Buchi, o meglio voragini di bilancio.
L'indebitamento sembra quasi diventato un blasone, come dire che se un personaggio pubblico non ha almeno un avviso di garanzia non è nessuno.
Per chi vale questo fair play? Me lo continuo a chiedere, visto che le società indebitate continuano a far campagna acquisti quasi mai rientrando con i proventi delle cessioni. Certamente le squadre dell'Olimpo del calcio europeo possono sentirsi indifferenti perché i bilanci sono a 6 o 7 cifre ma come mai le compagini del nostro modesto campionato sembrano immuni dai provvedimenti dell'UEFA? Si legge che i rientri economici devono essere garantiti entro precise scadenze, arrivate alle quali in situazioni pressochè immutate non succede nulla. Una tecnica consolidata per rinviare le scadenze sembra essere quelle del... pagherò ma di fatto l'anno successivo quei soldi dovranno pur uscire sommando debiti a debiti.
Altra domanda: ma i monte ingaggi entrano nel calcolo del fair play? Considerato che tutti rincorrono i parametri zero che poi di fatto possono avere ingaggi molto elevati e richieste di contratti pluriennali.

A questo punto sarebbe più onesto ammettere che i presidenti di società possano fare di testa loro,rischiando soltanto i loro patrimoni o quelli di occulti finanziatori: vincano le squadre più attrezzate e quelle con 22 top-player e in malora i bilanci. Ovviamente scherzo ma il calcio nel complesso è diventato dominio dei ricchi con ciò affermando il monotono monopolio del calcio che in tutti i campionati vede affermarsi sempre gli stessi, quelli che possono non badare a spese e che ogni anno si rinforzano sempre di più ,impoverendo lo spettacolo, riducendo il calcio a ricalcare un copione già scritto nel quale non è prevista l'improvvisazione. Aggiungiamo che in questa perversa logica anche i contratti milionari degli sponsors finiscano sempre e comunque nelle tasche degli stessi,confermando ed accentuando le disparità dei bilanci, allargando le distanze sino a renderle incolmabili. 

A parte questa riflessione, mi chiedo chi possa contrastare queste egemonie, forse pensando ai finti ricchi, quelli che possono aggirare i controlli dell'UEFA e procedere a tentoni.
Non ci credo, ma se esistono delle regole condivise è giusto applicarle, altrimenti quale credibilità si può millantare.
Le leggende tipo Leicester sono fughe nell'immaginazione, fratture della realtà, non destinate a ripetersi. Cosa resta da sperare per dei comuni tifosi che seguono la propria squadra? Forse i miracoli o gli azionariati popolari.
Niente di ciò purtroppo potrà bastare.