Chi conosce il calcio sa perfettamente il significato di questa frase, molto usata dagli allenatori a fine anni settanta e inizio anni ottanta. Trovata la formazione migliore erano restii a fare cambiamenti, aggrappandosi alla considerazione che, a fronte di risultati positivi era un azzardo cambiare qualche interprete. Erano altri anni, ma specialmente si giocavano molte meno partite rispetto al presente.

Oggi più che parlare di squadra e degli undici giocatori schierati in campo, il concetto è molto più ampio e si ragiona sull'intera rosa messa a disposizione dell'allenatore.
Il nostro Milan, vincitore dello scudetto, volente o nolente sarà obbligato a cambiare un numero sufficientemente numeroso di giocatori, fra quelli presenti nella brillante stagione appena conclusa. Le partenze di Kessie e Romagnoli, dovute all'impossibilità di trovare un punto di incontro sulle richieste economiche per il prolungamento dei rispettivi contratti, sono già due tasselli particolarmente importanti da sostituire. Il "Presidente" è stato costantemente un titolare quasi insostituibile e se si concretizzasse l'arrivo del fortissimo portoghese, Renato Sanches, il ricordo del giocatore della Costa D'Avorio, forse verrà scalfito, ma ugualmente non dimenticato. Resto convinto che Kessie sia più vecchio di quello che ci viene detto, ma è solo una considerazione personale, che nulla incide su quanto di buono ha fatto vedere vestendo la maglia del Milan. Per Romagnoli il discorso è diverso. Il suo stipendio è lievitato in modo inverso al suo rendimento. Se pensiamo che l'ultima stagione ha guadagnato 6 milioni, che a bilancio pesano 12, quando Kjaer costa 2, Kalulu 400 mila e l'eventuale arrivo di Botman, 3,5, appare evidente che interrompere il rapporto era una scelta obbligata. Spettava a Romagnoli accettare l'offerta economica fatta dal Mian al ribasso, anche se sempre di tutto rispetto, ma a quanto pare sembra orientato a cambiare squadra e città. La cosa probabilmente non avrebbe causato alcuna preoccupazione, se Kjaer non fosse reduce da un grave infortunio. Viceversa, se confermata, obbligherà la dirigenza a trovare un sostituto all'altezza, in modo di per avere un reparto difensivo di assoluta qualità. I motivi di questa priorità, che oltretutto incide in modo importante su un budget di spesa ancora da decifrare, sono più che comprensibili. I numerosi impegni stagionali, così come una preventivabile flessione nel rendimento di Kalulu, dovuto alla giovane età, chiariscono in modo inequivocabili le ragioni per cui la scelta definitiva sia indirizzata su due giocatori di primissimo livello, come Botman del Lilla o Bremer del Torino, con investimenti economici di primaria importanza.

Con il riscatto di Florenzi dalla Roma, la difesa è completata e l'eventuale sostituzione di Ballò Tourè, sarà praticamente ininfluente sull'undici schierato da Mister Pioli nelle partite più importanti. Sotto la lente di ingrandimento saranno messi i due reparti che potrebbero garantire quel salto in avanti, tecnico qualitativo, che tutti i tifosi del Milan si augurano. La fascia destra e il centrocampista avanzato. Il Milan attuale ha tre giocatori sotto contratto che utilizza sulla fascia. Castylleco che ha ancora un anno di contratto, Messias che è in prestito dal Crotone e il belga Sealemakers. Tanta quantità, ma non quella qualità di cui ci sarebbe bisogno Il biondo spagnolo, numero sette rossonero, sembra certo del ritorno nella terra natia, ma bisognerà verificare se ci saranno offerte concrete. Rivederlo a Milanello per il ritiro, appare praticamente impossibile, nella peggiore delle situazioni verrà dato in prestito. L'eventuale cessione sarebbe importante anche ai fini economici, per consentire l'ingresso di un nuovo giocatore di spessore più elevato. Il riscatto di Messias dal Crotone appare problematico. La cifra richiesta e l'età del brasiliano, spingono per l'addio. La mia sensazione è che la "favola" sia giunta alla conclusione e che Messias il prossimo anno possa vestire la maglia del Monza o del Torino, vedremo a breve.
Dalla sorte del brasiliano potrebbe trarne vantaggio Sealemeker. Non sarebbe molto logico privarsi di tutti gli interpreti di due anni di lavoro e di uno scudetto. Dovrebbe arrivare alla dirigenza un'offerta ritenuta irrinunciabile, perchè se è vero che il belga non è certo un "fuoriclasse" è innegabile che garantisce quegli equilibri tattici che sono ugualmente importanti, come i gol o gli assist. La conferma del numero 56 milanista, potrebbero cambiare o semplicemente mutare le strategie e tempistiche di questo mercato estivo. 

Un calciomercato che, è bene ricordarlo, è molto lungo. Inizia il primo luglio, per finire a fine agosto, con il campionato già iniziato ed avere fretta potrebbe essere la peggiore delle soluzioni. Non va infatti trascurato il fatto che, specialmente il mercato italiano, ma a quanto pare anche molti altri, con l'esclusione di quello inglese, stanno affrontando problemi di liquidità economica, con molte operazioni di compravendita che stentano a concretizzarsi oppure sono "bloccate", in attesa proprio di vedere chi sarà il primo ad immettere denaro. Non è un caso che l'Inter abbia l'accordo totale per prendere Bremer dal Torino, ma non i 25/30 milioni necessari per soddisfare le esigenze di Cairo. La stessa Roma, che Mou vuole rinforzare con quattro acquisti importanti, dove trova i soldi se non vende Zaniolo o semplicemente Veretout o El Sharawy ? Senza parlare della Juventus, che con le sole rate da pagare, di Chiesa, Locatelli e Vlahovic si trova costretta a rinunciare a Dybala e pensare a quale cessione possa finanziare il mercato. Discorso analogo anche per il Napoli o la Lazio di Lotito, sempre in attesa di vendere un "gioiello" della squadra capitolina, a prezzi proibitivi e ormai impossibili. 
Ecco spiegato il motivo per cui sono in molti a guardare i giocatori svincolati e a parametro zero. Molti non sono più giovanissimi, ma avete letto i nomi? Di Maria, Cavani, Suarez e molti altri, dove anche il trentacinquenne Mertens, in uscita dal Napoli, può rilevarsi la scelta giusta, anche se solo per una stagione. Giocatori probabilmente giunti a fine carriera, ma che vederli giocare, anche solo per venti minuti su novanta, è sempre piacevole, ma cosa ben più importante sanno ancora fare la differenza.

Torniamo al Milan. Serve un rinforzo sulla trequarti. Un ruolo delicatissimo e che può incidere in modo determinante sulle sorti del prossimo anno. Sappiamo quanto la "numero 10" accenda le fantasie dei tifosi. L'unica cosa che ci auguriamo è che non si ripeta quanto accaduto lo scorso anno, quando, dopo la partenza del turco e aver accostato i nomi di moltissimi giocatori, italiani e stranieri, ci siamo ritrovati con i soli Diaz, Krunic e Daniel Maldini, ugualmente sufficienti per vincere lo scudetto. Se il nome più gettonato è quello del giovane talento belga, De Katelear, che gioca nel Bruges, profilo perfetto dal futuro assicurato, potrebbe essere più conveniente aspettare, anche rischiando che altri club lo possano prendere.
Tutto ruota intorno alle cessioni. Sono troppi i giocatori a disposizione e c'è un'enorme differenza fra riuscirli a venderle e piazzarli in prestito. Bisogna risolvere la faccenda Bakajoko, in prestito biennale dal Chelsea, con obbligo di riscatto a determinate condizioni. Capire se Rebic preferisce rimanere o essere ceduto, così come se Ibra accetterà il ruolo di riserva alle spalle di Giroud e del nuovo arrivo, Origi. Fra Caldara, Duarte, Gabbia, Colombo e Maldini, chi resterà per completare le liste e chi viceversa partirà ?. Come vedete il lavoro per Paolo Maldini e Massara, non manca certamente. Alla fine è probabile che i volti nuovi che vedremo a Milanello saranno numerosi. Adlì, Pobega, Origi e Sanches, già sono dati per certi, ma alla fine potrebbero essere anche sette o otto. Non pochi se pensiamo che siamo reduci da una bellissima vittoria.