Non voglio soffermarmi troppo sugli errori arbitrali, anche se al di là delle lamentele e recriminazioni va detto che se la partita fosse ritornata sul pareggio, l’atteggiamento esasperatamente difensivo del Sassuolo sarebbe necessariamente cambiato, e con esso anche il corso della partita.

Chiudo facendo i complimenti a De Zerbi, la cui cura sembra aver rigenerato una squadra che nella stagione scorsa è stata quanto mai opaca, guidata da un Berardi che spero vivamente si sia ritrovato, visto che al livello italiano non abbiamo un’abbondanza di talenti tale da permetterci di perderne alcuni per strada.
Sta iniziando probabilmente uno dei campionati più belli degli ultimi dieci anni, godiamocelo.

Amala!