Dopo i mondiali più spettacolari di sempre, a cui l'Italia non ha partecipato, ora, si stanno giocando forse una delle edizioni degli Europei più fantastiche di sempre.
Risultati clamorosi, la Svizzera che elimina la Francia in quella che è stata la sua partita della vita. La Svizzera ha già vinto il suo europeo. Risultati vicino all'impresa, la Croazia contro la Spagna. La Croazia è giunta alla fine del suo ciclo, dovrà rinnovarsi e lo ha fatto in modo incredibile, per poi crollare nei minuti finali contro una Spagna che ha certamente meritato di vincere ed è tra le favorite per la vittoria finale. C'è chi spera in un nuovo caso Leicester, esempio abusato è vero, ma tira ancora, con la Danimarca che ha emozionato tutto il mondo per la vicenda di Eriksen e che chissà che non ripeta il miracolo del '92, tanto che hanno dedicato a quell'evento documentari, serie e film, e libri. Perchè i miracoli possono accadere una sola volta, si dice, ma si vive sempre nel sogno che possano ripetersi per rendere ancora una volta possibile ciò che sembra essere impossibile.
L'Inghilterra che gioca in casa e aspira a vincere il suo primo europeo, l'Italia che imbarazza per i suoi comportamenti per la vicenda del, sì, no, ni, dell'inginocchiarsi, ma fa emozionare intorno alla palla. Il Portogallo che vien buttato fuori in quello che potrebbe forse essere l'ultimo europeo di Ronaldo. Piccole e grandi che giocano a calcio, nell'area europea, ricca di contraddizioni epocali. Ma se c'è una cosa che sta emergendo con forza è che se le nazionali sembravano morte e sepolte per il calcio dominato dai club, è proprio il calcio delle nazionali che sta facendo riscoprire l'amore per il pallone, per il calcio giocato. Sappiamo bene quali sono i problemi cronici che stanno devastando questo non sport, perchè qui siamo oltre lo sport, siamo nel mondo del business, del professionismo. Soldi, corruzione, doping, questioni etiche e morali, di tutto e di più. Un calcio che ha messo la freccia, per sorpassare, andando oltre le proprie effettive possibilità. Dalla Danimarca alla Sicilia, da Zurigo, alla Spagna, il calcio sta unendo sotto il segno della passione. Poi, magari alla fine dell'estate si ritornerà alle solite cose da club,agli scontri SuperLega, FIFA, UEFA, ai soliti veleni, sospetti, ai bilanci sballati, agli stipendi indecenti, a stadi vetusti, ma se si riuscisse a mantenere viva quella passione che sta rinascendo per il calcio con gli europei, sarebbe forse la strada giusta da percorrere per salvare il calcio e avvicinarlo alla gente. Alle nuove generazioni che si stanno allontanando dal calcio preferendo altro. Non facciamo come successo per il calcio femminile. Entusiasmo alle stelle fino a quando si giocavano i mondiali. Poi, lentamente quell'entusiasmo è andato a scemare, del calcio femminile si parla poco e niente, è ritornato in modo vergognoso all'angolo. Serve continuità, serve una visione che rendano possibile imprese come quelle della Svizzera o della Danimarca, che mettano sullo stesso livello di dignità calcio femminile e maschile, una visione che sappia raccogliere quanto di buono seminato e nato in questi Europei per salvare il calcio dalla sua apocalisse.
E pensare che le nazionali venivano date per morte, eppure son questi morti a resuscitare il calcio zombie di oggi giorno.