Quelli che hanno qualche capello bianco e anche chi non ce l'ha più, si ricorderanno di una famosissima canzone cantata da Limahl ,colonna sonora di un film del filone "fantastico" che fu uno dei blockbuster degli anni '80: Never ending story. Quale canzone potrebbe essere più adatta per la situazione in cui versa il progetto del nuovo stadio di Milano? Una storia iniziata più di tre anni fa quando le nuove proprietà di Milan e Inter capirono che se volevano ritornare all'apice del calcio europeo avrebbero dovuto avere lo stadio di proprietà, così come aveva fatto la Juventus qualche anno prima. Ma la differenza con la situazione di Torino dove la giunta comunale andò incontro alle esigenze della Juve vendendogli un terreno a meno di 5 euro al mq è stata ed è abissale.

Ma il comune di Milan ha mai voluto uno stadio nuovo? La risposta che posso dare con certezza è NO. Già a partire dalla fine del 2019 quando Milan e Inter propongono due possibili visioni di stadi : la Cattedrale e gli anelli, il comune sancisce la prima dichiarazione di interesse pubblico con una serie di richieste urbanistiche, circa 16... passano due anni di discussioni, polemiche, pandemia, nuove elezioni  e arriviamo così a novembre del 2021 quando le società accettando le richieste del comune con una riduzione ingente anche delle volumetrie presentano la Cattedrale come progetto vincente e il comune da' la seconda dichiarazione di interesse pubblico. Allora tutto fatto? Tutto a posto? Certo che no perchè con la diminuzione delle volumetrie richieste dal Comune, non c'è più spazio per il vecchio stadio Meazza e una sua eventuale riqualificazione. Tutto questo porta a nuove polemiche nella maggioranza e non solo, ma anche da parte dei nostalgici che non concepiscono una Milano senza il Meazza ,degli ecologisti e i comitati di quartiere che con l'abbattimento dello stadio hanno paura di un aumento dell' inquinamento nella zona senza precedenti. All'improvviso poi appare come per incanto il "dibattito pubblico", procedura obbligatoria in quanto si parla di interventi su aree comunali ma di cui la giunta dichiara di non esserne a conoscenza.  Diciotto incontri due mesi di parole con una relazione finale presentata al comune che può limitarsi a leggerla o tenerla in considerazione.

Infine poteva mancare Vittorio Sgarbi? Dallo scranno di una delle sue innumerevoli cariche ,in questo caso di  sottosegretario alla cultura, inizia ad interessarsi anche di calcio, uno sport che nemmeno lo appassiona particolarmente e paventa sul progetto un vincolo architettonico ,su cui la sopra intendenza si era già pronunciata come nullo appena due anni prima dato che la prima struttura dello stadio era ormai praticamente irriconoscibile. Non contento prova anche ad inventarsi un nuovo vincolo, il vincolo di simbologia...Tutto va nuovamente in confusione con la giunta che chiede rassicurazioni al governo e il governo risponde che la decisione spetta a Sala & C. Insomma il solito rimpallarsi le responsabilità all'italiana. Dopo tutto questo e la rassicurazione del ministro competente sul fatto dell'inesistenza del vincolo c'è il nuovo ok del comune ma a questo punto le vecchie richieste non sono più sufficienti e ne vengono aggiunte delle nuove  come devolvere 40 milioni da parte delle due società a progetti socialmente utili negli altri quartieri, fare un'area verde di circa 140000mq, costruire il nuovo stadio ad emissione zero di co2, spostare il progetto stadio ed aumentarne la capacità senza aumentarne il volume...Strada impossibile da percorrere senza una ulteriore ingente incremento della spesa prevista. Insomma sembra la storia della corda che a forza di tirare  si spezza e secondo me la corda si è finalmente spezzata. Le ultime dichiarazioni di Scaroni e Bonomi hanno fatto capire, nemmeno tanto tra le righe, che il Milan se ne andrà da Milano per costruirsi uno stadio da solo, lasciando così il vecchio Meazza alla città di Milano e al suo sindaco che dovrà giustificare alla cittadinanza le cospicue spese di manutenzione fra i 5 ei 10 milioni di euro annuali che andranno a gravare sulla popolazione una volta abbandonato dalle squadre. E quindi tutti vissero felici e contenti? Non credo , il Milan forse si, anche se il tempo perso è stato ingente ma la città di Milano non credo. La  Milano da bere, la Milano che non dorme mai ,più che essere la locomotiva d'Italia è sembrata essere in questo caso il triciclo d'Italia.