Abbiamo assistito ad un bellissimo derby, intenso, emozionante e aperto ad ogni risultato, senza pause, dal primo all'ultimo minuto di gioco. Complice la flessione della Juventus, tutti gli occhi erano puntati su San Siro, come non succedeva da anni. Il Milan capolista, forte di dieci vittorie ed un pareggio, si confrontava con i "Campioni d'Italia", per mostrare tutte le proprie qualità. La cornice di pubblico e le televisioni collegate da tutto il mondo, sono state la conferma di quanto Milano, calcistica e non, sia un prodotto trainante che piace ed attira. Anche la coreografia, predisposta dalla tifoseria rossonera e dedicata a chi ha affrontato questo lungo periodo "buio", di pandemia, è stata una piacevolissima sorpresa, in linea con l'importanza dell'evento, a dimostrazione che per quanto sia sempre il pallone ad essere il protagonista, non va mai estraniato al contesto generale che lo circonda.

Finisce come avevo pronosticato, affidandomi più al caso o ai troppi anni senza questo finale, con un pareggio per uno a uno. Ai punti avrebbe vinto l'Inter, che per lunghi tratti dell'incontro è sembrata la padrona del campo. Ogni riferimento al pugilato, non è per nulla casuale, poichè il Milan ha vestito i panni di "Rocky Balboa", incassando e barcollando, ma mai indietreggiando o cadendo, ma riuscendo a finire la partita in crescendo, così che il tiro scagliato da Sealemaker che veniva respinto dal palo, sembrava il più classico dei KO, tanto simile allo storico film di Silvester Stallone.
L'Inter doveva vincere, aveva solo un risultato a disposizione per accorciare la classifica, oltretutto confortata dal pareggio casalingo del Napoli, non esserci riuscita amareggia tutto l'ambiente, ma la prova più che positiva e le moltissime partite che mancano alla conclusione della competizione, autorizzano Società, Calciatori e Tifosi ad essere ottimisti. La squadra allenata da Simone Inzaghi, non è riescita a vincere, proprio per i motivi che avevo esposto nei giorni precedenti. Dzeko, non è Lukaku, Lautaro non attraversa il suo momento migliore e il Milan non conosce sconfitta in campionato da molto tempo, dallo scorso anno quando a Roma, sponda bianco azzurra, fu proprio l'allenatore, ora interista, a impartire un sonoro stop alla cavalcata rossonera. Bisogna però riuscire a vedere oltre a ciò che rimane maggiormente impresso. Lautaro che sbaglia il secondo rigore, Vidal che manca una facilissima conclusione, o il salvataggio rossonero sulla linea, confermano le difficoltà interiste a vincere gli scontri diretti, anche quando lo meritano. Tre pareggi ed una sconfitta è il tabellino dei confronti contro Atalanta, Lazio, Juventus  e Milan, troppo poco per chi ambisce a vincere lo scudetto. Così come non può passare inosservato che i cambi proposti non hanno portato miglioramenti all'undici iniziale e il giustificatissimo calo fisico finale ha evidenziato come la superiorità tecnica nerazzurra sia stata azzerata dalla freschezza rossonera.

Se "Atene piange, Sparta non ride", allacciandomi alla rivalità fra le due città greche, per evidenziare che il Milan esce dal campo imbattuto, mantenendo il vantaggio invariato, ma anche con la consapevolezza della forza della rivale cittadina e di quanto sia ancora lunga per poter anche solo sognare traguardi da troppo tempo sconosciuti. Eppure dietro questo pareggio ci sono molti motivi per essere soddisfatti. I "ragazzi" di Mister Pioli, si presentavano a questo appuntamento, incerottati e stanchi. Superfluo ricordare quanti e quali infortuni avevano obbligato a cercare di dosare le energie, continuando ugualmente a cogliere risultati più che positivi. Fra mille difficoltà e contro un avversario FORTE, obbligato a vincere, il Milan ha giocato a viso aperto, senza tatticismi o barricate, continuando quel percorso che stiamo apprezzando da quasi due anni. Mister Pioli non ha accennato a nessun episodio arbitrale, ci ha pensato il "povero Tatarusanu" di professione portiere, ad ipnotizzare dagli undici metri Lautaro Martinez, fresco di rinnovo ed ingaggio ben più remunerativo di quello elargito al nostro rumeno. Ci ha pensato il turco, ex di turno, a scaldare gli animi e gli spalti, trasformando dal dischetto il momentaneo vantaggio e scegliendo di vestire i panni di Giuda. Ci ha pensato Tonali a renderci orgogliosi, della gioventù rossonera e di quell'amore per la maglia a cui vogliamo ancora credere, più di soldi e altro.
Allora questo pareggio, conquistato da squadra, ci permette di affrontare questa meritatissima sosta per gli impegni delle nazionali, consapevoli che nonostante aver battuto tutti i record precedenti, frutto di dieci vittorie e due pareggi, conquistando 32 punti, il Napoli ci è affiancato, le rivali sono tutte agguerritissime e mantenere questa media punti sarà difficilissimo, se non impossibile. Sicuramente molti infortunati torneranno ad essere a disposizione, ampliando le scelte dell'allenatore e ciò è fondamentale per il calcio proposto dalla squadra rossonera. 

Secondo gli "intenditori di calcio", il Milan doveva perdere con la Juventus, a Bergamo, con la Roma e ieri con l'Inter, viceversa è primo ed imbattuto, come il Napoli, con sette punti di vantaggio sull'Inter, terza e dieci sull'Atalanta, che è quarta. Per quanto il percorso sia ancora lunghissimo non capire le qualità di questa squadra e del suo Allenatore è demoralizzante per chi segue il calcio con tanta passione. Ce ne faremo una ragione. Tanto l'appuntamento con la sconfitta probabilmente è solo rinviato alla prossima partita, a Firenze. Dopo il pubblico, i rigori a favore e la fortuna, ci sarà sicuramente una nuova giustificazione per spiegare la presenza momentanea del Milan, peccato che duri da quasi due anni, nei primi posti della classifica.
Chiedevamo impegno ed attaccamento alla maglia, stiamo ricevendo molto di più.
FORZA MILAN, siamo orgogliosi di tifare per questa squadra.