Approdata per la prima volta della sua storia nel nostro massimo campionato, lo Spezia di Vincenzo Italiano non sta tradendo le attese scrivendo la sua favola più bella.
Sorprendente le ultime tre giornate con sette punti conquistati ai danni delle più blasonate: Napoli, Torino e Sampdoria. Le prime due fuori casa e giocando in 10. Clamoroso nel posticipo del Maradona la ribattuta in rete di Pogeba dopo il palo di Nzola a due minuti dall’ espulsione di Ismajli. Realizzando un impresa che fino a poco tempo sembrarava impossibile da realizzare. Maestosa invece la prova di sabato al Comunale del Grande Torino, in meno di un uomo per l’arco di quasi tutti e 90 i minuti, hanno messo alle corde uno stremato e matato Toro. Nel derby da libro cuore con i blucerchiati è arrivata invece la prima vittoria in serie A tra le mure amiche, con un 2-1 di giustezza targato capitan Terzi ed un rigore del solito Nzola, già a quota nove goal in stagione.

Alla base del miracolo dei bianchi c’è mister Italiano, che ha saputo plasmare alla perfezioni i suoi uomini nonostante una rosa non di grossi nomi. La manovra è corale: difesa registrata alla perfezione (vedasi partita con Torino), centrocampo tecnico e veloce ed un attacco affidato alle ripartenze delle ali e alla vena realizzativa delle punte Galabinov prima e il francese Numero 18 poi.

Nonostante i tanti infortuni e le note defezioni per Covid, un plauso va fatto anche ai tanti giovani lanciati in campo che si fanno trovare sempre pronti ogni qual volta chiamati in causa, cui l’allenatore sembra aver saputo sprigionare in loro quella grinta e voglia di poter emergere. Contro i granata c’erano il diciottenne Agoumé scuola Inter a dettare i tempi e il diciannovenne Piccoli in lotta con tutta la retroguardia avversaria. Gli elogi in questa prima parte di stagione comunque andrebbero spesi un po’ per tutti: da Maggiore a Pogeba che nonostante la giovane età sembrano già due veterani, il velocista Gyasi molti difensori lo stanno ancora cercando, Bastoni terzino sinistro in rampa di lancio frenato solo dal Coronavirus o il portiere Provedel che dopo una lunga gavetta, per forza di cose si è ritrovato a difendere i pali della porta ligure anche nella massima serie. Tutto questo va a simboleggiare un vero gruppo unito e coeso, arrivato sul tetto del nostro calcio non per fare da cenerentola come molti all’inizio potessero pensare, ma a recitare un ruolo da protagonista.

In questa bella favola delle Aquile Bianche, c’è però anche la nota stonata. Il Picco rimodernato per l’occasione desolatamente vuoto! Il pubblico dello Spezia non merita tutto questo. Vedere realizzato il proprio sogno e poi non poterlo vivere a pieno è davvero una ingiustizia, ma se la storia è questa: la tempesta prima o poi passerà e lo stadio tornerà a riempirsi della sua gente e del suo calore.