E' stata decisamente un'era storica per il Chelsea quella che si è conclusa dopo 19 anni sotto la guida del magnate russo Roman Abrahmovic: quasi due decenni conditi da numerosi titoli messi in bacheca ed il passaggio di nomi illustri al cospetto dei Blues, uno su tutti Didier Drogba. 
E' quindi l'alba di un nuovo inizio per la società londinese, acquistata per quasi 5 miliardi di euro (come riportato dai media) dal consorzio guidato da Todd Boehly, che lo ha visto subito protagonista del mercato di gennaio a dir poco spropositato! Infatti la nuova proprietà del Chelsea per rafforzare la rosa, già comunque molto competitiva (ricordiamo che il Chelsea due anni fa conquistò la Champions League e gli interpreti erano bene o male questi!) ha investito in un unica sessione di mercato la faraonica cifra di 551 milioni, acquistando alcuni giocatori di grande valore come il neo campione del mondo e miglior giovane della competizione Enzo Fernandez per ben 121 milioni di euro dal Benfica! Seguito dalle spese folli fatte per tanti giovani come Mykhaylo Mudryk e Wesley Fofana pagati la cifra di 150 milioni (70 il primo più 80 il secondo). 

Non meno importante come oltre al cambio di società per il Chelsea, ci sia stato un cambio di guida tecnica, con l'incarico passato da Tuchel (il quale aveva portato alla conquista della Coppa dalle grandi orecchie sopra citata) a Potter (ex allenatore del Brighton) con cui aveva fatto molto bene, ma i cui frutti del nuovo lavoro stanno decisamente deludendo le attese con il Chelsea relegato al 10° posto a quasi 20 distanze dalle zone altissime di classifica, zone a cui i blues sono più che abituati. 

Ora rimane da capire dove sta il problema: sono stati spesi troppi soldi per giocatori che non hanno ancora dimostrato nulla, bisogna dare tempo al tecnico di conoscerli e trovare una giusta intesa sul campo, oppure è stata errata la scelta del tecnico? 
Tanti dubbi che la dirigenza del Chelsea si continua a fare settimana dopo settimana, visto che la squadra fa fatica a timbrare le marcature, nonostante l'eccellente qualità in rosa e di conseguenza sta raccogliendo quasi il nulla!
Sarà stato un errore grossolano quello di spendere come matti sul mercato senza magari puntare su giocatori con più esperienza a livello internazionale, che potessero da subito dare una mano, piuttosto che prendere tanti ottimi prospetti ma inesperti e soprattutto non legati da esperienze comuni passate (con questo ultimo elemento voglio sottolineare il fatto che sono stati scelti giocatori provenienti da campionati completamente diversi e sconnessi tra di loro, quindi tattiche, stile di gioco, caratura delle partite sono del tutto differenti). 

Viene spontaneo quindi chiedersi: ok che la Premier League è di gran lunga il campionato più ambizioso al momento in cui tutti vorrebbero giocare, ma non è sbagliato eccedere nelle spese per dei giocatori inesperti e che non hanno dimostrato nulla, soltanto per esaltare il monopolio economico del campionato inglese. E questa è la chiara conferma che il calcio sta vertendo sempre più su un fattore economico per ottenere più prestigio e farsi un nome, piuttosto che coccolarsi i propri giocatori al fine di farli diventare delle vere e proprie bandiere del proprio club (qui richiamo il modello della leadership, un modello di comunicazione in cui vi è un leader all'interno di una squadra che crea un legame indissolubile con la maglia e con la tifoseria, vedi alcuni esempi come Totti, Zanetti, Del Piero solo per citarne alcuni tra i più recenti e iconici). 

Probabilmente non si ritornerà mai a questo modello, oramai il calcio è diventato una questione economica: dove mi danno di più vado, indipendentemente da se o quanto gioco, o da quello che è il progetto tecnico della squadra, e così sempre sarà; l'essere umano arriverà ad essere sempre meno protagonista con l'avvento sempre più deciso delle nuove tecnologie che stanno cambiando e hanno cambiato radicalmente il mondo del calcio.