Accendi un sogno e lascialo bruciare in te.
Frase pronunciata dal drammaturgo per eccellenza, William Shakespeare, che cercò di concettualizzare l’etimologia della parola fuoco attraverso il pensiero e l’ammirazione per il sogno, unico elemento in grado di far penetrare l’uomo in una dimensione mistica, unica e surreale per la modernità che la vita quotidiana ci riserva. A quel punto subentra il calore che si insedia nel corpo, nasce la voglia di dimostrare il proprio valore e gli affetti di amici e parenti si presentano come una fonte di saggezza capace di farti  tirar fuori gli artigli nel momento decisivo della battaglia.  

L’atmosfera infernale che spaventava Dante personaggio nella Divina Commedia sarà presente questa sera, sportivamente parlando, allo Stadio Giuseppe Meazza in San Siro, dove l’Inter di Spalletti sfiderà il Psv Eindhoven in una gara da dentro-fuori, una sfida imperdibile e al cardiopalmo, da giocare con il sudore sulla fronte, con la pelle che emana energia e con lo stadio che si trasforma in “una pentola a pressione”. 

Nel 1987 i Guns N’ Roses cantavano “Welcome to the jungle”, un brano che solo più tardi diventò la canzone emblematica dei club che disponevano di uno stadio immenso, ricco di storia e capace di trasformarsi in determinati momenti nel dodicesimo uomo in campo. Sarà quello che dovrà accadere stasera. 
Sì, perché l’Inter per poter festeggiare la qualificazione agli ottavi di Champions League avrà bisogno del suo stadio, quel San Siro che ha inglobato campioni, che ha fatto gioire intere generazioni e che ha appoggiato la lealtà sportiva, tipica del blasone Inter. Insomma, la squadra di Spalletti si ritroverà a giocare su un prato che è pronto a darti tanto se lo meriti davvero. Le prestazioni offerte nelle ultime partite hanno lasciato intravedere spiragli di buon calcio, ma tutte le ottime premesse si sono sgretolate di fronte alla penuria dell’attacco nerazzurro, reo di aver sprecato palle gol enormi soprattutto nel derby d’Italia contro la Juventus. È mancata quella cattiveria è quella voglia di segnare che davanti a 70mila persone viene sempre messa in luce, ma esistono anche le trasferte, e non sono un dettaglio. 

Se all’Inter bastasse una semplice vittoria per aggiudicarsi la tanto attesa qualificazione agli ottavi di finale tutti potrebbero contare sull’effetto San Siro, ma il problema è che il destino non dimentica le cadute avvenute nel passato e se il Tottenham dovesse vincere a Barcellona tutto si annullerebbe, i nerazzurri retrocederebbero  in Europa League mentre gli Spurs otterrebbero  il pass di qualificazione al turno successivo.
Insomma, la triste realtà è che un arrivo a pari punti tra il club di Spalletti e quello di Pochettino farebbe sorridere non poco il tecnico argentino, lasciando nel baratro della solitudine l’allenatore toscano.

In Corso Vittorio Emanuele l’idea Europa League non vuole essere neanche presa in considerazione ma si sa, le notti della Champions si definiscono magiche perché c’è chi esce osannato tra la folla e chi invece riflette attentamente attaccandosi al diario degli errori che ha commesso. Saranno presenti anche gli osservatori e i bambini ricchi di speranza, che scruteranno il maxi schermo del Meazza per avere un segnale positivo da Barcellona; magari un gol di Messi per dimostrare a Ronaldo che la pulce è il Dio del calcio, una rete di Suarez per aprire lo show del pistolero o più verosimilmente una marcatura di Piqué, difensore simbolo dei blaugrana che nel 2010 segnò proprio all’Inter di Mourinho.

L’atmosfera milanese dello Stadio San Siro oscillerà tra la gioia sfrenata e le paure del passato. Sì, perche questa è la partita più importante degli ultimi anni per i nerazzurri e il tecnico del Psv Van Bommel trasformerà la squadra in un esercito temibile alla luce del trascorso milanista dell’ex giocatore del Bayern Monaco.
I malumori della sfida di andata, la figura di Handanovic, che secondo gli olandesi doveva essere espulso e la grinta di Lozano e compagni daranno vita ad una partita da conquistare grazie al popolo nerazzurro.

San Siro è abituato a queste platee, è pronto a dare la scossa. Il fuoco scalderà i meno esperti, il tifo si farà sentire e la gloria del Meazza avrà effetti anche al Camp Nou.