L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa, ma quello che provi mentre corri”. Parole forti tramandate nel corso del tempo, portate avanti dalla cinematografia e da un film che ha fatto scoppiare di emozione intere generazioni di ragazzi; si intitolava “Notte prima degli esami” e l’incentivo nostalgico a braccetto con la storia della cultura indirizzava nel percorso conclusivo della scuola. Un’era spensierata, ricca di magia e di turbolenze interiori, volte a testimoniare una paura del futuro che una volta usciti dall’aula aleggiava sulla testa dell’ormai ragazzo maturo. Sensazioni indescrivibili che però hanno lasciato dentro anche un pizzico di rammarico, per il voto non raggiunto o per alcune decisioni prese in passato che hanno complicato i rapporti con le persone più care; così, tra le beffe scolastiche e amorose l’unico modo possibile per andare avanti era affrontare la corsa, un rettilineo preciso da vivere con i compagni di avventura, poi ognuno per la sua strada, verso quel mondo reale da incominciare ad affrontare.

Il ricordo della maturità e l’unione delle forze per liberarsi dalla scuola e aprire una nuova pagina, riconduce per certi versi ad uno dei temi più toccati dell’intero panorama calcistico: il caso Icardi, quel puzzle ignoto tappezzato di mille pezzi difficili da capire. Prima le dichiarazioni di Wanda Nara, poi la fascia revocata e infine i continui screzi con Luciano Spalletti, fermo sulla sua posizione almeno fino a ieri mattina. Improvvisamente, ecco la svolta: il bomber argentino, non solo farà parte dei convocati per la sfida di questa sera al Marassi, ma con ogni probabilità partirà titolare. Un risvolto incredibile se si pensa alle bordate lanciate dal tecnico di Certaldo al termine della sfida con la Lazio di domenica sera, volto forse a stringere i denti fino al termine della stagione, per riportare l’Inter dove merita e salutare Milano con la qualificazione in Champions.

ECCO IL PATTO CHAMPIONS

Le ultime settimane in casa nerazzurra sono state turbolente non solo dal punto di vista sportivo, ma anche e soprattutto da quello mediatico. Sì, perché un caso del genere non si ricorda in Serie A dalla famosa gestione Totti, portata avanti proprio dallo stesso Spalletti ai tempi della Roma. In quell’occasione però, la squadra giallorossa vantava di giocatori più decisivi di quelli che si trovano ora a Milano, abili nel realizzare numerose reti anche in assenza del capitano. Sotto il Duomo però le cose non funzionano così, perché da un terzo posto che sembrava congelato, adesso l’Inter si ritrova a dover auspicare ai passi falsi di Milan, Roma e Lazio; nessuno se lo sarebbe mai aspettato, e anche lo stesso Spalletti nelle ultime ore si sarà reso conto che così non è possibile andare avanti. Ecco allora il famoso “Patto Champions”, istituito dal blasone nerazzurro e dal desiderio di tornare grandi una volta per tutte; la strada parte da Genova e si porta nel cuore nove notti da vivere, con la musica delle stelle in sottofondo perché c’è ancora tanta strada, ma l’unione, quella sana, è in grado di condurre verso gioie impensabili.

UNITI PER L’ULTIMA CORSA

Sembra malinconico a dirlo, ma questo finale di stagione potrebbe rappresentare la fine di una mezza era per l’Inter. Se l’addio di Spalletti pare essere cosa certa, viste le sentenze emesse dalla Curva Nord, anche Mauro Icardi lascerà quasi sicuramente la squadra del suo cuore. Ma la storia è fatta per essere scritta e c’è un’ultima occasione per non piangersi addosso e per non dover portare una cicatrice in più sulle spalle che simboleggia l’atroce sconfitta; si chiama Inter, è uno dei club storici più importanti, una passione da vivere fino all’ultimo respiro. Il tempo dirà come andranno le cose, ma adesso, in un clima ancora bollente, c’è da tirare fuori il coraggio del campione perché l’ultima corsa non ammette cali. Un po’ come alla maturità, quando la persona che amavi ti volgeva le spalle per parlare con il tuo peggior nemico e tu avevi un esame da affrontare al meglio; la gelosia soffocava l’affetto, ma ciò che ti faceva andare avanti era il non voler mollare mai, per te stesso e soprattutto per un ideale. E qui nel calcio c’è una palla da gestire e da indirizzare in rete, poi a giugno la verità prenderà il sopravvento, per capire se effettivamente l’ultima corsa poteva essere evitata.