Ibrahimovic è un grandissimo campione. Tanto sbruffone quanto forte, Zlatan è il re degli sbruffoni. Nello spogliatoio lo rispettano e temono allo stesso tempo, ogni tanto ha esagerato ma glielo concedi perché è un grandissimo professionista: puntuale, preciso e con una perfetta gestione della sua vita privata.
Da quando c'è Zlatan il Milan è cambiato oltre ogni più rosea aspettativa, arrivando a collezionare ben 21 risultati positivi, e guardate che parliamo di una striscia realmente importante, di quelle che spesso determinano la nascita di squadre vincenti. Con lui sono cresciuti tutti gli altri giocatori, e persino l’allenatore gestisce meglio rosa, formazioni e sostituzioni. Idem la dirigenza; Scaroni si è defilato, e Gazidis dopo aver cambiato allenatore, cercato il guru Tedesco, mandato via Boban e quasi cacciato Maldini si è dato una calmata e ha capito che è meglio non toccare nulla per non rischiare di rompere il giocattolo. Non sia mai detto che si faccia vivo un compratore, e che riesca pure a guadagnarci qualcosa.

Tutto questo grazie ad un po’ di polso e qualche cazziatone random, ma allora non era più semplice tenersi Ringhio?? Al pagina 22 del manuale delle banalità sul calcio c’è scritto a caratteri cubitali che Gattuso porta serietà, grinta e corsa. Soprattutto Grinta. Questo perché lo chiamavano Ringhio. Si fosse chiamato Spillo, come Altobelli, farebbe il nutrizionista. Il fatto che Altobelli adesso pesi quanto l’intero reparto d’attacco della sua Inter, dovrebbe far capire che i soprannomi nulla centrano con il carattere di una persona. A proposito, ne approfitto per lanciare una campagna per far dimagrire alcuni ex Interisti: Altobelli, Berti e Stankovic. Chiunque li voglia vedere essere di nuovo capaci di indossare la loro vecchia maglia senza usare la sciolina, condivida #macheteseimagnatoultimamente.

Torniamo quindi a Gattuso: se il problema fosse stato puramente gestionale, bastava tenerlo ed oltre a risparmiare lo stipendio di Giampaolo, avrebbero liberato Ibrahimovic dal compito di dover dare un esempio ai giovani sbarbatelli che scorrazzano per i prati di Milanello.

Voi ci credete? Io no.
Credo che il merito della crescita del Milan sia principalmente la pandemia che ha congelato tutto: campionato, confronto con il pubblico, impegni con le nazionali e vita privata.
Credo che abbia eliminato l’ansia da prestazione all’intero ambiente. Con i ricavi crollati, il progetto stadio congelato, ed il mercato messo in stand by, la dirigenza si è rilassata, prendendo tempo e rimandando parecchie decisioni a momenti migliori, e che tutto ciò abbia compattato una squadra di giovani con poca esperienza sui grandi palcoscenici. Squadra allenata da un bravo allenatore, ma soprattutto da un ottima persona, che ha saputo aspettare in silenzio.
Credo soprattutto che il mancato confronto con pubblico e tifosi abbia fatto crescere l’autostima di moltissimi giocatori, Chalanoglu in primis.
I primi risultati poi hanno fatto il resto.
Come sempre nella vita ci vuole un po’ di fortuna, ma il calcio è uno dei pochissimi sport dove in due mesi cambia tutto, e la dirigenza è stata brava a cavalcare l'onda ed a spingere ulteriormente sul progetto giovani, per intenderci lo stesso che aveva mezzo abbandonato a gennaio su suggerimento di Boban e Maldini.
Hanno capito che gli stadi vuoti permettono a tutti di giocare come fossero in allenamento, senza distinzione tra il giocare in casa o fuori, e senza neanche l’apprensione di giocare a San Siro con i tuoi stessi tifosi che mugugnano per uno stop sbagliato, fattore questo che ha spesso penalizzato alcuni giocatori delle Milanesi. Improvvisamente sono spariti molti dei limiti dei giovani nel calcio.

Con un po’ di ritardo l’ha capito pure la Juve, che però continua ad avere un zoccolo forte di trentenni perché la scommessa più grande l’ha fatta prendendo un allenatore giovane. L’ha capito il Napoli con Osimeh, e l’ha capito l’Inter. Oso dire forse prima di tutti, perché Bastoni e Barella sono cresciuti con regolarità ma sono esplosi anche loro dopo febbraio. Però l’Inter non ha volutamente proseguito con la ricerca di giovani perché vanno comunque aspettati, e non si ha molto tempo se si vuole vincere subito. Però queste erano le regole del calcio pre-Covid19 e non è detto che siano ancora valide.
Per il momento sembra aver ragione la spensieratezza del Milan. Largo ai giovani quindi.